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Promise: l’esperienza di un missionario

Promise, ovvero promessa di speranza, di un futuro possibile, partendo dalla quotidianità,in un luogo, in cui è difficile avere il necessario è molto difficile. Padre Mauro Armanino, missionario della SMA (Società Missioni Africane), genovese, ha vissuto esperienze in vari Paesi tra l’Africa ed il sud America. Ama il sud, con  le sue ricchezze e  contraddizioni, ma anche le difficoltà di cercare la via della pace. Ora Padre Mauro vive ed opera in Liberia, Paese africano dilaniato dalla guerra, di uno di quei conflitti regionali che non occupano le prime pagine dei giornali.   Giuseppe Faretra       Promise Ma allora non c’è proprio speranza ! La pioggia torrenziale ed il mare appena fuori offrivano come sfondo alla conversazione col nuovo Console italiano per l’Africa Occidentale nella sua prima visita a Monrovia. “…Allora non c’è speranza…” ha ripetuto il Cosole con un pizzico di delusione sapendo di parlare con un missionario. Non c’è speranza a poco prezzo ! Mi sono trovato sorpreso perché della speranza, in tutti questi anni, ho sempre parlato ed insegnato e… raccontato. La speranza vera può nascere solo da situazioni senza speranza…. E il Console mi domandò cosa volesse dire…. La speranza nasce solo da situazioni perdute… Ma ormai era tardi per continuare. Perché non mi è mai costata tanto come ora, la speranza. E pensavo che solo può parlare di perdono una madre palestinese o israeliana accanto alla bara del figlio, e solo può parlare di pace chi, come la Liberia è in guerra civile da vent’anni, e solo può parlare di vita chi ha vissuto la morte, e solo può parlare di fedeltà chi è stato tradito, e solo può parlare di Dio chi è stato da Lui abbandonato. Non mi è mai costata tanto come ora la speranza. E dicevo al Cosole che il primo passo per sperare è sempre quello di essere onesti nei confronti della realtà. Non c’è speranza a buon mercato. La Liberia è adesso cercare da mangiare per i figli, le medicine per l’epilessia, i soldi per le scuole che riaprono, l’aiuto per tornare dal padre che gli ultimi combattimenti hanno allontanato, una casa da abitare, un lavoro per vivere e il coraggio di continuare a camminare nella capitale in mezzo ai militari  che pattugliano le strade con il mitra spianato . La speranza l’ho trovata, per caso, quando mi han messo in braccio una bimbetta che invece di spaventarsi ha iniziato a parlarmi di cose che non capivo. Sua sorella  più grande vende arachidi a piccole maciate poco lontano da casa e quasi sempre  se la porta dietro. Forse mangia una volta al giorno e mi dicono che anche durante il sono la piccola continua a chiacchierare. Perché intelligente… Mi ricorda la sorella con un pizzico d’orgoglio. Anche quando passo da lontano fa un cenno con la mano. E’ il più bel nome che abbia mai trovato da quando sono arrivato in Liberia. Si chiama Promessa.   Mauro Armanino, Morovia, Liberia.

Benemerenza pontificia a due donne generose

Due benefattrici insigni del servo di Dio P. Bernardo Sartori e di diverse altre congregazioni come i Comboniani e i Dehoniani, le sorelle Teresa e Maria Cimadomo di Corato, hanno ricevuto la medaglia "Pro Ecclesia et Pontifice", durante l’Eucaristia domenicale nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Greca.  

Nel corso degli anni, hanno proclamato un Vangelo silenzioso ed operativo, fatto dalla diffusione della Parola, alla carità per i poveri, per i bisognosi, per gli africani; nella catechesi parrocchiale per formare le giovani generazioni alla sequela di Cristo. Sono state in Africa per quattro mesi in Uganda nel 1970, aiutando ad erigere chiese, nei piccoli e grandi bisogni della popolazione. Il loro desiderio era di rimanere lì, dove le necessità erano e sono molteplici, ma ritornarono per venire incontro ai bisogni familiari.La famiglia Cimadono è stata attenta alle esigenze missionarie con varie attività per la sensibilizzazione e per raccogliere fondi per le missioni. Per questo motivo, si preparavano fiere missionarie, gli incontri della Azione Cattolica, animati da don Ciccio Tattoli, che sviluppava questa tematica e per portare anche questo messaggio agli ammalati Anche la sorella Nina, deceduta oramai da diversi anni, aveva contatti diretti con le varie città della diocesi e con Padri comboniani tramite incontri che si svolgevano casa per casa.   Attualmente le sorelle Cimadomo, di 99 e 89 anni rispettivamente, si sono distinte nella collaborazione missionaria a favore di varie missioni comboniane e di altri Istituti. Ha presieduto l’Eucaristia l’arcivescovo, Monsignor Giovanni Battista Pichierri, accompagnato dai Comboniani: P. Romeo Ballan, P. Arnaldo Baritussio, P. Giovanni Capaccioni e P. Francesco Mastromauro, assieme ad altri sacerdoti e numerosi fedeli.Prima della benedizione finale, P. Ballan, a nome del Superiore Generale, ha consegnato le pergamene e le medaglie pontificie alle due sorelle. P. Franco Mastromauro, coratino, per anni missionario in Africa, attualmente in Gran Bretagna, ha parlato della presenza di P. Sartori a Corato e, ancor prima, dello stesso San Daniele Comboni, il quale, intorno al 1870, vi trascorse due giorni poiché portò con sé nella prima missione in Sudan ben quattro sacerdoti pugliesi, primo fra i quali Don Pasquale Fiore, un giovane parroco e canonico di Corato, vicario del Santo nella missione di Karthum, che lo stesso Comboni incontrò casualmente nella Basilica di S. Pietro il 29 giugno 1870.   Lo spirito e il fervore missionario anima le sorelle Cimadomo che ora vivono nella preghiera, affinché la Parola e la carità entri nel cuore di ogni uomo.

