Nasce a Corato il comitato civico Acqua bene comune

Nasce a Corato  il comitato civico Acqua bene comune      

Giovedì 22 settembre ore 19:00 Presso la Biblioteca Comunale si terrà il primo incontro pubblico per discutere di Acqua pubblica e lanciare la campagna referendaria che partirà domenica 25 in via Duomo dalle 18:00 alle 22:00       Cittadini e realtà sociali sono invitati a partecipare      

Anche a Corato, come in diverse parti d’Italia, è nato il comitato civico “Acqua bene comune” per difendere la risorsa acqua dalla mercificazione la risorsa  naturale più  preziosa che abbiamo. Questo è il punto di unione di quell’universo di comitati territoriali, associazioni, realtà sociali e culturali che in tutta Italia stanno sensibilizzando i cittadini a porre attenzione su questo tema e sul pericolo di una completa privatizzazione dell’acqua che avrebbe con effetti devastanti sulla vita quotidiana di ognuno di noi. A livello nazionale il comitato “Acqua bene comune” ha deciso di promuovere 3 quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010. I tre quesiti vogliono abrogare la insensata legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme introdotte, da altri governi in passato, che convergono nella stessa direzione: stabilire che l’acqua è una merce come tutte le altre e la sua gestione deve essere orientata a produrre solo profitti. Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Tale articolo disciplina il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico per i quali il servizio idrico è strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, di servizio e di interesse generale e privo di profitti.   In questo modo,verrebbero poste le basi giuridiche per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare proposta sempre dallo stesso comitato, aprendo sui territori il dibattito e il confronto su un nuovo modello di servizio pubblico, che può divenire concreto ed operativo, solo se costruito sulla democrazia e sulla partecipazione attiva di cittadini e comunità locali.   L’acqua è un bene comune, il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica, per questo è utile condividere tutti insieme questo percorso e per questo motivo tutti i cittadini, le istituzioni, le associazioni, i gruppi e i partiti sono invitati all'assemblea pubblica che si terrà giovedì 22 aprile 2010 presso la biblioteca comunale alle ore 19.00. E' previsto l'intervento di Federico Cuscito del comitato provinciale "Acqua bene comune". Nella circostanza verranno presentate le ragioni che hanno portato all'avvio della campagna referendaria e le prime azioni programmate dal comitato referendario.   Infatti, a cominciare da domenica 25 Aprile sarà predisposto un banchetto in via Duomo per dare il via alla raccolta firme: per tutti i cittadini sarà possibile firmare a sostegno dei quesiti referendari dalle ore 18.00 alle 22.00. Ulteriori azioni ed attività saranno periodicamente comunicate per favorire la sensibilizzazione e la partecipazione dei cittadini che hanno a cuore l’idea che l'acqua sia un bene di tutti ed alla portata di tutti.       Sin’ora hanno aderito:   ACLI, ARCI, CHARITAS, CGIL, CORATO ANTIFASCISTA, GIOVANI COMUNISTI, GIOVANI DEMOCRATICI, LEGAMBIENTE, PD, PRC, SEL.      

L'acqua del rubinetto

 Acqua di rubinetto? Si, grazie!    

Domenica 21 marzo Legambiente Corato ha presentato la campagna nazionale per la promozione dell’acqua di rubinetto e per difendere l’acqua pubblica come bene comune

