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La storia si fa con i piedi

   

 

“La storia si fa sui piedi”

La presentazione del volume a Corato l’11 marzo nella parrocchia della Sacra Famiglia  

L’ultima presenza di Mauro Armanino nella nostra città è avvenuta nel corso della presentazione del libro "Cinque nomi di dire Liberia",  il 27 novembre 2008 presso la Caritas cittadina,nella vecchia sede di Via San Benedetto. Quell’occasione, era stata l’opportunità per riflettere sul nostro modello di sviluppo occidentale prendendo spunto dall’esperienza liberiana del missionario all’interno di una guerra civile.  Il prossimo 11 marzo ’11 alle ore 19,30 all’interno della chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia sarà presentato il libro “La storia si fa con i piedi” del missionario Mauro Armanino. L’evento vuole far riflettere come il mondo sta cambiando tra le strade delle nostre città”…. Per fare la storia, una storia fatta di tanti piccoli fili che si intrecciano, come si intrecciano i vicoli della Genova vecchia, quasi volessero confondere il mare. È in quella penombra che confonde, in quella luce che non ha mezze misure, che taglia uomini e cose in due: bianche o nere, buie o illuminate che Mauro Armanino ha camminato.” (Dalla prefazione al volume di Marco Aimè). “Dinanzi alla crisi economica, sociale politica ed ambientale di questi ultimi anni, diventa estremamente importante provare ad unire luoghi, percorsi, esperienze in apparenza lontane, ma che in realtà ci raccontano tutte la medesima storia fatta di degrado, emarginazione e intolleranza – dichiara Aldo Fusaro, Presidente Legambiente Corato - Questi sono gli effetti di una crisi appunto globale, che sta assumendo i contorni sempre di più di una crisi ambientale di fronte alla quale non possiamo più restare indifferenti. Padre Mauro Armanino ha colto l’occasione per dichiarare che solo con gli occhi bagnati di risurrezione possiamo trasformare e cioè guardare il mondo con tenerezza. Con l’iniziativa di oggi – continua Fusaro - volgiamo provare a mettere insieme due pezzi di mondo attraverso l’esperienza concreta e diretta di un testimone, Mauro Armanino, e riflettere sull’impatto sociale, economico ed ambientale di un modello di sviluppo che si sta rivelando fragile, insicuro e insostenibile, e per interrogarci su quale può e deve essere il ruolo di ciascuno di noi all’interno di questo processo che indubbiamente ci coinvolge.”   L’evento avrà un’anteprima il giorno 10 alle ore 19,30 a Bitonto presso la sala polifunzionale della fondazione dei Santi Medici .   Vi aspettiamo per riflettere insieme. Naturalmente l’incontro è aperto a tutti,nessuno escluso.     L’ufficio stampa di Legambiente, circolo di Corato      Per saperne di più vai su : http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/547--ii-annuncio-la-storia-che-cammina-per-le-strade

Campagna di sostegno

Campagna di sostegno Avviso della Caritas cittadina      

Abbiamo ricevuto dalla Caritas cittadina di Corato un appello di cui ci rendiamo dei semplici portavoci.

La crisi economica, non solo internazionale, ma anche a livello locale. Il  centro di ascolto della Caritas  ha individuato diverse persone referenziate, serie e disponibili che cercano lavoro come badanti a persone anziane, baby sitter e collaboratrici domestiche. Inoltre, è anche possibile scegliere figure professionali altamente specializzate come pizzaioli, casari, panettieri, magazzinieri e operai edili. Non esitate a contattare la Caritas, nel caso abbiate bisogno di tali figure professionali. E’ un modo per cercare di venirci incontro per “mordere” la crisi in modo sostenibile.  La Caritas è aperta ogni lunedì dalle 18,30 alle 20,30 nella Vecchia Chiesa del Sacro Cuore in Via Don Minzoni a Corato. Info: cell  338 8951250 347 8832677

Auguri di un vero natale

 

Abbiamo ricevuto via email glia auguri di un carissimo amico di Legambiente, Padre Vito Girotto ,missionario della SMA (Società Missioni Africane) in Niger. Abbracciamo lui e tutti i nostri amici impegnati a fare il Natale,fatto di piccoli gesti per portare la speranza di un futuro migliore con i più poveri.                                                                                                                       