Gli ''Auguri Scomodi'' di Don Tonino

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.   Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.   Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.   I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.Tonino Bello     Vorremmo augurarvi buon Natale, ma le nostre parole potrebbero sembrare stereotipate e retoriche. Vorremmo tutti quanti un mondo migliore, più giusto, più vicino ai nostri desideri, ai nostri sogni... Purtroppo, le realtà che viviamo molto spesso sono distanti da tanti progetti e le difficoltà non mancano.   Ci affidiamo alle parole, ai pensieri di don Tonino Bello, che delle grandi utopie, dei sogni, ha fatto un percorso possibile per cercare di costruire, qui  e ora, un mondo nuovo. Cogliamo l’occasione, per ringraziare tutti quanti i visitatori del nostro sito, di chi attraverso il proprio computer, cliccando sulle nostre pagine, ha voluto e vuole notizie, informazioni, fatti e soluzioni (quando è possibile) delle varie problematiche della nostra città.Grazie! Il circolo locale di Legambiente "E le guerre? E le liti?E le inimicizie? E le lotte sorde, nascoste, sotto traccia?E quei sibili di invidia, quelle stilettate di gelosia che feriscono a morte? E quei colpi mancini?E quella doppia faccia, doppia strada, doppia vita, doppia morale... le nostre doppiezze?Si aprono i cieli ed è la trasparenza suprema.Figuratevi se non dobbiamo aprire la nostra vita!"Tratto da "Vide i cieli che si squarciavano"Don Tonino Bello

Coraton: un grande cuore per la ricerca

Sta diventando un appuntamento fisso per rilanciare la ricerca di una malattia rara, ma anche per valorizzare gli artisti locali che trovano spazi e la consacrazione lontano dalla città natia, in sintesi Coraton.  

In Italia ha un’incidenza intorno ad uno su cinquantamila, è una malattia rara e colpisce persone d’ogni, ma soprattutto sono colpiti i bambini. Questa patologia causa alterazioni che si vengono a creare nei tessuti in cui si viene ad avviare un infiltrato infiammatorio di cellule chiamate di Langerhans. L’eziologia e la genesi della malattia sono finora sconosciuti.   La malattia si palesa in forme assai lievi, come eruzioni cutanee, ma si possono avere anche forme più gravi ed interessare organi vitali come polmoni, fegato, cervello ed, in questi casi, questa patologia può essere letale.   La serata di solidarietà è stata promossa dalle Associazioni Onlus A.I.R.I., Associazione Italiana Ricerca Istiocitosi, e A.V.O., Associazione Volontari Ospedalieri, ha visto la partecipazione di oltre cinquanta artisti, sette ore di spettacolo che ha spaziato nelle varie forme ed espressioni.   Le proiezioni del documentario "Io parlo Murgiano", realizzato da Lorenzo Zitoli e Sarah Vernice, e del cortometraggio "Zinanà" del regista bitontino Pippo Mezzapesa, cordiale e pronto a rispondere alle domande del presentatore della manifestazione, Franco Tempesta, conduttore insieme all'attrice Claudia Lerro.Si è esibito con il ballerino Pasquale Tafuri sulle coreografie del coratino Giuseppe Mintrone della Fondazione Piccinni di Bari. Il tenore Aldo Caputo ha cantato alcune arie famose del repertorio classico. Un momento rilevante è stata l’esibizione della formazione dei Taverna Nova, Cesare Pastanella, Rino Mazzilli, Pierluigi Balducci, Aldo De Palma e, a sorpresa, un emozionatissimo Luigi Di Zanni. C’è stato il fuori programma con la presenza di Franco Battiato, presente a Corato per la presentazione del suo ultimo film “Musikanten” sugli ultimi anni di vita del celebre Beethoven.   La serata è stata organizzata da Dino Patruno, da Domenico e Claudia Torelli, responsabili regionali dell'Airi e di Pino Procacci, responsabile coratino dell'Avo. La serata è stata Patrocinata dal Comune di Corato, dalla Provincia di Bari e dalla Regione Puglia, questa seconda edizione godrà anche dell'adesione della Presidenza della Repubblica. L'istiocitosi delle cellule di Langerhans, conosciuta anche come istiocitosi-x, è una malattia che colpisce principalmente i bambini.   Questa malattia è stata descritta per la prima volta nella letteratura medica all'inizio del novecento. Ultimamente ha goduto di maggiore considerazione, sebbene i medici l'abbiano descritta per anni senza riuscire a identificarla correttamente.Nel 1985 si è costituita la Società Internazionale di Istiocitosi (International Histiocyte Society). Grazie a questo gruppo internazionale si stanno sempre implementando ulteriori informazioni alle nostre conoscenze, e questo ha comportato la somministrazione di cure migliori. L'istiocita è un tipo di globulo bianco che si trova in tutto il corpo umano. Ha la funzione di distruggere i corpi estranei e combattere le infezioni, La cellula di Langerhans è uno dei vari tipi di istiociti nel corpo.   La terapia è individuale, non è un cancro. In alcuni casi, la malattia regredisce senza alcuna terapia. In altri casi, si richiede un piccolo intervento chirurgico o dosi blande di radioterapia o di chemioterapia. L’ A.I.R.I onlus aiuta i pazienti e i familiari ad affrontare questa malattia sostenendoli ed offrendo assistenza. Inoltre esiste una rete di Organizzazioni che fanno capo all'Associazione Americana per l'Istiocitosi che aiutano i propri membri nell'affrontare questa malattia.   Queste organizzazioni sono composte, in genere, da pazienti, famiglie, medici e ricercatori. Gli scopi di questa rete di associazioni includono: fornire informazioni generali e di tipo professionale, supporto a pazienti e familiari, stimolare e finanziare le ricerche.

