Promise: l’esperienza di un missionario
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- Pubblicato Sabato, 04 Febbraio 2006 00:00
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Promise, ovvero promessa di speranza, di un futuro possibile, partendo dalla quotidianità,in un luogo, in cui è difficile avere il necessario è molto difficile. Padre Mauro Armanino, missionario della SMA (Società Missioni Africane), genovese, ha vissuto esperienze in vari Paesi tra l’Africa ed il sud America. Ama il sud, con le sue ricchezze e contraddizioni, ma anche le difficoltà di cercare la via della pace. Ora Padre Mauro vive ed opera in Liberia, Paese africano dilaniato dalla guerra, di uno di quei conflitti regionali che non occupano le prime pagine dei giornali. Giuseppe Faretra Promise Ma allora non c’è proprio speranza ! La pioggia torrenziale ed il mare appena fuori offrivano come sfondo alla conversazione col nuovo Console italiano per l’Africa Occidentale nella sua prima visita a Monrovia. “…Allora non c’è speranza…” ha ripetuto il Cosole con un pizzico di delusione sapendo di parlare con un missionario. Non c’è speranza a poco prezzo ! Mi sono trovato sorpreso perché della speranza, in tutti questi anni, ho sempre parlato ed insegnato e… raccontato. La speranza vera può nascere solo da situazioni senza speranza…. E il Console mi domandò cosa volesse dire…. La speranza nasce solo da situazioni perdute… Ma ormai era tardi per continuare. Perché non mi è mai costata tanto come ora, la speranza. E pensavo che solo può parlare di perdono una madre palestinese o israeliana accanto alla bara del figlio, e solo può parlare di pace chi, come la Liberia è in guerra civile da vent’anni, e solo può parlare di vita chi ha vissuto la morte, e solo può parlare di fedeltà chi è stato tradito, e solo può parlare di Dio chi è stato da Lui abbandonato. Non mi è mai costata tanto come ora la speranza. E dicevo al Cosole che il primo passo per sperare è sempre quello di essere onesti nei confronti della realtà. Non c’è speranza a buon mercato. La Liberia è adesso cercare da mangiare per i figli, le medicine per l’epilessia, i soldi per le scuole che riaprono, l’aiuto per tornare dal padre che gli ultimi combattimenti hanno allontanato, una casa da abitare, un lavoro per vivere e il coraggio di continuare a camminare nella capitale in mezzo ai militari che pattugliano le strade con il mitra spianato . La speranza l’ho trovata, per caso, quando mi han messo in braccio una bimbetta che invece di spaventarsi ha iniziato a parlarmi di cose che non capivo. Sua sorella più grande vende arachidi a piccole maciate poco lontano da casa e quasi sempre se la porta dietro. Forse mangia una volta al giorno e mi dicono che anche durante il sono la piccola continua a chiacchierare. Perché intelligente… Mi ricorda la sorella con un pizzico d’orgoglio. Anche quando passo da lontano fa un cenno con la mano. E’ il più bel nome che abbia mai trovato da quando sono arrivato in Liberia. Si chiama Promessa. Mauro Armanino, Morovia, Liberia.