  Numerosi i Bar che hanno aderito al nostro invito di servire solo acqua di rubinetto partecipando ad Imbrocchiamola   Domenica, in occasione della giornata mondiale sull’acqua Legambiente Corato ha lanciato “Acqua di rubinetto? Si, grazie!”, la nuova campagna nazionale di Legambiente e Federutility, la federazione delle aziende di servizi pubblici locali che operano nel settore idrico. Obiettivo della campagna è dimostrare che l’acqua del rubinetto è sicura e controllata: a garantirne la qualità sono infatti migliaia di controlli che vengono eseguiti ogni anno su campioni di acqua per fare analisi su decine di parametri previsti dalla normativa. Il numero di analisi dipende dal volume di acqua distribuito, dalla lunghezza e dalla complessità dell’acquedotto mentre sono 62 i parametri di qualità chimica, fisica e batteriologica che l’acqua deve rispettare per essere considerata potabile (decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, in attuazione della direttiva europea 98/83/CE). Sono numeri che dimostrano quanto l’acqua di rubinetto delle nostre case sia molto più controllata di quelle in bottiglia. Per quest’ultime, infatti, le prescrizioni normative prevedono la realizzazione di una sola analisi all’anno (Decreto 29 dicembre 2003 Art. 3) da parte dei soggetti titolari della concessione, che viene inviata al Ministero della Salute insieme a una autocertificazione relativa al mantenimento delle caratteristiche delle acque. Naturalmente, come per ogni settore anche per quello idrico capitano temporanei disservizi, sospensioni del servizio o uscita temporanea dai parametri qualitativi. Negli anni, però, è cresciuta sempre più l’attenzione ai controlli. Le analisi vengono eseguite in parallelo dagli enti di controllo (Asl e Agenzie regionali protezione ambiente) e dal gestore del servizio idrico, utilizzando anche sofisticate tecnologie di telecontrollo che permettono il monitoraggio in tempo reale di alcuni parametri fondamentali per la potabilità dell’acqua. L’acqua del rubinetto poi, non è solo sicura, ma anche economica e rispettosa dell’ambiente. Infatti, solo un terzo delle bottiglie di plastica utilizzate per l’acqua minerale viene raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio, mentre i restanti due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore. Inoltre il consumo annuo di 12 miliardi di litri di acqua imbottigliata comporta, per la sola produzione delle bottiglie, l’utilizzo di 350mila tonnellate di polietilene tereftalato (PET), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di CO2 equivalente. La fase del trasporto dell’acqua minerale infine influisce non poco sulla qualità dell’aria: solo il 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui treni, tutto il resto viene movimentato su strada.  L’Italia è il Paese in cui si ha il maggior consumo di acqua in bottiglia nel mondo con il conseguente business miliardario per le industrie dell’acqua minerale che pagano canoni di concessione molto bassi. “L’acqua è un bene comune, il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica e Legambiente – dichiarano dal Circolo -  è assolutamente contraria ad ogni norma che obblighi alla privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese. Per Legambiente il prezzo dell’acqua andrebbe fissato tenendo conto del fatto che si tratta di un bene finito e probabilmente destinato a scarseggiare sempre di più per effetto dei cambiamenti climatici. Un bene, dunque, da consumarsi con parsimonia e che non deve sottostare a logiche economiche di sfruttamento.” Durante il banchetto è stata proposta la degustazione al buio dell’acqua mettendo a confronto l’acqua pubblica con quella in bottiglia. È emerso che la maggior parte dei cittadini, che si sono voluti cimentare in questo semplice sondaggio, hanno riconosciuto la differenza e quasi tutti hanno confessato che l’acqua pubblica è più buona, anche quelli che hanno dichiarato di fare uso di acque in bottiglia. “Dal piccolo sondaggio emerge chiaramente – continuano dal Circolo – che l’acquisto irrazionale di acqua in bottiglia risponde più all’abitudine che ad una vera necessità e che è bastata una semplicissima dimostrazione per sfatare il mito che vuole l’acqua in bottiglia più buona di quella pubblica di rubinetto. Inoltre – concludono da Circolo -  anche se molti cittadini hanno evidenziato come l’utilizzo si acqua in bottiglia sial legato al problema della pulizia degli autoclavi e nella mancata manutenzione delle tubature interne alle abitazioni, basta anche li farsi due conti e scoprire facilmente come per fare manutenzione agli autoclavi ed alle cisterne condominali solo una volta l’anno si spende molto meno rispetto a quanto si spende annualmente per acquistare l’acqua ”.  Di seguito l’elenco dei Bar che hanno aderito ad Imbrocchiamola, una delle azioni previste dalla nostra campagna che prevede appunto il coinvolgimento dei pubblici esercizi nell’utilizzo dell’acqua d rubinetto. Per ora hanno aderito:   LINO’S COFFEE – Viale Vittorio Veneto, 15 – Corato   CREME CARAMEL Via Capaccio da Roma, 3 – Corato   CARLO’S – C.so Cavour, 1-3 – Corato   RE NUDO’ – Piazza Sedile, 1 – Corato   PRISMA CAFE’ – Via Paolucci, 2° - Corato   ALEXART – Piazza Mentana, 20 – Corato   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA o effettuare il versamento sul CCP (conto corrente postale) n° 944 445 93, intestato a: SMA Solidale Onlus, Via Romana di Quarto, 179 - 16148 Genova indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Per info :   www.missioni-africane.org  o www.legambientecorato.it    

