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Pubblicato Mercoledì, 09 Maggio 2007 00:00
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Dossier Perché è necessario interrare l’elettrodotto di via Massarenti/Prenestina
Il Quartiere.
La 167 è il quartiere della periferia di Corato che forse più di ogni altro subisce gli effetti di anni di politiche urbanistiche sbagliate che a vantaggio dell’urbanizzazione hanno trascurato la salute dei cittadini. Infatti, diversi sono i fattori di rischio e di inquinamento che nel quartiere si concentrano: a) la presenza di importati impianti industriali ad alto rischio, e della Strada provinciale n. 238 (ex 98), causa per molti abitanti di un insopportabile inquinamento acustico; b) la presenza dell’ELETTRODOTTO da 150.000 Volt, che si snoda a distanza ravvicinata tra i palazzi di Via Prenestina e Via Massarenti, che costeggia il Campo Sportivo Comunale e il centro Sportivo Nicotel Wellness, affianca la villa comunale, sovrasta il Maxistore Di Meglio, il centro dei testimoni di Geova, sfiora il Liceo Oriani di Corato, dove personale di servizio, insegnanti e alunni trascorrono più di sei ore al giorno, e si piazza di fronte all’insediamento produttivo della ditta D’Introno. PERCHÉ INTERRARE L’ELETTRODOTTO Gli aspetti Scientifici Negli ultimi anni – anche e soprattutto a seguito dell’intervento delle Organizzazioni Nazionali ed Internazionali per la salute - si è fatta sempre più chiara la percezione che l’inquinamento elettromagnetico causato da tralicci di alta tensione - è una “aggressione sottile”, che purtroppo per anni non è stata percepita: un’aggressione alla salute dei cittadini, ma anche all’ambiente ed all’estetica di una città per tanti versi “malmenata” dalla mancanza di un piano regolatore e dalla rabbia edilizia degli ultimi trent’anni. Proprio queste Organizzazioni mettono in evidenza che l’inquinamento elettromagnetico, a cui sono esposte quotidianamente le popolazioni che vivono in prossimità di elettrodotti, è un pericolo oggettivo per la salute, una realtà che a lungo termine porta a favorire l’insorgenza di malattie degenerative cancro e leucemia, oltre che a disturbi cronici quali irritabilità, disturbi dell’udito, mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione, ecc. Tuttavia, il problema è ancora aperto perché da parte del mondo scientifico e della ricerca vengono segnali non sempre univoci ed omogenei, come è invece il caso di altri tipi di inquinamento, come ad esempio quello da amianto o da alcune sostanze chimiche. Per quanto riguarda le basse frequenze, e cioè gli elettrodotti, i principali studi e quindi la maggior parte delle evidenze scientifiche sono relative ai possibili effetti a lungo termine associati all’esposizione di questo genere di campi. Circa l'incidenza delle onde elettromagnetiche sulla salute dell'uomo sono stati effettuati, a partire dal 1979, molteplici studi epidemiologici. tra questi assumono valore particolarmente pregnante le c.d. meta analisi o pooled analisi, che aggregano e verificano il risultato di una pluralità di singoli studi. Questi ultimi, infatti, raramente hanno valore conclusivo, se considerati singolarmente, per cui, l'adozione di una corretta metodologia di indagine impone una revisione sistematica di tutte le evidenze che derivano dagli studi epidemiologici, il che avviene appunto con gli strumenti della meta analisi e della pooled analisi. La pooled analisi di Albhom, effettuata nel 2000, realizzando un'analisi combinata di nove studi epidemiologici ben condotti, è giunta ad evidenziare un eccesso di rischio pari al doppio per esposizioni a campi magnetici ELF superiori a 0,4 microtesla. Parimenti la pooled analisi di Greenland, sempre del 2000, ha effettuato un'analisi combinata di 15 studi epidemiologici e ha evidenziato un aumento di rischio relativo di 1,7, per esposizioni superiori a 0,3 microtesla. Peraltro già nel documento del National Institute for Environmental Health Sciences (Portier & Wolfe 1998) che effettua una valutazione di tali evidenze utilizzando i criteri proposti dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), emerge che esiste una evidenza limitata di cancerogenicità per la leucemia infantile in relazione all’esposizione residenziale ai campi di bassa frequenza e per la leucemia linfatica cronica in relazione all’esposizione professionale per valori superiori a 0,4 microtesla. Sulla base di queste valutazioni i campi a bassa frequenza vengono classificati nella categoria dei “possibili cancerogeni” (gruppo 2B dello IARC). Il dato epidemiologico non è stato ancora verificato e confermato dal nesso causale in laboratorio, soprattutto per la mancata comprensione del meccanismo biologico coinvolto. Tuttavia a meno che studi futuri indichino che i riscontri sinora osservati siano dovuti al caso, rimane la possibilità che esposizioni intense e prolungate a campi magnetici a bassa frequenza possano accrescere il rischio di leucemia infantile. I risultati degli studi sinora condotti concorrono comunque a sostenere che si adotti come valore di attenzione 0,5 microtesla. Importante è stata la presa di posizione della Comunità Europea che nei suoi documenti riguardanti l’inquinamento elettromagnetico, ha più volte messo in risalto il rischio per la salute di chi vive 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana sotto o vicino ad un elettrodotto. Come afferma la relazione della Commissione europea del marzo 2001, «questo stato di cose è inaccettabile, solleva gravi questioni etiche e si può sostenere che costituisca una violazione del Codice di Norimberga, in quanto saranno queste persone in definitiva a rivelare in che misura l’esposizione cronica a questi campi sia nociva; informazione questa che attualmente non è disponibile. In altre parole, queste persone sono, in effetti, i soggetti involontari di una sperimentazione di massa» (Parlamento Europeo: Ufficio per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche, Resoconto esecutivo PE n. 297.574, marzo 2001). Inoltre, La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo - nella direttiva del 8. 