L'Opinione L'Opinione

L’educazione ambientale nel periodo estivo

L’educazione ambientale nel periodo estivo

Il contributo di tutti all’aria aperta è per riscoprire nuovi stili di vita

L’estate è il periodo dell’educazione ambientale per eccellenza. Di quella scoperta e per qualcuno di noi di una nuova riscoperta del contatto con la natura: spiagge, mare, montagne, mare, uscite, escursioni…

Leggi tutto...

Legambiente tra ecologia e buonsenso

>Legambiente tra ecologia e buonsenso

Le attività dell'associazione  ambientalista  per l ’ambiente.

Partiamo dall’ecologia per una nuova economia circolare a scanso di equivoci specie del greenwashing. Iniziamo dalle parole e dai contenuti. Molte volte sono distorti dando addirittura un significato opposto dal vero senso e dal valore. Partiamo dal lemma Ecologia.

 

Leggi tutto...

In ricordo di Angelo

In ricordo di Angelo

Per ricordare il sindaco pescatore

Sono molto contento che la RAI ha realizzato il film mandato in onda l'08-02-16 sulla storia di un persona come Angelo Vassallo, che al grande pubblico la sua tragica morte e' passata nel dimenticatoio. Questo grave atto e' avvenuto nel mese di settembre del 2010 e grazie al giornale Nuova ecologia, che diede un ampio spazio all'accaduto anche noi del circolo di Corato abbiamo potuto conoscere la storia di Angelo.

Leggi tutto...

Tra Agricoltura ed Alimentazione

Ci stiamo occupando in questi giorni di agricoltura e di alimentazione con il convegno che abbiamo organizzato per sabato 3 novembre.  

Credo che al di là degli esiti che l’incontrò avrà sia opportuno fare una riflessione sul tema e su quello che l’associazione a livello nazionale sta facendo a riguardo.   Legambiente come associazione ambientalista non può non parlare di agricoltura di qualità e di alimentazione. Temi questi di assoluta importanza e che per un territorio come il nostro, a forte vocazione agricola, diventano strategici per creare situazioni, momenti di dibattito, dove vari mondi possano incontrarsi e discutere sulle prospettive future, sulle necessità e sulle politiche che investono questo settore.   Per cui organizzare questo convegno rappresenta per noi l’occasione per discutere di questi temi con un approccio ambientalista cosa che non di poco conto visto che molto spesso quando si parla di agricoltura si fa riferimento, alla produzione, al consumo ma poco ala qualità ed alla sostenibilità ambientale delle produzioni.   In questa direzione infatti, si sta muovendo l’associazione che su questi temi ha organizzato alcune delle sue campagne ed iniziative più riuscite.   La prima è quella legata al marchio «LAIQ» (Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità) che rappresenta sicuramente lo strumento più incisivo in tema di sviluppo e sostegno diretto alle produzioni agricole di qualità e soprattutto libere da OGM, alla lotta contro la diffusione incontrollata delle biotecnologie in agricoltura, contro l'uso indiscriminato della chimica di sintesi nelle produzioni, per l'eliminazione delle farine animali nei mangimi e per il benessere animale. LAIQ in realtà non è solo una campagna, ma è proprio un disciplinare di produzione destinato alle imprese produttrici al fine di invogliarle a non utilizzare nei loro prodotti sostanze o metodi produttivi ritenuti insalubri per l'uomo, gli animali e l'ambiente. In sintesi si tratta di un insieme di buone pratiche che le aziende che intendono aderire devono rispettare ed entrare di conseguenza con i loro prodotti nel Paniere LAIQ.   Questa iniziativa permette all’associazione non solo di entrare direttamente nel mercato e nel mondo della produzione ma grazie alla creazione del marchio LAIQ permette direttamente  ai singoli consumatori di poter acquistare prodotti che non presentano in tutta la filiera produttiva nessun tipo di contaminazione. In questo modo Legambiente riesce a legare direttamente il mondo della produzione con quello del consumo nell’ottica di un sistema agricolo e produttivo legato alla sostenibilità ambientale.   Sempre con lo stesso obbiettivo ma con un approccio completamente diverso opera un’altra campagna ormai storica che è quella di «PiccolagradeItalia» destinata alla valorizzazione, conservazione e sostegno ai piccoli comuni, ossia i comuni con meno di 5000 abitanti Uno degli obiettivi principali di questa iniziativa è proprio la promozione, tutela dei mille sapori che attraversano le regioni italiane testimonianza di una biodiversità sociale, storica e produttiva che rappresenta il vero ed autentico tessuto connettivo del nostro Paese. Valorizzando le produzioni dei Piccoli Comuni vero tesoro di qualità ambientale è evidente che si va in pratica a sostenere una economia diversa legata al piccolo ed al bello e non alle grandi produzioni, legata alle tradizioni tipiche di un territorio e in aperto contrasto con i fenomeni di omologazione e globalizzazione alimentare oramai purtroppo diffuse nelle nostre abitudini alimentari. Altra campagna fondamentale è il rapporto annuale «Pesticidi nel Piatto» che da una forografia dettagliata sull’uso dei pesticidi in Italia.   Dall’ultimo rapporto emerge come in Europa cinque Stati Membri usano il 75% di tutti i pesticidi usati in Europa Francia, Spagna, Italia, Germania e Regno Unito messi insieme utilizzano circa il 75% del totale dei PPP utilizzati nell'Europa a 25 (dati del 2003). Per quanto riguarda il nostro Paese nello specifico i dati sono poco confortanti: l'Italia è in testa alla classifica degli utilizzatori di insetticida col 33% del totale europeo ed è al secondo posto nell'utilizzo di fungicidi. (Fonte:Eurostat 2007)   Mentre, la fotografia della Puglia rivela che 7 sono i prodotti risultati irregolari e tra questi ci sono 3 campioni di olio extravergine di oliva I campioni multiresiduo si trovano soprattutto tra la frutta e tra questi spiccano un campione di pere con ben 6 principi attivi e diversi campioni di uva di vario genere (il 28% dei campioni di uva ha più di 1 residuo) che presentano anche 5 o 6 sostanze. Tra i pesticidi più ricorrenti – sia nei campioni irregolari sia in quelli regolari – ci sono il metalaxil, il procimidone, il fenitrotion e il chlorpirifos.   Da questa carrellata delle iniziative messe in campo da Legambiente emerge che quando si parla di agricoltura si parla di un vasto mondo che va dalla lotta agli OGM, alla valorizzazione dei prodotti tipici, per arrivare sino alla battaglia per la sicurezza alimentare. Le relazioni sono infinite e tante sono le problematiche che si intrecciano introno e dentro il tema agricoltura. L’obiettivo è un agroalimentare di qualtià che valorizzi le produzioni tipiche, rinunci agli OGM e dia garanzie sul piano della sicurezza. C’è moltissimo da fare.   Noi per lo meno siamo partiti.