TAR Lecce sospende il progetto della Northern Petroleum ltd al largo delle coste pugliesi

TAR Lecce sospende il progetto della Northern Petroleum ltd al largo delle coste pugliesi    

  Legambiente Puglia: “Soddisfatti per la decisione del Tar perchè è indubbia l'incompatibilità ambientale del progetto”      

  Con ordinanza in data odierna (130/2010) il Tar di Lecce ha sospeso gli effetti delle autorizzazioni ambientali rilasciate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e dal Ministero Per i Beni e Le Attività Culturali per l'esecuzione dei sondaggi petroliferi previsti al largo delle coste pugliesi. Il Tar ha accolto i rilievi dei Comuni di Fasano e Ostuni e della Regione Puglia, evidenziando vizi di procedura e carenze sostanziali, inerenti l'insufficiente valutazione degli impatti ambientali previsti. Legambiente Puglia si accinge ad intervenire al fianco delle istituzioni pugliesi e a sostenere le loro azioni per la tutela del territorio e dell'ambiente marino. “Oggi, Legambiente Puglia può esprimere piena soddisfazione per la decisione del Tar - dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia – e lo stesso sentimento è condiviso dai sindaci dei comuni coinvolti dallo scempio, da tutti i cittadini e dalle associazioni che hanno partecipato in massa alle manifestazioni di protesta del 23 gennaio a Monopoli e del 20 febbraio ad Ostuni. L'intero progetto presentato dalla società petrolifera, a partire dalla tecnica di prospezione geofisica denominata Air-gun, è fortemente impattante per l'ambiente, le attività produttive e il turismo delle coste pugliesi, come ha palesato il Tar nell'ordinanza.”         N. 00130/2010 REG.ORD.SOSP. N. 00186/2010 REG.RIC.            REPUBBLICA ITALIANA Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia Lecce - Sezione Prima ha pronunciato la presente ORDINANZA Sul ricorso numero di registro generale 186 del 2010, proposto da: Comune di Ostuni, rappresentato e difeso dall'avv. Cecilia Rosalia Zaccaria, con domicilio eletto presso Angelo Vantaggiato in Lecce, via Zanardelli 7; contro Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero Per i Beni e Le Attivita' Culturali, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Distrettuale Stato, domiciliata per legge in Lecce, via F.Rubichi 23; nei confronti di Northern Petroleum Lmt; e con l'intervento di ad adiuvandum:Comune di Fasano, rappresentato e difeso dall'avv. Ottavio Carparelli, con domicilio eletto presso Angelo Vantaggiato in Lecce, via Zanardelli 7; Regione Puglia, rappresentato e difeso dall'avv. Vittorio Triggiani, con domicilio eletto presso Tar Segreteria in Lecce, via F.Sco Rubichi 23; per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia, del provvedimento di pronuncia positiva di compatibilità ambientale concernente il progetto di realizzazione della prima fase del programma lavori collegato al permesso di ricerca "dl 49 D.R.-NP" sito al largo delle coste pugliesi, presentato dalla società Northern Petroleum (UK) LTD con sede secondaria in Roma (09A13592) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Parte Prima n.267 in data 16.11.2009 nonchè di tutti gli atti presupposti, preparatori, connessi e consequenziali; del provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Parte Prima n. 270 in data 19.11.2009; del provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Parte Prima n. 272 in data 21.11.2009; per quanto occorrer possa, del decreto del Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare n. GAB/DEC/193/2008 del 23.6.2008, recante modifica del DM 18.9.2007 e del decreto del Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare n. GAB./DEC/194/2008 del 23.6.2008 con cui si è proceduto alla nomina di nuovi componenti della Commissione VIA.   