Cari Amici                              

Da due mesi sono nella missione di Makalondi, alla frontiera con il Burkina Faso, e come potete immaginare sono ancora nella fase della conoscenza delle persone e dei luoghi. Alcuni di voi si sono meravigliati del lungo silenzio di questi ultimi due mesi dovuto alla difficoltà di comunicazioni per mancanza di corrente elettrica a Niamey e a Makalondi, per disfunzioni tecniche, oltre che per una breve malattia che mi ha allontanato per quindici giorni dalla missione. Penso che Maria e Giuseppe andando a Betlemme per il censimento non hanno potuto dare rapidamente notizie della nascita di Gesù alle loro famiglie rimaste a Nazareth, ma certamente qualche compatriota e amico dopo qualche avrà spiegato a Gioacchino ed Anna quello che era avvenuto. Vi posso dire che il passaggio da Bomoanga a Makalondi è stato un po’ laborioso e con qualche imprevisto che ho dovuto accettare. Mi è mancato il tempo di dire quello che stavo vivendo.               Due giorni fa sono andato la salutare la famiglia di Telegaba Jean Baptiste, primo catechista di Makalondi. Un uomo che era venuto dal vicino Burkina e che incontrando P. François il padre che ha fondato la missione di Makalondi, 50 anni fa circa, era rimasto conquistato dal vangelo che il missionario annunciava. Nonostante che non potesse essere battezzato a causa della poligamia che aveva accettato prima dell’incontro con Cristo, aveva seguito P. François e da lui aveva imparato a esprimere la fede e a richiamare altri suoi fratelli gurmancé al battesimo dicendo chiaramente che lui non era un esempio, ma di seguire il Vangelo che Gesù aveva messo nel suo cuore. Nel giugno 2009 prima di morire anche il nostro Telegaba potè ricevere il battesimo e la comunione che aveva tanto desiderato. Penso che Jean Baptiste sia come uno dei pastori che a Betlemme hanno incontrato il piccolo Gesù. Portando al pascolo gli animali non erano certamente frequentatori assidui della sinagoga e del tempio, ma sono diventati anch’ essi nonostante le loro imperfezioni, missionari di una bella notizia che ha sconvolto la loro vita e quella di chi li ha ascoltati. La chiesa in Niger non è perfetta ma cerca di comunicare la gioia di seguire il Signore. Qui abbiamo piccoli agricoltori e commercianti, pastori e venditori ambulanti, assieme perché il regno di Dio si manifesti anche in questo paese povero economicamente, ma ricco di umanità.               Dabouandi, un villaggio che non troverete sulla carta geografica del Niger, ma dove vivono circa mille persone. Sperduto alla frontiera con il Burkina Faso, dove non si sa bene se sei in Niger o nel paese vicino, dove l’acqua dei pozzi è bianca ma non trasparente, dove i bambini per andare a scuola devono percorrere sei chilometri a piedi all’andata e sei al ritorno, dove non ci sono cristiani cattolici, ma dove un nostro padre missionario spagnolo ha potuto procurare un piccolo mulino per ridurre il miglio e altri cereali in farina. Non si tratta con questa opera caritativa resa possibile dalla collaborazione della nostra Caritas che ha segnalato le necessità della gente e gli amici di p. Joseph, di conquistare terreno per la chiesa cattolica ma unicamente di alleviare il lavoro delle donne di questa località. A Natale il piccolo Gesù non ha costretto nessuno a seguirlo, ma ha portato gioia e pace a chi ha voluto vedere la sua presenza come portatrice dei doni di Dio.               Molti di voi mi chiedono quali sono i miei progetti umanitari in questo paese. Posso affermare che tante sono le idee e ora dopo la crisi alimentare per la quale alcuni di voi sono intervenuti con doni, sto pensando di realizzare un Foyer per giovani studenti, di sostenere finanziariamente i maestri che si dedicano all’alfabetizzazione degli adulti, di aiutare nell’acquisto di miglio che servirà per la cosiddetta banca cerealiera che vende miglio a prezzo d’acquisto nei momenti di crisi alimentare e di partecipare allo scavo di pozzi e di pompe per l’acqua potabile. Non potrò fare tutto nello stesso tempo anche perché in Africa non sempre si trova il materiale necessario per questi lavori.               Vi auguro Buon Natale.  Quello che Gesù ha vissuto con Maria e Giuseppe, con i pastori, con gli amici portatori di notizie è stato una festa nel cuore, ma esternamente niente appariva se non la gioia serena di chi si affida a Dio. Vi auguro che il vostro cuore sia sempre in festa. Ve lo auguro nella preghiera e vi ringrazio del vostro ricordo. Buon Anno 2011 con la benedizione di Dio.                                                                                                        Un saluto caro.  P. Vito Girotto       Alcuni links sulla  presenza di padre Vito e dei missionari SMA a Corato     http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/415-lettera-aperta-alla-citt%C3%A0-di-corato     http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/422-due-giorni-di-pace-e-solidariet%C3%A0       http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/327-presentazione-di-cinque-nomi-di-dire-liberia     Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA o effettuare il versamento sul CCP (conto corrente postale) n° 944 445 93, intestato a: SMA Solidale Onlus, Via Romana di Quarto, 179 - 16148 Genova indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Per info :   www.missioni-africane.org  o www.legambientecorato.it                              

