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Pubblicato Venerdì, 05 Maggio 2006 00:00
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Mai come questa volta, un titolo come quello indicato per questo articolo sembra più appropriato per esprimere lo spirito che ha contraddistinto la gita naturalistica organizzata dal circolo di LEGAMBIENTE di Corato per la festa del 1° maggio 2006.
Stavolta, certamente si esula dal rischio di scadere nella retorica, nel cercare di enucleare l'incanto offerto da una natura ancora incontaminata, sotto l'egida protettiva del WWF ITALIA - Sezione Sannio, come quella da noi visitata. Si tratta del PARCO REGIONALE DEL PARTENIO - OASI WWF MONTAGNA DI SOPRA, che comprende una parte del complesso appenninico campano, situato esattamente nel territorio del Comune di Pannarano, in provincia di Benevento. Una volta giunti a destinazione, ad una sommità di circa 1.500 mt. sul livello del mare, dopo un sentiero tortuoso, tutto in salita, che a tratti ha presentato qualche difficoltà di percorso (per questo, in proposito, raggiungibile, in pratica, esclusivamente in automobile e non a mezzo di pullman o autobus vari), siamo stati accolti da un operatore locale del WWF, Costantino Tedeschi, che ci ha introdotti alla visita di quell'ambiente naturale unico, di rara bellezza naturalistica e paesaggistica, attraverso un excursus storico ed una dettagliata spiegazione in merito alle origini ed alla evoluzione nel tempo, della creazione di siffatta Oasi da parte del WWF - Sannio. Abbiamo, così, appreso che l'Oasi è stata creata nel 2000, che rappresenta un Sito di Interesse Comunitario, altrochè un vincolo paesaggistico nonché idrogeologico. La direzione tecnico-scientifica è, naturalmente, affidata al WWF in convenzione con il Comune di Pannarano e la cooperativa Celidonia. Riguardo alle attività che è possibile porre in essere, nell'ambito dell'operatività istituzionale dell'Oasi in oggetto, rientrano le visite guidate, anche per le scuole e gruppi organizzati, i campi di lavoro ed i campi di studio e ricerche. L'Oasi è, altresì, dotata di diversi sentieri di media difficoltà per il trekking e di percorso natura. Questa presentazione di massima serve ad immetterci, poi, materialmente, nell'incantevole paesaggio montano della MONTAGNA DI SOPRA, nel cuore del PARCO REGIONALE DEL PARTENIO, estesa dagli 800 fino ai 1598 mt. s.l.m., raggiunti dai Monti d'Avella, vetta del massiccio.L'impressione subitanea che, al primo impatto, se ne ricava, è quella di immergersi come un vero e proprio tuffo nella natura, avvolti nel coinvolgente e tonificante abbraccio rivolto, all'avventore di turno, dal manto dal colore verde tenue costituito dagli sconfinati faggeti, che, sicuramente, attribuiscono, in primo luogo, quell'impronta inconfondibile che caratterizza tutto il paesaggio montano che si sta cercando di descrivere. Un paesaggio che concorrono, ulteriormente, a definire nei suoi contorni e lineamenti essenziali, man mano che ci addentriamo nella sua scoperta, una flora ed una fauna particolari, sebbene sempre rappresentativi di certo ambiente montano appenninico. Osserviamo, in tal modo, come il territorio dell'Oasi, sia coperto da una foresta caducifoglia montana, tipica dell'Appennino, in cui al faggio dominante si associa, nei siti più freschi ed ombrosi, il tasso nonchè, nei luoghi più umidi e meno elevati, l'ontano napoletano. Come sapientemente ci anticipava nella sua illustrazione del paesaggio la nostra solerte guida, in situazioni particolari sono sporadicamente presenti il tiglio selvatico, il carpino orientale, la carpinella, diverse specie di aceri, la roverella e, sparsi un pò ovunque, il sorbo montano ed il salice delle capre; mentre, sui costoni rocciosi più assolati ed