Visto il ricorso con i relativi allegati; Visti tutti gli atti della causa; Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero Per i Beni e Le Attivita' Culturali; Visti gli artt. 19 e 21, u.c., della legge 6 dicembre 1971, n. 1034; Relatore nella camera di consiglio del giorno 24/02/2010 il dott. Carlo Dibello e uditi per le parti i difensori avv. Zaccaria, Tarentini, Triggiani e Carparelli ;   Premesso che il Comune di Ostuni impugna i provvedimenti con i quali il Ministero dell’Ambiente si è pronunciato positivamente sulla compatibilità ambientale dei lavori preliminari alla attività di estrazione di idrocarburi in favore della società Northern Petroleum LTD (UK) ; considerato che il ricorso principale e gli atti di intervento ad adiuvandum appaiono sorretti da ragioni meritevoli di apprezzamento e tutela in sede cautelare indipendentemente dalla sussistenza di un pericolo imminente di pregiudizio derivante dalla esecuzione dei provvedimenti impugnati, trovando applicazione, nella specie ,il principio di prevenzione che legittima la concessione di una tutela cautelare anticipata ; rilevato che il procedimento di compatibilità ambientale è culminato nella adozione di provvedimenti ministeriali che sembrano avere disatteso alcuni considerevoli profili di criticità qui di seguito riportati: omesso perfezionamento della procedura di composizione della commissione tecnica di verifica di impatto ambientale mercè convocazione del rappresentante designato dalla Regione Puglia , con conseguente mancata valutazione di interessi ascrivibili all’ente territoriale; omessa considerazione del carattere inquinante della tecnica di prospezione geofisica denominata “ Air gun” , soprattutto in rapporto alla mancata considerazione di una alternativa tecnicamente praticabile allo stato delle conoscenze di settore e delle caratteristiche di sensibilità dell’area ove si svolge l’attività in questione ; non adeguata considerazione degli effetti pregiudizievoli derivanti dall’utilizzo della suddetta metodica di prospezione geofisica per la salvaguardia di alcune specie marine ( in particolare, Misticeti e Odontoceti); omessa valutazione dei pregiudizi che l’attività di ricerca petrolifera in argomento può produrre a carico delle attività produttive attraverso le quali si manifesta la vocazione del territorio costiero( attività di esercizio della pesca , del turismo , della balneazione ecc.);   P.Q.M. Accoglie la suindicata domanda cautelare e, per l’effetto, sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati; La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti. Così deciso in Lecce nella camera di consiglio del giorno 24/02/2010 con l'intervento dei Magistrati: Aldo Ravalli, Presidente Carlo Dibello, Primo Referendario, Estensore Claudia Lattanzi, Referendario             L'ESTENSORE   IL PRESIDENTE                   DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 24/02/2010 IL SEGRETARIO    

Presentato AMBIENTE ITALIA 2010 - Rifiuti made in Italy

 Presentato AMBIENTE ITALIA 2010 - Rifiuti “made in Italy” il rapporto annuale di Legambiente sullo stato di salute del nostro Paese elaborato dall’istituto di ricerche Ambiente Italia  

Elezioni Regionali Legambiente Puglia lancia la sfida ai candidati: potenziare le rinnovabili, investire nel trasporto pendolare, combattere le ecomafie, ottimizzare la gestione dei rifiuti  

