San Daniele Comboni a Corato

P. Franco Mastromauro, da anni segue le orme del fondatore della sua congregazione San Daniele Comboni. Nel corso di un intervento, a margine di una solenne celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Giovan Battista Pichierri, nella parrocchia di Santa Maria Greca, il prelato coratino insieme con altri confratelli, ha parlato della figura di San Daniele Comboni e della presenza del Santo a Corato.   Infatti, in una lettera scritta dallo stesso Santo a Monsignor Luigi Di Canossa a Roma il ventisette luglio del 1872, scrisse: "L’Arciv.o di Trani diede al Fiore a dirigere una città (N.d.R.: Corato) di 36000 anime, mettendo sotto la sua cura più di 20 canonici e 30 beneficiati (N.d.R.: chierico titolare di un titolo ecclesiastico). D. Perinelli ed io che passammo due giorni in quella città di Corato,s iamo testimoni dell’entusiasmo che gode nelle 4 diocesi di Trani, Barletta, Bisceglie e Bari…".   Don Pasquale Fiore, citato da San Daniele Comboni, in questo stralcio, è un sacerdote di Corato ed è, inoltre, indicato come suo vice in un elenco inviato al Cardinal Alessandro Franchi l’otto ottobre del 1875, sul clero missionario proveniente dall’Europa e presente con lui a Kartum-Sudan, scrive: ”1° Daniele Comboni, Provicario Apostolico, nato a Limone Brescia (Diocesi di Brescia) ai 15 Marzo 1831,venuto in Africa Centrale nel 1857; 2° D. Pasquale Fiore, già Canonico di Corato (Diocesi di Trani) Superiore e Parroco di Chartum, e durante la mia assenza mio Rappresentante, d’anni 35, in Missione dal 1870; 3° D. Salvatore Mauro della diocesi di Trani, d’anni 40, in missione dal 1872…”. La diocesi di Trani aveva altri due sacerdoti: don Stefano Vanni di Trani (?) e don Domenico Noja di Barletta, come riporta il Grancelli nel suo scritto su: ”La vita del Comboni”.L’incontro tra San Daniele Comboni e il sacerdote coratino don Pasquale Fiore è indicato da un resoconto del 1871 alla Società di Colonia per le Missioni, Comboni narra che avvenne per caso nella Basilica di San Pietro, nel corso della Messa Pontificale di Pio IX il ventinove giugno 1870, durante il Concilio Vaticano I, in cui lo stesso Comboni era stato delegato dal Vescovo di Verona come teologo per la partecipazione ai lavori conciliari.   L’interruzione del Concilio Vaticano I, per la presa di Roma dalle truppe garibaldine, diede l’opportunità a San Daniele Comboni di effettuare un viaggio in Puglia per far visita alla famiglia di don Pasquale Fiore, nonché per incontrare il vescovo di Trani dell’epoca Monsignor Bianchi Dottula.   Di questo parla lo stesso P.Franco Mastromauro nel suo resoconto della visita di San Daniele Comboni a Corato, riportando il fortuito incontro con una nipote di don Pasquale Fiore che nell’estate del 1964. Fece vedere una fotografia presumibilmente scattata a Corato al prelato coratino ed al fondatore della congregazione missionaria. Tuttavia, il sacerdote coratino fu costretto a ritornare nella città natia per condizioni di salute.   L’esperienza missionaria la mise a servizio della comunità coratina fino alla sua morte. Ho cercato nel cimitero di Corato, la lapide che potesse ricordare l’attività missionaria di don Pasquale Fiore, ma sono riuscito a rintracciare nella cappella del Capitolo, un Ossario, che raccoglie le spoglie del prelato coratino con l’anno di morte quasi illeggibile 1929. Monsignor Daniel Comboni continuò la sua attività missionaria a Kartum, proponendo un “Piano in favore della rigenerazione dell’Africa attraverso l’Africa stessa” (1864).   Il suo fine era di “salvare l’Africa con l’Africa” di unire la fede con la promozione umana, mediante la “rigenerazione cristiana dell’Africa” con la perseveranza sul dovere e sulla necessità di tutta la Chiesa intera nell’attività missionaria, a favore di quelle genti che non conoscevano il Messaggio Salvifico di Cristo.L’apostolo della Nigrizia passando varie traversie e prove scrisse della sua attività missionaria: ”Ho attraversato le più grandi difficoltà, ho sopportato le fatiche più enormi, ho più volte visto la morte vicino a me, ma malgrado tante privazioni e difficoltà, il Cuore di Gesù ha conservato nel mio spirito e nel cuore dei miei missionari e delle mie buone suore… la perseveranza”. Morirà a Kartum il dieci ottobre 1881 all’età di cinquanta anni. Il cinque ottobre 2003 Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato Santo per il suo zelo e per la sua attività missionaria.   Attualmente i Missionari Comboniani, hanno tre istituti religiosi con milleottocento, Padri, Fratelli e studenti professi, millesettecento suore e l’istituto secolare delle suore comboniane.  A Bari la Comunità Comboniana è sita in Via Giulio Petroni, 101.

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