Sommersi e salvati ovvero emersioni e sepolture

Sommersi e salvati ovvero emersioni e sepolture

Cronache di un naufragio.

La riflessione di p.Mauro Armanino della SMA(Società Missioni Africane)

  Un mese di tempo per tornare ad esistere. Per inviare le domande di regolarizzazione. La domanda di emersione per ‘colf e badanti’. I dati richiesti vanno inviati al Viminale. Non sono previste quote limite. Nel frattempo si effettua il pagamento del contributo forfettario  di 500 euro. Tramite moduli. Code ai patronati e l’invenzione di finti badanti e comodi datori di lavoro. Si seppellisce l’uguaglianza e la dignità dei cittadini. E con loro pure il lavoro. Chi è impiegato nell’agricoltura, l’industria ed altri servizi resterà sommerso sotto il reato di clandestinità. Ostaggi di una economia falsaria. Di un cinico ceto politico ed un avido ceto industriale. Si coniugano tra loro con criminale complicità. Come se le merci non potessero viaggiare ovunque. Come se le armi non attraversassero frontiere. Come se le materie prime non fossero rapinate senza confini. Come se i turisti del Nord del mondo non potessero commerciare i soldi ed il tempo. Oltre i fusi orari e le meridiane dello spettacolo. Con la sepoltura della Costituzione e delle Convenzioni internazionali. E quella del nostro popolo . Le radici stanno nella dimenticanza e nel tradimento. La prima si riferisce alla storia delle Emigrazioni del nostro Paese. Il secondo invece ci riconduce alle disattese promesse seguite alla fondazione della Repubblica. L’identità di questo popolo si è accartocciata sul sistema del consumo e sulla stolta gestione dello stesso. Ciò che emerge invece è l’inconsistenza. Manca l’indignazione e la resistenza.  Insieme a loro tornerebbe a balbettare la speranza. Non si tratta dunque di emersioni. Ma di beffarde sepolture che continueranno a favorire la codarda trasformazione di persone in cose. Vendibili o usabili dalle circostanze e dagli interessi dei potenti di turno.  Potrebbero arrivare tra le 500 mila e le 750 mila richieste di regolarizzazione. IL valore della sanatoria oscillerebbe tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro. Non basterà ad evitare la deriva morale di una Repubblica che si voleva fondata sul lavoro. E allora quel giorno saranno loro. I sommersi. A salvarci dal naufragio.    Mauro Armanino, Genova, Settembre 09.     Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA o effettuare il versamento sul CCP (conto corrente postale) n° 944 445 93, intestato a: SMA Solidale Onlus, Via Romana di Quarto, 179 - 16148 Genova indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Per inf  www.missioni-africane.org  o www.legambientecorato.it