  Il 2010 è l’anno in cui si vota nella maggior parte delle regioni italiane ed è, dunque, un’ottima occasione per fare un check del loro stato di salute ambientale. “Vogliamo riempire di contenuti concreti la prossima campagna elettorale. Altro che schieramenti e posizionamenti, le Regioni hanno responsabilità enormi per disegnare la qualità dello sviluppo nei territori per uscire dalla crisi”. Questo l'assunto di Legambiente Puglia che, in Ambiente Italia 2010, l'annuale rapporto sullo stato di salute del Paese, quest'anno ha voluto aggiungere ai tradizionali indicatori una significativa analisi delle sfide ambientali che le Regioni devono affrontare per promuovere uno sviluppo più moderno e pulito, sviluppando la Green economy, creando nuovi occupati in settori strategici, modernizzando il Paese e puntando sulla qualità e la vivibilità concreta. Otto gli ambiti strategici per la situazione ambientale: energia e fonti rinnovabili, dissesto idrogeologico, trasporti e pendolarismo, cave, consumo di suolo, aree protette, acque e rifiuti. Una cosa è certa: le Regioni hanno oggi grande responsabilità non solo nella gestione dell’esistente, ma nel promuovere e governare un futuro possibile e possono svolgere un ruolo positivo e innovativo, di valenza nazionale, in molti settori delle politiche ambientali. Presentato questa mattina a Roma, Ambiente Italia 2010 vuole costruire la fotografia dell’esistente e quanto si potrebbe e dovrebbe fare per aiutare i territori a compiere un salto di qualità.   “I temi scelti quest’anno da Ambiente Italia –dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia– sono quelli più importanti per spingere la green economy, creare posti di lavoro in settori innovativi come le rinnovabili e il recupero inerti in edilizia e avviare uno spostamento del prelievo fiscale verso il consumo di risorse, come chi cava, chi imbottiglia acque e chi consuma suoli. L’insieme di queste proposte, se applicate, può dare alle regioni una visione del proprio futuro, quello che serve è coraggio da parte della politica.”   L’industria italiana delle fonti di energia rinnovabile (Fer) mostra un elevato grado di dipendenza tecnologica importando circa i tre quarti dei componenti per gli impianti di generazione da fonti rinnovabili. Eppure uno scenario dello Iefe-Bocconi evidenzia le potenzialità di sviluppo del settore al 2020: se l’industria nazionale riuscisse a coprire almeno il 70% della quota di mercato domestico, potrebbe creare 175 mila nuovi posti di lavoro, realizzando un fatturato di 70 milioni di euro (5,6 milioni di euro all’anno nel periodo 2008-2020). Questi impianti non li hanno messi gli enti pubblici. Tuttavia, sia la Regione Puglia (con quest’ultima amministrazione) sia il Trentino Alto Adige (da qualche decennio) hanno fortemente promosso l’uso delle fonti rinnovabili. Per quanto riguarda il fotovoltaico, su un totale di ormai poco meno di 60 mila impianti e 709 MW installati, con il primo e secondo conto energia, solo il 33% della potenza è installata nelle regioni del Sud (e di questo, il 40% è concentrato in una sola regione, la Puglia). In Puglia, dall’eolico si ricavano 1.316,9 GWH di energia, 23,7 dal fotovoltaico, 38,5 dai rifiuti, 695,8 dalle biomasse e 66 dal biogas per un totale di 2141 GWH. Di questo passo, al 2020 si avranno 3720 GWH di eolico on-shore, 2200 di eolico off-shore, 750 di solare fotovoltaico, 450 di solare termodinamico, 250 di biogas, 150 di rifiuti, 450 di biomasse per un totale di 7970 GWH. Quest’energia al 2020 sarà ripartita in 350 Ktep nel residenziale e terziario, 150 nell’industria e nell’agricoltura.   