La Caritas del Benin: tempio di speranza

Il Benin si affaccia a sud sul Golfo di Guinea con un breve tratto di costa bassa e uniforme, cinta da cordoni sabbiosi che chiudono ampie lagune; confina a ovest con il Togo, a nordovest con il Burkina Faso, a nord con il Niger e a est con la Nigeria. Ha una pesante eredità del periodo coloniale, dell’instabilità politica e, nonostante il riassetto politico del 1972, porta alla nazionalizzazione di tutte le imprese straniere, l’economia del Benin è tra le più arretrate dell’Africa.   L’agricoltura assorbe il 65% della forza lavoro. E' praticata soprattutto nelle regioni settentrionali con metodi primitivi e al sud necessita della bonifica dei suoli paludosi. La coltura più diffusa è la palma da cocco che cresce in maniera semispontanea e che assume il ruolo di monocoltura nel sud. A questo si aggiungono la rapida crescita demografica (3,1%) pone grossi problemi e provoca un incremento nella già consistente emigrazione verso il Ghana.   E’ in vigore la pena di morte. La stima del numero di abitanti è resa difficile a causa dell’elevata mortalità dovuta alla diffusione dell’AIDS (5800 morti nel 2003). Le piaghe dell’AIDS, dell’emigrazione e della povertà rendono importanti il ruolo che ha la Chiesa cattolica e cristiana, non solo nell’opera di evangelizzazione, ma anche di sostegno delle varie forme di indigenza, di necessità, di bisogno e di malattia.   A Spinazzola, centro murgiano tra la provincia di Bari e di Potenza, si è tenuto la seconda edizione del premio Antonio Cicorella, morto nel 1995, tra i fondatori di “casa Michele”. Le testimonianza del percorso di uscita dal tunnel della droga di Antonio Cicorella, sono diventati un libro.   Quest’anno erano presenti l’abate Raymond Goudjo, dell’arcivescovado di Cotonou, e dell’Institute de justice et de la Paix e suor Léonie Dochamou, segretaria generale della Caritas del Benin, quest’ultima ha ricevuto il premio internazionale “Antonio Cicorella” per l’opera meritoria a favore dei bambini e dei malati di AIDS nel Paese africano.Inoltre, nel corso della manifestazione è stato proiettato il servizio fotografico: “Nayesù reportage dal Benin”, dei fotografi Alberto D’Andreae di Silvio Damato, volti, sorrisi, paesaggi di luoghi e di uomini, sorrisi dei bambini della nazione africana nella semplicità e nella dignità dei gesti spontanei e quotidiani, nella consapevolezza della povertà e del bisogno, nella speranza di un futuro migliore.   Tra i presenti, c’erano Mario D’Amelio, direttore generale del Comune di Bari, in rappresentanza del sindaco di Bari Micelle Emiliano e l’Associazione Cuore Pro Bambini di Chernobyl di Barletta. Nel corso della manifestazione, il dottor Mario D’Amelio ha annunciato che una parte dei fondi dell’Acquedotto Pugliese saranno destinati per costruire reti idriche in Africa. A questo punto, l’organizzatore della manifestazione Cosimo Forina ha proposto di intitolare un pozzo ad Antonio Cicorella.   Suor Lèonine Dochamou con dolcezza ha dato la sua testimonianza: che non c’è amore più grande che quello offerto e donato gratuitamente a favore dei bambini indifesi e malati e d anche quello di offrire una speranza per tutti. Un plauso a Cosimo Forina che con il suo impegno e la sua abnegazione sta operando in modo fattivo per cercare di provocare semi di speranza e momenti di condivisione di esperienze umanitarie e sociali.

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