esposti a meridione, è possibile trovare il leccio o, continuando a percorrere i sentieri che si aprono nell'Oasi, all'ombra dei faggi, è facile imbattersi nell'agrifoglio, anch'esso elemento caratterizzante della flora montana locale. Sempre più rapiti da questa sorta di estasi ecologica provocata dalla rilassante e rasserenante amenità dello spettacolo naturale propinatoci dalla montagna che ci ospita, ci rendiamo conto di quanto la flora di quota sia ricchissima, per cui delle 1162 entità floristiche censite sul PARCO NAZIONALE DEL PARTENIO, i costoni rupestri della MONTAGNA DI SOPRA contano vari esemplari. Fra di essi, non si può non menzionare il giglio martagone, altra componente floreale tipica dell'Oasi, di cui assurge addirittura a simbolo e la rosa pendulina, che fiorisce sulle vette più alte, disegnando macchie rosso porpora in mezzo alle rocce. Proseguendo il nostro percorso naturalistico, scorgiamo che anche i lembi che ricoprono i canaloni propongono una flora ricca di entità interessanti come ad esempio, fra gli altri, il giglio rosso e varie specie di orchidee e campanule. Ma l'Oasi MONTAGNA DI SOPRA non è soltanto flora, ma anche fauna, altrettanto caratteristica. Innanzitutto, ricca è la presenza di anfibi che, secondo quanto spiega la nostra guida, rivestono particolare importanza conservazionistica, in quanto risultano ormai in rarefazione in tutta la nostra penisola. Lungo i diversi ruscelli e nei pressi delle sorgenti è facile notare una particolare sottospecie di salamandra pezzata, tipica dell'Appennino meridonale, denominata Salamandra s. gigliolii, mentre nelle zone aperte e nei siti più assolati fa capolino, fra le pietre, la lucertola muraiola e più a valle, anche se molto raramente, si può individuare il cervone. Riguardo, poi, alla avifauna, ci viene evidenziato che sussistono circa 70 specie di uccelli che nidificano nell'Oasi, di cui è possibile veder volteggiare, fra gli altri, la poiana, lo sparviero, il gheppio, il corvo imperiale, il nibbio bruno ed il falco pellegrino. Nel corso del nostro agreste cammino, anche opportunamente aiutati dalle precise indicazioni apposte lungo tutto l'itinerario in programma, apprendiamo che, nella pressochè sterminata faggeta che continuamente ci si para davanti, oltre al fruscio del vento, è frequente udire il verso del picchio verde ed il tambureggiare del picchio rosso maggiore e che non è raro imbattersi, anche di giorno, nell'allocco. Persino i pipistrelli fanno registrare la propria presenza con circa 8 specie diverse, rifugiandosi nel loro importante sito di ricovero, costituito dalla cosiddetta Grotta di Mattiuccio, un tempo utilizzata dai pastori per riparare le greggi. Tra i mammiferi, sono presenti la volpe, la donnola, la faina, la martora ed il tasso (quantunque li abbiamo soltanto visti raffigurati in realistici disegni esplicativi, appositamente inseriti nelle indicazioni di percorso, non avendo avuto la fortuna di poterli “incontrare di persona” durante la nostra escursione). Negli ultimi anni, sembra esser tornato il lupo, mitico protagonista di leggendarie lotte con i cani da guardia dei pastori, ma da sempre rispettato dalla gente del luogo. A completamento della esposizione descrittiva di tale affascinante paesaggio montano, un breve cenno merita anche l'informazione concernente la struttura geologica dell'Oasi WWF MONTAGNA DI SOPRA, rispondente ad una natura prettamente calcarea che però, avendo subìto l'influenza dell'attività vulcanica del monte Somma-Vesuvio, ha, altresì, arricchito il territorio di materiali piroclastici, rendendo i suoli molto fertili, ma anche, purtroppo, estremamente fragili. Da quanto si è avuto modo di conoscere nell'ambito della pur breve e riassuntiva descrizione che si è tentato di