Don Franco Monterubbianesi
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- Pubblicato Domenica, 30 Aprile 2006 00:00
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E’ ormai impegnato da un quarantennio nel sociale don Franco Monterubbianesi,fondatore della Comunità Internazionale di Capodarco (CICa).
E’ un’organizzazione non governativa di solidarietà internazionale senza fini di lucro, sorta con lo scopo di proporsi come presenza di riferimento per gli emarginati di tutti i continenti e come tentativo di dare una risposta concreta ai problemi di quanti nel mondo non sono tutelati. L’organizzazione si avvale del radicamento sul territorio nazionale, attraverso le sedi locali della Comunità di Capodarco, i gruppi soci e gli amici presenti in tredici regioni italiane, che da oltre trent’anni operano nel settore dell’emarginazione. Nel corso di un incontro tenutosi a Corato,invitato dal Forum per il cambiamento solidale “Cristiani in dialogo”, ha parlato della: “Libertà dell’azione politica dei cristiani”. In che modo il cristiano può esprimere la libertà di coscienza? Il cristiano deve credere alla presenza di Dio nella storia attraverso Cristo, perché è il mistero di Di Cristo che ha accettato di morire, abbandonato dal Padre nella morte, ha dimostrato un Amore che va oltre le miserie dell’uomo, a tutt il peccato e a tutti i limiti dello stesso peccato. Se il Cristo presente nella storia attraverso il Suo sacrificio, è risorto perché ha vinto la sua morte ,dà a noi di cambiare la storia. Questa è data al cristiano che laicamente vive la dimensione di uomo, nel lavoro, nella famiglia e nella società. I cristiani hanno la libertà di agire con la forza della Sua morte e della Sua Resurrezione, come modello da seguire,gli uomini possono capire che sono in grado di sacrificarsi per il bene degli altri che attraverso la forza di Dio le cose si realizzano nella storia ,la libertà viene verificata da fare ciò che ci pare, ma è di mettersi a servizio e di impegno per costruire un mondo diverso. La forza della resurrezione che il Cristo fa operare con noi,ci dà il senso del risultato. Quando lascio la comunità per aiutare il povero , so che all’interno solidarizzano. La politica può trovare il suo risultato: ci possono essere delle buone leggi ,per esempio la 328/2000 va applicata nel modo che i servizi sociali possano integrarsi con le realtà sociali del territorio. La partecipazione del terzo settore, del volontariato deve essere resa effettiva e può diventare efficace: noi come Capodarco, le abbiamo applicato, abbiamo portato delle innovazioni. Ora stiamo portando avanti il famoso progetto “Dopo di noi”, laboratori sociali, in cui aiutiamo i ragazzi medio gravi a trovare lavoro. L’altro giorno ero ad un supermercato a Roma in cui abbiamo venduto quattrocento chili di pasta all’uovo fatta dai nostri ragazzi handicappati medio gravi. Quali sono le priorità della nostra società? Le priorità sono l’organizzazione di un nuovo welfare comunitario, in cui ci sia una trasformazione attorno per i disabili,per gli immigrati, per le nuove forme di povertà: dalla partecipazione integrata dei servizi ,ad una nuova mentalità anche da parte degli operatori. I politici non devono essere solo delegati, ma attori insieme con noi di queste realtà, non possono gestire sulla nostra testa le realtà sociali. Qual è il peccato, secondo lei , più grave che può compiere nel mondo d’oggi un cristiano? Sicuramente l’indifferenza ai mali della società, ripiegarsi nel perbenismo, l’individualismo, lasciare che le cose vadano alla malora. E’ drammatica la situazione dei giovani che li stiamo privando di un mondo diverso possibile.