Cambio Clima

Il riscaldamento del pianeta è ormai una certezza.

È questo il ritornello che ormai ascoltiamo da qualche mese e sopratutto a seguito della pubblicazione del rapporto dello ICPP (Intergovernamental Panel on Climate Change) l’istituto che si occupa dei cambiamenti climatici per le Nazioni Unite, che ha definito come «inequivocabile» il nesso tra cambiamenti climatici ed inquinamento atmsferico.   Niente di nuovo diremmo noi ambientalisti che gia da alcuni anni stiamo portando avanti questa battaglia, ma forse la novità che si sta registrando in queste settimane è senza dubbio la presa di consapevolezza diffusa che oramai nelle società industrializzate esiste un problema cambiamento climatico e che ci invita tutti a riflettere.   In questo battaglia siamo tutti coinvolti ognuno secondo le proprie responsabilità. In primis i governi che devono fare una scelta chiara, forte, precisa e non più rinviabile,  di investire ingenti risorse finanziare in energia pulita, in un sistema di mobilità sostenibile, in un economia diversa, dall’altro il mondo delle imprese che devono realizzare una vera e propria rivoluzione industriale questa volta ecologica e convertire sia tutto il processo produttivo nell’ottica di una riduzione del livello di emissioni clima-alteranti, sia realizzare prodotti compatibili con l’ambiente.   Quindi ci sono anche i cittadini che devono imparare a scegliere i prodotti più ecologici, orientando in questo modo il mercato verso questo tipo di produzioni, devono imparata ad utilizzare l’energia in maniera più intelligente, per esempio cambiando le lampadine di casa con quelle a basso consumo, ridurre i consumi di acqua e la produzione di rifiuti, contribuendo attraverso queste semplici azioni a ridurre in maniera significativa l’inquinamento.   I dati che ci vengono forniti non sono dei più roseii infatti, la concentrazione di gas a effetto serra nell’atmosfera è arrivata a valori mai verificatisi negli ultimi 650 mila anni e negli ultimi 50 anni la temperatura media del pianeta è aumentata ad un tasso due volte superiore a quello dei decenni passati, e, continuano ancora gli scienziati, entro la fine del secolo in corso, al più tardi nel 2100, la temperatura superficiale della Terra crescerà probabilmente da 1,8 a 4 gradi centigradi.   La realtà fotografata e sottoscritta da oltre 2500 esperti di tutto il mondo ha anche individuate le cause principali infatti, il fenomeno in corso, dice l’IPCC, è al 95% colpa dell’uomo, e soprattutto del consumo galoppante di petrolio e combustibili fossili.   A questa situazione in realtà era, già da tempo, stata trovata un soluzione quando nel 1997 a Kyoto veniva sottoscritto per la prima volta un Protocollo con il quale i Paesi firmatari si impegnavano a ridurre in maniera sensibile le emissioni di gas serra. Oggi quindi è da lì che si deve partire perchè il Protocollo, tralasciando le obiezioni degli Stati Uniti, anche dai Paesi firmatari è rimasto in buona parte inapplicato ed ormai si parla sempre più insistentemente di un dopo Kyoto anche se poi una vera è propria Kyoto non c’è mai stata.   Basti guardare alla situazione dell’Italia che si era impegnata a ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2012 rispetto ai livelli del 1990, emissioni che sono sensibilmente aumentate giungendo ad un più 12,2% portando così il nostro livello di emissioni ad un più 18,6%. Un ritardo colossale ed inaccettabile.   Nonostante questi dati non è il momento degli allarmismi e del catastrofismo è questo invece il momento utile per invertire la rotta e realizzare veramente un modello sociale ed economico davvero sostenibile e rispettoso della natura e dell’ambiente.   Questo è possibile solo se sin dalle piccole azioni quotidiane per arrivare poi alle grandi scelte politiche dei governi ognuno si impegnerà ai propri livelli in questa direzione per raggiungere l’obbiettivo ambizioso ma per fortuna non ancora impossibile di salvare il pianeta. Credo che qualche volta tenessimo a mente un antico detto dei Pelle rossa «ricordiamoci sempre che la terra che abbiamo l’abbiamo ricevuta in prestito dai nostri figli, facciamo in modo di restituirgliela così come l’abbiamo ricevuta».   Aldo Fusaro Presidente Legambiente Corato    

Informazioni aggiuntive