fornire precedentemente, sembra emergere che l'Oasi presenti una notevole complessità vegetale, annoverando specie legate sia ad un ambiente mediterraneo che appenninico. I corsi d'acqua che ne solcano il territorio sono a carattere prettamente torrentizio. Dalle sorgenti, inoltre, tra cui sicuramente spicca la fonte Acqua delle Vene, sgorga ottima acqua oligominerale. L'Oasi in esame assume, peraltro, una rilevante importanza anche sotto l'aspetto storico, culturale e folkloristico per tutto l'ambiente circostante, oltre che sotto quello naturalistico sin qui sottolineato, in quanto si pone quale centro propulsore di tutta la civiltà contadina locale, sviluppatasi sull'ala delle tradizioni montanare che si sono originate su queste splendide montagne appenniniche; tradizioni che, consolidandosi nel tempo, le hanno elette a punto di riferimento imprescindibile della vita sociale e culturale della comunità nonché della sua peculiare economia agricolo-montanara. Per concludere degnamente tale tentativo di trasposizione mediatica della sorta di immersione bucolica nella natura testè approntato, è significativo riportare una citazione tratta dai creatori dell'Oasi in seno al WWF: <<La montagna è un patrimonio ambientale prezioso ed insostituibile, che non abbiamo alcun diritto di sacrificare al nostro egoismo, ma dobbiamo tramandare ai posteri intatto, come ci è stato lasciato dai nostri predecessori>>. Come ultima tappa della piacevole gita naturalistica e storico-culturale in argomento, si è prescelta l'ABBAZIA DI MONTEVERGINE, anch'essa situata nel comprensorio del PARCO REGIONALE DEL PARTENIO , a poca distanza dall'Oasi WWF MONTAGNA DI SOPRA. Sempre in base a quanto ci insegnava la nostra guida WWF, l'ABBAZIA è una delle più grandi ed importanti di tutto il Meridione, fondata intorno al XII secolo da S. Guglielmo da Vercelli, monaco benedettino, mentre era diretto alla volta delle Crociate in Terra Santa. L'ABBAZIA è ogni anno meta di numerosi pellegrinaggi e visite turistiche per via delle svariate opere d'arte che la caratterizzano, fra cui si porge all'attenzione la famosa Vergine Maria, risalente all'arte bizantina. Abbiamo, inoltre, potuto ammirare, al suo interno, la Cappella ricostruita, su di una preesistente base gotica, in stile barocco, contenente vari dipinti, bassorilievi e decorazioni di pregevole espressione artistica. Di rilievo storico-culturale è da ritenersi una sorta di tomba vitrea in cui è esposta al pubblico dei visitatori la salma, ormai mummificata, di un altro monaco, che grande importanza ha rivestito nella storia dell'ABBAZIA, considerato praticamente Santo dai fedeli, ma non dalla Chiesa ufficiale, che, anzi, arrivando a tacciarlo di eresia, ha sinora teso a negargli la concessione della beatificazione. Sorprendente appare il suo attuale stato di conservazione a partire dal XVII secolo, dopo quasi quattrocento anni dalla morte, senza aver subito manipolazioni chimiche o di altro genere da parte dell'uomo. Merita, infine, di essere rilevata, nel novero delle attrattive contenute in siffatta ABBAZIA, anche sotto il profilo artistico, una considerevole collezione di Presepi, provenienti da molte regioni italiane, oltre che da diverse Nazioni del mondo, una sorta di Spaccanapoli in miniatura. Nell'intento di sortire il risultato di aver suscitato un minimo di curiosità ed interesse in merito alle svariate iniziative promosse ed organizzate da LEGAMBIENTE CORATO, in cui sono ricomprese le gite ed escursioni naturalistiche e storico-culturali, del tenore di quella testè descritta, non nascondo il vivo proposito di auspicare una sempre maggiore partecipazione alle stesse da parte di soci, simpatizzanti e di quanti intendano comunque aderirvi in ordine alle più svariate motivazioni.