Cara scuola pubblica
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- Pubblicato Giovedì, 04 Dicembre 2008 00:00
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Cara scuola pubblica, scusaci se ti scriviamo come uno di un migliaio di circoli d’Italia.
Nella nostra realtà locale abbiamo proposto un consiglio comunale monotematico, ma, purtroppo, la nostra richiesta non è stata ascoltata. Oggi, nel campo dell’istruzione e dell’educazione si vive una campagna di denigrazione e di screditamento a livello nazionale, mentre a livello locale un silenzio assordante con cui, si intende “investire” sugli insegnanti, sulla storia e sulla cultura del nostro Paese. Il paradosso delle uscite ripetute di alcuni politicanti: dagli insegnanti fannulloni, alla “scoperta antropologica” degli insegnanti meridionali, dai cronici assenteisti agli incompetenti corresponsabili di una scuola additata come fabbrica di ignoranti con piccoli/ grandi “reati”, e per ultimo alle scarse perfomances da parte degli alunni e studenti, ha finito per oscurare il necessario dibattito intorno a questioni più complessive quali l’intero modello scolastico ed educativo o al riaggiornamento dei saperi e delle competenze. Ma anche su questi ultimi due aspetti solo continui e ripetuti silenzi a livello centrale. Le sortite di alcuni aficionados, che riguardano gli stipendi, che sarebbero fin troppo alti, peccato che siano inferiori del 20% di quelli europei per non parlare del 40 % rispetto alla Germania. Molti preferiscono parlare della “Buona politica” ossia di quella pratica sociale che opera verso il bene comune, violando il patto di stabilità, parlano di assicurare i servizi fondamentali ai cittadini, dimenticandosi che sono proprio i cittadini a contribuire al funzionamento degli stessi servizi che dovrebbero essere quantitativamente e qualitativamente erogati. Sulla Scuola solo parole vuote o silenzio. Le forzature governative discendono dal fatto che l’attuale confronto contrariamente a quanto accaduto, più volte, in passato, non si è concentrato sui valori fondamentali e sui grandi e complessi processi culturali della società, ma si è limitato a considerare solo le questioni legate alla dimensione quantitativa e contabile del nostro sistema di istruzione piuttosto che recuperare le grandi e fondamentali elaborazioni culturali fatte da illustri personaggi come, Giuseppe Dossetti, Aldo Moro, Concetto Marchesi, Tristano Codignola. Infatti, oggi con la nuova riforma rischia seriamente di essere compromessa tutta l’elaborazione culturale che si è sviluppata intorno alla scuola pubblica a partire dagli inizi degli anni sessanta e che contribuì nel 1962 alla realizzazione della scuola media unica, a tutto quel positivo clima culturale e sociale nella quale furono elaborati, come conseguenza della contestazione sessantottina “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani (1967), i “Decreti Delegati” (1974), fondati sul principio della condivisione culturale e sociale, e più recentemente a tutto l’ impegno che ha condotto la scuola elementare, nel corso degli anni novanta con la nascita, la crescita e lo sviluppo del modulo didattico dei tre insegnanti su due classi nella scuola primaria (oltre ai docenti di sostegno e di religione), sino allo sviluppo di un’altra idea guida dell’autonomia delle scuole per agganciare la scuola al territorio. Del resto, gli” Orientamenti Educativi” (1991) della scuola dell’infanzia, sono stati il prodotto della ricerca pedagogica più avanzata e del rapporto con le esperienze più vive del nostro Paese, hanno dato forma e consistenza ad un progetto pedagogico e culturale, che ora, purtroppo, rischia di naufragare con il mono organico dei docenti, rendendo la scuola dell’infanzia quasi un vero e proprio ospizio part- time per i bambini, ritornando ai tempi di Ferrante Aporti (circa due secoli fa!), con una forte limitazione degli orari e dei tempi delle attività didattiche ed educative. Su questo ora aleggia il silenzio di tutte le istituzioni sia locali che nazionali. È certo che i frutti di questa situazione gli tra qualche anno, quando, i pilastri culturali della nostra nazione che hanno radici millenarie, saranno sostituite da una kultura fatta di stereotipi, di vacuità, realizzata con tagli di spesa generalizzati a pioggia, e che in definitiva oltre a contribuire se non proprio a determinare la recessione economica, in seguito, sarà la principale fautrice della più grave, molto probabilmente crisi sociale, e quindi della regressione culturale, negano ogni possibilità e prospettiva di futuro. In realtà, ogni intervento anticrisi per essere tale deve puntare a superare l’empasse con investimenti nel campo della ricerca didattica, pedagogica e tecnologica ci verrebbe da dire ….”…. Buonanotte all’Italia che si fa o si muore… Buonanotte all’Italia con gli sfregi nel cuore e le flebo attaccate da chi ha tutto il potere.”(Ligabue). Purtroppo,avremmo dati , già pubblicati a livello nazionale , che mettono a nudo aspetti economici e di qualità della scuola che per motivi di spazio, non riportiamo con fonte lo stesso MIUR. I silenzi di imbarazzo dell’Amministrazione e del Governo sono chiari: non parlarne significa che il problema non c’è o meglio non ci dovrebbe essere per ora…. Almeno….. Ti siamo vicini, cara scuola pubblica, speriamo che il futuro sia migliore del passato e del presente tra un taglio ai bilanci ed un crollo di una scuola, loro che ti criticano, passeranno, tu no, nonostante tutto…….Siamo certi del loro silenzio, noi continueremo a parlare ed a operare nella nostra realtà e con i nostri mezzi …. Con immutata stima Il circolo di Corato di Legambiente P.S. Legambiente parla di scuola sulla base di una semplice considerazione e cioè che non possibile parlare di ambiente senza legare tali questioni agli spetti più generali legati alla cultura ed all’educazione. Per questo Legambiente è anche Legambiente Scuola e Formazione ossia l’associazione professionale degli insegnanti, degli educatori e dei formatori ambientalisti. E’ nata nel 2000, raccogliendo il patrimonio culturale ed organizzativo del Settore Scuola e Formazione di Legambiente, attivo dal 1987, con l’obiettivo di valorizzare l’associazionismo fra i professionisti dell’educazione per meglio contribuire al miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione. E’, infatti, un luogo di incontro, di aggregazione, di riflessione, di scambio e di esperienza per i professionisti della scuola e per gli educatori e formatori extrascolastici che si riconoscono negli ideali ambientalisti. Offre ai suoi soci attività di formazione in presenza e a distanza, lavori di ricerca professionale ed epistemologica, gemellaggi con altre realtà, occasioni di dibattito politico e culturale, consulenza per la realizzazione di progetti educativi nazionali e internazionali, materiali didattici e informativi.