Gregorio Sgarra: l‘arte e la mia fede
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- Pubblicato Giovedì, 02 Febbraio 2006 00:00
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Gregorio Sgarra è un artista di ricerca nel campo dell’arte.
Ha iniziato giovane a dipingere, alunno del professor Nicola Tullo. Ora opera nel suo studio-laboratorio nel centro storico di Corato. E’ nel cuore del centro antico a due passi dalla Chiesa Matrice. Amici, conoscenti, curiosi nel campo dell’arte, certe volte, passano per vedere che cosa sta dipingendo. Gregorio Sgarra li accoglie con il sorriso sulle labbra, spiega che cosa sta producendo, come è arrivato alla sintesi grafico – pittorica di un’icona, i riferimenti stilistici, culturali. Qual’ è stata la sua formazione culturale – artistica ? Ho frequentato il liceo artistico a Bari in seguito, ho studiato all’Accademia delle Belle Arti, un anno a Napoli, e, poi, ho terminato gli studi a Bari, dedicandomi prevalentemente alla pittura. Dopo questo percorso,ho fatto un corso di specializzazione a Bologna tenuto da don Gianluca Busi sulle icone e sulle immagini sacre. Questa esperienza culturale ed artistica è stato il momento di conversione nella mia vita. Allora, che cosa rappresentano le icone ? Sono la narrazione del Vangelo,della vita di Gesù. La vita dei Santi nelle immagini sacre non sono altro che un richiamo costante al Vangelo. Infatti, il termine iconografia significa immagine disegnata, raffigurata, parlare di Gesù tramite le rappresentazioni e i colori e come se il Vangelo fosse raffigurato… Le icone,in questo momento, poi, vanno di moda, sono tra le opere maggiormente richieste,ricercate e commissionate. Le icone, invece, vanno tenute in casa in un angolo, per pregare , per avere un rapporto costante con l’Assoluto ,non per abbellire un salotto , ma devono essere delle immagini che rappresentano qualcosa di intimo e privato. Sono delle immagini controcorrente rispetto al momento storico in cui viviamo, in cui si agisce e si lavora in modo molto superficiale. Quanto le icone influenzano la vita spirituale dell’artista ? Questa attività professionale mi ha spinto a documentarmi sulle icone e sulle immagini sacre,in genere, ed a capire, ad entrare dentro la storia ,i fatti e gli avvenimenti evangelici ,mi aiutano a vivere e mi danno il senso cristiano nella mia vita. Quali altre esperienze artistiche ha fatto ? Oltre a dipingere icone, faccio sperimentazione con nuovi materiali, anche di facile consumo, come acciaio, alluminio, video, installazioni, recuperando sempre la parte spirituale dell’uomo con una dimensione più intima, in cui l’uomo prima o poi si trova a cimentarsi. Per esempio, il rapporto con la morte, con le situazioni della vita e nelle icone questa dimensione esiste. Mi piace portare la dimensione spirituale nell’arte contemporanea, partendo dal concetto del dolore,della tecnologia,delle mutazioni genetiche e come queste situazioni modificano l’uomo e come la dimensione spirituale può dare delle risposte…. Tuttavia, sto collaborando da diverso tempo con Giuseppe Mintone, coreografo della Fondazione Piccinni e interagendo molto sulla corporeità su come il corpo agisce davanti alle telecamere, ai sistemi di controllo , con l’arte visiva e la pittura. [Per l'articolo su Peppino Mintrone, clicca qui.]