Intervista a Padre Mauro

Intervista a Padre Mauro

Per parlare di un mondo di integrazione  

Mauro Armanino nasce nel 1952 a Casarza Ligure. Operaio metalmeccanico e delegato di reparto della FLM, a 24 anni come obiezione al servizio militare militare parte volontario e conosce la Società Missioni Africane, della quale oggi fa parte. Ordinato nell’84, padre Mauro è stato in Argentina, Israele, Costa d’Avorio, Liberia.   Ora vive la sua missione nel centro storico di Genova, tra i migranti, nelle case di accoglienza per rifugiati, nelle carceri, nelle comunità dove alcune ragazze provano a dimenticare la prostituzione.     Quando hai avuto la prima volta a che fare con gli scout?   Li avevo conosciuti in Africa, in Costa d'Avorio, dove erano un corpo sostanzialmente “paramilitare”. In Italia il contatto più diretto lo ebbi quando ero ancora studente di teologia: erano gli anni 80 e seguivo un gruppo scout.   Quale fu la tua prima impressione?   In quegli anni mi sembravano abbandonati. Stavano cercando di riorientarsi dopo la scossa degli anni 69-70, che aveva un po’ stravolto il mondo associativo e cristiano. Li vedevo alla ricerca di un’identità, però molto isolati in questo. Notavo anche l’importanza per loro della condivisione, oltre all’attenzione verso i più piccoli.   Cosa dovrebbe essere per te la proposta di fede?   L'educazione degli occhi, imparare a guardare il mondo con gli occhi di Dio, che sono gli occhi di Gesù Cristo. Gesù ha guardato il mondo dalla periferia, da fuori dalle mura, ha guardato il mondo dagli esclusi. Si è identificato con coloro che non avevano spazio, voce.   Oggi dov'è Dio?   Dicevo qualche settimana fa ai carcerati: Gesù Cristo è da tempo incarcerato. In quel tabernacolo dove noi l'abbiamo posto. Se ci fai caso c'è anche la chiave. Gesù aspetta che qualcuno lo liberi per potere uscire fuori. La tua domanda sta alla base della mia decisione di stare qui. Gesù attraversa e vive nella presenza migrante, nella presenza carceraria, in coloro che stanno soffrendo il tema della schiavitù nella tratta.     Quindi una presenza attiva all’interno della Chiesa…   Attiva e sfidante. L'istituzione sfida il carisma, e il carisma sfida l'istituzione. Dovreste tenere sempre aperta la finestra perché nella casa entri aria nuova. Per me, come diceva don Milani, “la Chiesa è madre”. Mi ha generato alla fede, mi ha offerto tutto questo patrimonio di incontro col mistero. E’ da lei che io vado quando ho necessità di riconciliazione. Nello stesso tempo ne sono responsabile. Un conto è ergersi a giudici dall'esterno, un altro conto è dall'interno essere nello Spirito. Se vogliamo vedere dei cambiamenti dobbiamo lasciarci attraversare dallo Spirito, e cioè da questo dinamismo, da questa esperienza del Vangelo che ci trasforma e diventa elemento destabilizzante all'interno dell'istituzione. Essere all'interno della Chiesa, significa anzi tutto obbedire alla parola di Dio e obbedire allo Spirito. Parafrasando Pietro, messo in carcere e invitato a tacere, è più importante obbedire a Dio piuttosto che agli agli uomini. Direi che questo valga anche all'interno della Chiesa. Con la consapevolezza che non sei tu la verità. Se poi ci saranno incomprensioni (che è quasi inevitabile), persecuzioni (succede anche questo), emarginazioni (succede anche questo)... beh! Penso che questo sia uno scotto da pagare in qualche modo.   Qual'è il ruolo di un cristiano nella società di oggi?   