La Caritas del Benin: tempio di speranza

Il Benin si affaccia a sud sul Golfo di Guinea con un breve tratto di costa bassa e uniforme, cinta da cordoni sabbiosi che chiudono ampie lagune; confina a ovest con il Togo, a nordovest con il Burkina Faso, a nord con il Niger e a est con la Nigeria. Ha una pesante eredità del periodo coloniale, dell’instabilità politica e, nonostante il riassetto politico del 1972, porta alla nazionalizzazione di tutte le imprese straniere, l’economia del Benin è tra le più arretrate dell’Africa.   L’agricoltura assorbe il 65% della forza lavoro. E' praticata soprattutto nelle regioni settentrionali con metodi primitivi e al sud necessita della bonifica dei suoli paludosi. La coltura più diffusa è la palma da cocco che cresce in maniera semispontanea e che assume il ruolo di monocoltura nel sud. A questo si aggiungono la rapida crescita demografica (3,1%) pone grossi problemi e provoca un incremento nella già consistente emigrazione verso il Ghana.   E’ in vigore la pena di morte. La stima del numero di abitanti è resa difficile a causa dell’elevata mortalità dovuta alla diffusione dell’AIDS (5800 morti nel 2003). Le piaghe dell’AIDS, dell’emigrazione e della povertà rendono importanti il ruolo che ha la Chiesa cattolica e cristiana, non solo nell’opera di evangelizzazione, ma anche di sostegno delle varie forme di indigenza, di necessità, di bisogno e di malattia.   A Spinazzola, centro murgiano tra la provincia di Bari e di Potenza, si è tenuto la seconda edizione del premio Antonio Cicorella, morto nel 1995, tra i fondatori di “casa Michele”. Le testimonianza del percorso di uscita dal tunnel della droga di Antonio Cicorella, sono diventati un libro.   Quest’anno erano presenti l’abate Raymond Goudjo, dell’arcivescovado di Cotonou, e dell’Institute de justice et de la Paix e suor Léonie Dochamou, segretaria generale della Caritas del Benin, quest’ultima ha ricevuto il premio internazionale “Antonio Cicorella” per l’opera meritoria a favore dei bambini e dei malati di AIDS nel Paese africano.Inoltre, nel corso della manifestazione è stato proiettato il servizio fotografico: “Nayesù reportage dal Benin”, dei fotografi Alberto D’Andreae di Silvio Damato, volti, sorrisi, paesaggi di luoghi e di uomini, sorrisi dei bambini della nazione africana nella semplicità e nella dignità dei gesti spontanei e quotidiani, nella consapevolezza della povertà e del bisogno, nella speranza di un futuro migliore.   Tra i presenti, c’erano Mario D’Amelio, direttore generale del Comune di Bari, in rappresentanza del sindaco di Bari Micelle Emiliano e l’Associazione Cuore Pro Bambini di Chernobyl di Barletta. Nel corso della manifestazione, il dottor Mario D’Amelio ha annunciato che una parte dei fondi dell’Acquedotto Pugliese saranno destinati per costruire reti idriche in Africa. A questo punto, l’organizzatore della manifestazione Cosimo Forina ha proposto di intitolare un pozzo ad Antonio Cicorella.   Suor Lèonine Dochamou con dolcezza ha dato la sua testimonianza: che non c’è amore più grande che quello offerto e donato gratuitamente a favore dei bambini indifesi e malati e d anche quello di offrire una speranza per tutti. Un plauso a Cosimo Forina che con il suo impegno e la sua abnegazione sta operando in modo fattivo per cercare di provocare semi di speranza e momenti di condivisione di esperienze umanitarie e sociali.

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