La Puglia, meta dei viaggi nell'età moderna
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- Pubblicato Mercoledì, 14 Dicembre 2005 00:00
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Il viaggio nella nostra società è un soggetto di grande attualità.
Si pubblicano guide, giornali, mappe multimediali e non mancano agenzie che avvicinano la domanda con l’offerta di spostamento da una parte all’altra del mondo, con vettori anche differenti. Se andassimo a ritroso, si potrebbe parlare del viaggio nella civiltà occidentale, nel vero senso della parola, in chiave anche di pellegrinaggio, nel tardo Medioevo con il primo Giubileo nel 1300, indetto da Bonifacio VIII. Nel tempo si sono evolute anche le motivazioni culturali con la nascita delle prime università italiane: Pisa, Perugina, Siena, Salerno, Bologna e Napoli. In chiave più letteraria, il viaggiare, non consisteva solamente nello spostamento, ma nel visitare, scoprire gli usi e i costumi dei popoli nel corso del tempo, cercare di trovare i segni della storia e delle civiltà, i monumenti, i beni e i reperti. Quest’ultima caratteristica fa parte della letteratura moderna e contemporanea. Probabilmente, l’esempio più illustre si può considerare il nostro Ludovico Ariosto, il quale nel “Furioso” affronta questa topica. Lorenzo Magalotti ha stilato dei suoi resoconti dei suoi viaggi per motivi diplomatici, per questo è stato definito il” postiglione d’Europa” facendo conoscere per primo William Shakespeare in Italia. John Milton è stato in Italia si può dedurre anche tramite i “Viaggi di Gulliver”di Johanathan Swift, come il viaggio è inteso come un ampliamento delle conoscenze, che si acquisiscono con l’incontro, il confronto di sistemi e stili di vita. Giulio Verne, nei suoi romanzi, si riappropria delle varie conoscenze scientifiche e tramite il viaggio, anche il fantasticare si riprende i sapere dell’uomo. L’ escursione, la gita, l’uscita in chiave contemporanea non è vista come un periodo prevalentemente di divertimento o di ferie, è vista in chiave antropologica – culturale, per fruire pienamente della storia, dei contenuti e dei valori del luogo che si andava a visitare. L’Italia è da sempre considerata la meta culturale per eccellenza, almeno nella civiltà occidentale, culla della conoscenza e delle grandi capacità che hanno saputo esprimere nella storia. La Puglia è, da sempre il ponte naturale tra i Balcani, l’Asia minore e la Terra Santa. Molti viaggiatori, anche solo passando, hanno varcato la nostra regione, come, ad esempio, San Francesco o San Cataldo, o sono passati per istruirsi. Molti viaggiatori dovevano agire in rispetto alle proprie possibilità economiche ( alcuni viaggiatori erano accompagnati da un loro piccolo staff composto da un tutor o gevernator, persone colte in diversi rami o conoscitori di lingue straniere e qualche volta anche da cuochi o maestri di tè). Essi alloggiavano in conventi, presso famiglie benestanti del luogo, poiché le locande dell’epoca erano poche e spesso poco accoglienti. Naturalmente, le influenze letterarie, storico – architettoniche, classiche sono state il viatico e il richiamo dell’approfondimento culturale dei viaggiatori dell’età moderna: una persona colta doveva necessariamente conoscere parte del patrimonio culturale classico. La Puglia, con la sua stratificazione storica basata sull’avvicendarsi di dominazioni, ha rappresentato una sintesi molto interessante. Per questo motivo, i vari visitatori sono rimasti impressionati dalla ricchezza delle risorse, non solo culturali, ma anche agricole, paesaggistiche e come queste non erano efficacemente utilizzate ( come lo sono tutt’oggi) per un miglioramento della qualità della vita e un migliore benessere economico. Anche sir Richard Hoare Colt nel 1789 ha visitato la nostra regione in compagnia del suo amico pittore italiano Carlo Labruzzi seguendo la via Appia. Sir Colt ha studiato l’arte classica greco – romana ed alcuni autori latini, come ad esempio Orazio, lasciandosi influenzare dalle suggestioni classiche. Oggi sappiamo molto bene cosa resta di questo patrimonio: un ricordo e poche tracce di una cultura che non si lascia scalfire dal tempo e dagli interessi di pochi.