Questo mondo è idolatra. Abbiamo molti dèi: il dio potere, denaro, successo, il dio dell'apparenza. Il cristiano non può che essere un sovversivo, rispetto a questo tipo di realtà. Sovversivo inteso come spina nel fianco, profeticamente parlando, ogni qual volta gli idoli richiedono dei sacrifici. Questo sistema ha la pretesa di essere dio. Com'è stato possibile che molti cristiani che vanno in chiesa sono sostanzialmente razzisti? Magari non è un razzismo formulato, ma lo è: inteso come incapacità di rapportarsi con l'alterità, con l'altro. E’ assurdo che abbiamo generato un cristianesimo compromesso con il potere, incapace di offrire un alternativa lucida e critica a questa società, incapace di dare un nome a questi idoli, ma anzi addirittura convivente con questi idoli. Anche le ultime vicende del piccolo mondo politico italiano, in tutto il loro squallore, fanno evidenziare questo tipo di situazioni. Siamo alla menzogna pura, celebrata e spettacolarizzata. Dovremmo essere talmente lucidi e profetici da essere una sistematica spina nel fianco di questo sistema…   In questo senso cosa credi debba essere oggi la scelta politica...   La scelta di mettere al centro coloro che sono emarginati. In questo clima di privatizzazioni e di vite spese inutilmente è possibile ridare il senso del bene comune,  con un'educazione alla responsabilità. Non è facile, considero molto importante in questo ambito la formazione. Fare si che si riprenda a pensare. Non prendere la realtà come un dato scontato, educarci a un atteggiamento seriamente critico. Senza barricarsi dietro il nostro punto di vista. Quando ci siamo incontrati, a giugno, con un gruppo di scout, abbiamo visto un documentario che racconta un po' le vicende dei migranti. Molte dei ragazzi e ragazze che erano lì, sono rimasti stupiti. Non erano affatto a conoscenza di queste cose, dicevano: "Ma è vero che l'Italia fa queste cose?". Ciò che è invisibile e sopportabile, può diventare insopportabile una volta reso visibile. Nei suoi diari, per citare un personaggio abusato e non simpatico a molti, Che Guevara diceva a suo figlio: “Vorrei che tu ti sapessi sempre indignare per tutte le ingiustizie che incontrerai". Mi pare molto bello questo. Da una comune indignazione nasce un comune coinvolgimento. Spendendoci in prima persona.   Come credi che vada affrontato il servizio?   Il tipo di servizio che facciamo dovrebbe trasformarci. Se non ci trasforma vuol dire che è giusto un palliativo, che spesso non fa che mantenere tranquilla la nostra coscienza. Il servizio non può non toccare il nostro stile di vita. Alcune condizioni dovrebbero toccare il modo con cui gestiamo il tempo, gestiamo i soldi, facciamo delle scelte all'università o nelle amicizie. Poi ci sono atteggiamenti interiori ed esteriori. L'umiltà: non sentirsi salvatori di nessuno, aver la consapevolezza che il nostro servire è un privilegio. La conoscenza il più possibile seria della realtà in cui si andrà ad operare, la continuità. Poi bisognerebbe smetterla fare servizio “dall’alto”, in modo paternalista, aristocratico. I poveri andrebbero rimessi al centro, dargli la voce e il giusto spazio. Facciamoci una domanda: “Quale spazio c’è, per i migranti, nelle nostre comunità?”   Come renderci presenti negli ambiti che hai citato?   Nell'ambiente carcerario, i contatti possibili sono con le associazioni che lavorano al loro interno. Sant'Egidio, la Compagnia della Misericordia, gli Amici di Zaccheo. Nell’ambito dei migranti, quì in via delle Vigne c'è il Centro delle Culture, poi c'è l'Auxilium, presso cui io sono volontario al Centro Accoglienza Extracomunitari in Di Negro.   Per finire…   Oserei riprendere come metafora anche per voi quello che Paulo Freire diceva parlando dei maestri e degli educatori: “Quando stai andando a scuola interrogati su di te, e se pensi ancora di trasformare il mondo. Perché se così non fosse torna a casa: non avresti niente da dire ai tuoi ragazzi.” Trasformare la società è la nostra vocazione. Per dirla con Tonino Bello: “Non dobbiamo essere i notai dello status quo, ma i profeti dell' aurora”. In questo senso dovreste sempre tenere a mente un costante interrogativo voi : “C'è in me questo desiderio di trasformare la società e di renderla più umana, di umanizzarla?”    Foto allegate: Manifestazione con fogli bianchi. Storie ‘cancellate’! .   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sosostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Info:  www.missioni-africane.org    

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