Per l'ambiente
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- Pubblicato Lunedì, 26 Dicembre 2011 00:00
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Per l’ambiente
Il giurista Amedeo Postiglione ,giudice emerito della Corte di Cassazione parla dell’evoluzione del diritto nel campo ambientale L’impegno per l’ambiente è tra gli obiettivi del dottor Amedeo Postiglione,giudice emerito della Corte di Cassazione. E’ promotore e coordinatore del Gruppo di lavoro su Ambiente e Territorio della Corte suprema e docente di Diritto Ambientale presso l'Università di Roma "La Sapienza". Ha scritto diverse pubblicazioni nel campo giuridico _ambientale: Il villaggio globale senza regole , 1992. Tribunale Internazionale dell'Ambiente, 1992. L'Informatica Giuridico Ambientale in Italia, realizzazioni e Prospettive, 1992. Industria e Compatibilità Ambientale, 1991. Attualmente è direttore dell'ICEF,è Presidente onorario aggiunto della Corte Suprema di Cassazione italiana e Vice Presidente del Forum Europeo dei Giudici per l'Ambiente. Ho constato la determinazione di un impegno costante nelle diverse istituzioni nazionali e sovranazionali, per determinare una nuova gestione dell’ambiente che non escluda nessuno,ma valorizza l’impegno per la nostra madre Terra. Ci può dare una definizione di economia ambientale sostenibile ? Esistono molte definizioni di sviluppo sostenibile. Nella realtà, finora, il concetto di sviluppo è stato soprattutto economico-sociale, nel senso che è stata l’economia il motore dello sviluppo. Questo finora è stato il trend essenziale. L’ambiente storicamente è nato in epoca relativamente recente come preoccupazione per il tipo e il modo di produzione e di consumo, che appariva non conforme alle esigenze di salute e di tutela della qualità delle risorse. Oggi, l’ambiente e l’economia si sono molto avvicinate, nel senso che si è compreso che l’ambiente è economia, e viceversa. L’economia naturale , cioè quella che la natura ha sperimentato in milioni di anni, produce “rifiuti” tutti riciclabili nei cicli naturali. L’uomo non riesce ancora in questo compito. L’economia, adesso, deve cercare di sviluppare energie rinnovabili perché le risorse energetiche fossili tendono ad esaurirsi. Inoltre, l’economia deve evitare l’uso eccessivo delle risorse naturali, e assicurare l’equilibrato uso di esse. “Sostenibile”, riferito allo sviluppo, non è che un aggettivo qualificativo. Meglio dire “società sostenibile”, “economia sostenibile”. La sostenibilità va riferita alla vita sulla Terra, nel senso che questo è il criterio unico veramente fondamentale. Una società sostenibile, una economia sostenibile, sono tali solo se consentono di non squilibrare la continuità della vita sulla Terra. Nella dottrina del diritto, quali sono le prospettive del diritto ambientale ? Le prospettive del diritto ambientale sono legate alla tipologia di nuove convenzioni-quadro che riguardano i settori dell’ambiente non ancora coperti. Un aspetto collegato è quello che riguarda l’evoluzione dei diritti umani, stante il legame fra essi ed il diritto umano all’ambiente. Informazione, partecipazione e accesso sono dei diritti umani procedimentali che si stanno affermando anche a livello internazionale. Quanto è importante, da un punto di vista giuridico il diritto ambientale? Il diritto ambientale costituisce la risposta delle istituzioni ai vari livelli (nazionale, comunitario, internazionale). Le istituzioni parlano attraverso lo strumento del diritto, cioè di regole che sono necessarie per proteggere dei valori comuni condivisi come l’ambiente. Il diritto si occupa della realtà umana e sociale, per molti aspetti, quando il problema ambientale si è fatto evidente in termini di inquinamento ed uso non equo delle risorse, il diritto è stato emanato e richiede di essere attuato. Si tratta di un fenomeno di integrazione e di evoluzione di estremo interesse, che considera l’ambiente in tutte le sue dimensioni, per una risposta coerente e condivisa. Quali sono le azioni che si dovrebbero mettere in atto per la tutela dell’ambiente? Oggi, l’ambiente richiede una visione etica nuova in termini di responsabilità. La responsabilità verso l’ambiente è un dovere delle realtà sociali, delle istituzioni scientifiche e religiose, e del