Cambiando tema, la spiegazione delle difficoltà nello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città italiane, le ragioni dei pochi treni a disposizione nelle ore di punta e della scadente qualità dei convogli appaiono scontate guardando i dati sugli investimenti da parte di Stato e Regioni. I finanziamenti da parte dei governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per il 67% gli investimenti in strade e autostrade e solo per il 13% le linee ferroviarie e per il 20% le linee metropolitane. Anche le regioni hanno privilegiato con i propri investimenti le infrastrutture stradali rispetto a ferrovie e metropolitane. In Puglia l’estensione della rete ferroviaria è di 1.508 km, i pendolari sono 80mila al giorno e gli abbonati 9.793. La nostra Regione ha investito solo 20 mln di euro nelle ferrovie contro i 170,07 mln spesi dalla Lombardia, che ha utilizzato in più altri 87,94 mln di euro nelle metropolitane. Un altro scenario per i pendolari italiani è possibile, ma dipende fortemente dal ruolo che le regioni vorranno dare al trasporto su ferro, alla sua integrazione con le altre forme di mobilità e nelle scelte urbanistiche. Il tema del trasporto pendolare deve entrare nell’agenda delle politiche regionali, e occorre farlo ponendosi un obiettivo all’altezza della sfida lanciata dall’Unione europea al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Per Legambiente è necessario puntare a far crescere il trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 4 milioni di cittadini trasportati nel 2020; aumentare i convogli e le risorse per il servizio ferroviario.   La regione è una protagonista importante per la gestione dei rifiuti. Il ruolo di pianificazione, programmazione e indirizzo della Regione, infatti, è fondamentale per abbandonare il vecchio modello basato sostanzialmente sull’uso della discarica e per rivoluzionare il ciclo dei rifiuti fondandolo sul principio gerarchico delle 4 R (riduzione, riuso, riciclaggio e recupero energetico). Ma qual è la “medicina” usata dalle regioni per curare la “malattia” dello smaltimento in discarica, che purtroppo continua a contraddistinguere la gestione dei rifiuti di almeno due terzi del nostro paese? Un’iniziativa assolutamente condivisibile che per certi versi ricorda quella intrapresa nella Regione Puglia da Nichi Vendola che nel piano commissariale approvato nel 2005 puntò su importanti obiettivi di riduzione e raccolta differenziata, privilegiando per lo smaltimento finale delle quote residue il recupero energetico del combustibile derivato da rifiuti (Cdr) e penalizzando la combustione dei rifiuti tal quali. In Puglia, nessun comune centra gli obiettivi minimi di legge, ma per la prima volta possiamo parlare di esperienze virtuose e positive, a dimostrazione che un’inversione di tendenza nella nostra regione è possibile. Monteparano (TA) al 31.08.2009 ha raggiunto l’obiettivo del Piano Regionale fissato per il 2008. Per aver avviato nel 2009 un nuovo sistema di raccolta, registrando percentuali mensili ben al di sopra del 40%, meritano di essere citate Erchie (dallo 0,9% di RD di gennaio al 60,4% di settembre 2009), Candela (dal 2% di aprile al 48,2% a settembre 2009), Ceglie Messapica (dal 3,8% di gennaio al 38,8% di settembre 2009), Latiano (dal 4,5 di gennaio al 52,9 di settembre 2009), Oria (dall’1,3% di gennaio al 46,7 di settembre 2009), Villa Castelli (dal 5,4% di gennaio al 28,8% di settembre 2009). Legambiente consiglia l’aumento del costo di smaltimento in discarica, il porta a porta in tutti i comuni e l’attivazione di un Osservatorio ambiente e legalità sul ciclo dei rifiuti speciali.   L'ufficio stampa   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA o effettuare il versamento sul CCP (conto corrente postale) n° 944 445 93, intestato a: SMA Solidale Onlus, Via Romana di Quarto, 179 - 16148 Genova indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Per info :   www.missioni-africane.org  o www.legambientecorato.it  

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