mondo delle imprese. Nella sostanza, non basta più il rapporto bilaterale pubbliche amministrazioni-soggetti obbligati (sistema di command and control). La realtà sociale e la realtà economica devono essere chiamate in prima persona a farsi carico del problema ambientale nel momento decisorio, proprio facendo valere una responsabilità comune. La governance ambientale richiede il concorso congiunto di tutti i soggetti coinvolti, pur nella specificità del loro ruolo. Quale può essere il ruolo degli organismi sovranazionali per cercare di frenare le problematiche ambientali? Come si è detto, le Nazioni Unite hanno già svolto un ruolo a favore dell’ambiente, con varie conferenze come Stoccolma 1972, Rio de Janeiro 1992, Johannesburg 2002, e l’anno venturo Rio+20. Gli Stati sono chiamati a riconoscere organismi sovranazionali, anche per la materia ambientale, come si è detto in precedenza. Per il principio di sussidiarietà, la sovranità nazionale degli Stati rimane molto importante, ma deve essere integrata con un quadro nuovo di responsabilità, che fanno capo congiuntamente alla comunità internazionale di cui gli stessi Stati fanno parte. Per il diritto internazionale, la comunità internazionale deve diventare un autonomo soggetto giuridico; allo stesso modo, le persone umane devono diventare soggetti giuridici del diritto internazionale, e non soltanto essere meri destinatari di una protezione indiretta da parte degli Stati. L’ambiente aiuta l’evoluzione dello stesso diritto internazionale verso filosofie più intergrate ed innovative, proprio perché è un valore comune che si pone a tutti i livelli. Quali sono le finalità dell’ICEF ? La Fondazione ICEF, che è Ente morale senza finalità di lucro, si occupa dal 1989 di promuovere la istituzione, a livello mondiale, di organi permanenti e specifici per l’ambiente, sia di tipo amministrativo (un’agenzia internazionale dell’Onu), sia a livello giudiziario (una vera Corte internazionale per l’Ambiente). L’interesse economico, che è quello politicamente più recepito, ha già a livello mondiale delle istituzioni, come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, il WTO ed altri organismi su base regionale. L’ambiente significativamente ha solo tante norme in sede internazionale, ma non ha istituzioni ad hoc di protezione. Quali sono le prossime attività di questa ONG ? La Fondazione ICEf ha svolto un’attività di promozione in Italia ed all’estero, che è documentata da oltre 25 pubblicazioni in lingua italiana e inglese, e che è reperibile presso il sito www.icef-court.org. L’esame di queste pubblicazioni merita di essere fatto in modo approfondito, perché esse sono il segno di una vera e propria esperienza di anticipazione culturale e di maturazione in parallelo con l’evoluzione politica e sociale della comunità internazionale. L’ultima iniziativa ICEF si è avuta a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri, con la Conferenza del 20-21 maggio 2010 dal titolo “Global Environmental Governance”. La Fondazione ICEF non ha delle prossime attività da compiere, perché ha già svolto il suo compito: oggi la palla passa ai governi, perché il discorso della governance globale dell’ambiente è eminentemente un discorso politico, cioè dei governi e della comunità internazionale. La Fondazione ICEF non è una ONG come le altre, perché non si limita a denunciare problemi, ma domanda ai governi con forza di assumere le responsabilità giuridiche e politiche che sono proprie, anche in base alla più recente evoluzione del diritto internazionale dell’ambiente. Certo, sarebbe opportuno un coordinamento di ONG come fattore di pressione, ma quello che è decisivo è di non interpellare solo esperti, ma andare direttamente al cuore del problema, che è quello di “costringere” i governi a iniziare un vero percorso politico, per dare alla comunità internazionale un quadro stabile di vera governance. La Fondazione ha notato ha notato, con vivo rammarico, che al di là delle rassicurazioni cortesi e formali, il governo italiano non si è mai impegnato effettivamente a livello politico su questi temi a livello internazionale, dimenticando che l’ICEF è nata in Italia e ha dato prova di serietà e continuità dell’azione apprezzata a livello esterno al nostro Paese. Giuseppe Faretra