3. 2005 (Strasburgo, 8. 3. 2005) obbliga tutti gli Stati membri ad assicurare che i nuovi ELETTRODOTTI non coinvolgano le popolazioni in un’emissione che superi gli 0,2 microtesla e che quindi non si possono costruire in zone sensibili (vicino a case e scuole, ecc.) elettrodotti che abbiano una potenza emissiva superiore a 0,2 Microtesla. Della stessa opinione L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e tutte le organizzazioni europee che lavorano per la tutela della salute dei cittadini sono concordi nell’affermare che la qualità della vita è inquinata e che lo stato di salute dei cittadini che abitano e lavorano sotto o nelle vicinanze di un elettrodotto di tale dimensione è seriamente messa in pericolo. Si può quindi a ragione concludere che risulta nocivo un livello di esposizione che superi la soglia minima di 0,2-0,4 microtesla. Gli aspetti giuridici: La normativa Nazionale Legge 22 febbraio 2001 n. 36: «Legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici» D.P.C.M. 8 luglio 2003: «Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati da elettrodotti» Ha stabilito a titolo di misura cautelativa per la protezione di possibili effetti a lungo termine, eventualmente connessi con l’esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi a permanenza non inferiori alle quattro ore giornaliere, un valore di attenzione pari a 10 microtesla. Nella progettazione di nuovi elettrodotti nelle aree gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi a permanenza non inferiori alle quattro ore giornaliere, ha fissato l’obiettivo di qualità di 3 microtesla. Gli aspetti giuridici: La giurisprudenza La giurisprudenza che si è sviluppata in questi anni, anche a seguito della recente normativa in materia, ha tuttavia inteso i limiti di legge non vincolanti ed ha posto a supporto delle sue decisioni gli studi scientifici oggi disponibili che parlano di soglie di rischio di gran lunga inferiore ai limiti di legge previsti dalla normativa Italiana. Tale orientamento trova il suo più importante fondamento giuridico nel principio di precauzione così come delineato nell’art. 174 del Trattato dell’Unione Europea. L’Unione europea ha precisato che «il principio di precauzione può essere invocato quando è necessario un intervento urgente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell'ambiente nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio. Tale principio viene soprattutto applicato nei casi di pericolo per la salute delle persone». Altresì, secondo la Commissione europea, il principio di precauzione può essere invocato quando gli effetti potenzialmente pericolosi di un fenomeno, di un prodotto o di un processo sono stati identificati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, ma quando questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. Il ricorso al principio si iscrive pertanto nel quadro generale dell'analisi del rischio (che comprende, oltre la valutazione del rischio, la gestione e la comunicazione del rischio) e più particolarmente nel quadro della gestione del rischio che corrisponde alla presa di decisione. La Commissione europea conclude sottolineando che il principio di precauzione può essere invocato solo nell'ipotesi di un rischio potenziale, e che non può in nessun caso giustificare una presa di decisione arbitraria. Il ricorso al principio di precauzione è pertanto giustificato solo quando riunisce tre condizioni, ossia: l'identificazione degli effetti potenzialmente negativi, la valutazione dei dati scientifici disponibili e l'ampiezza dell'incertezza scientifica. Alla luce di tale Principio Il Tribunale di Venezia ha accolto la domanda di tutela della salute e del diritto di vivere in un ambiente salubre proposta nel gennaio 2002 da ottantasei cittadini del comune di Scorzè che vivono nelle immediate vicinanze dell’elettrodotto di 220 Kv. Anche il Tribunale di Bologna in una recente pronuncia ha precisato che «il rispetto dei limiti legali in materia di immissioni elettromagnetiche non può escludere, nel singolo caso, una valutazione concreta della pregiudizialità o meno per la salute di coloro che sono esposti a siffatte immissioni». Nella fattispecie il Tribunale di Bologna, assunte le risultanze degli accertamenti effettuati dalla sezione locale Arpa e facendo proprie le conclusioni di una consulenza tecnica d'ufficio - che ha ritenuto comunque pericolosa per i ricorrenti l'esposizione a campi elettromagnetici derivanti da elettrodotto e superiori a 0,2 microtesla (un valore senza dubbio inferiore a quelli stabilito dal Dpcm 8 luglio 2003) - ha disposto nei confronti della Spa Rete Ferroviaria Italiana l'ordine di contenere l'induzione elettromagnetica nell'abitazione della ricorrente e nella pertinenziale area cortiliva nel limite di 0,2 microtesla e di adottare tutti gli interventi necessari a realizzare l'obiettivo indicato, assegnando al tal fine al Ctu incaricato di provvedere alla predisposizione di un progetto sulla linea elettrica in oggetto idoneo a realizzare l'abbassamento dell'induzione a 0,20 microtesla assumendo come criterio l'ottimizzazione dei mezzi e il minimo sacrificio per il traffico ferroviario e indicando la durata dell'intervento. Da ultimo è possibile citare il Tribunale di Como del 19 ottobre 2005 che decidendo in favore di alcuni cittadini esposti agli effetti nocivi di un elettrodotto ha precisato che «a fronte dei numerosi studi epidemiologici sopra richiamati che hanno evidenziato un'associazione tra esposizione alle onde elettromagnetiche ed incremento dei casi di leucemia infantile, non pare irragionevole ritenere che per l'uomo medio non sia tollerabile esporsi alle onde in esame, laddove superino il livello di 0,3 microtesla. La consistenza e l'attendibilità sul piano tecnico degli studi in esame - pur non incontrovertibili, sia per il metodo statistico utilizzato, sia per le scarse conoscenze raggiunte in materia, allo stato attuale - inducono a ritenere che il rischio di incremento dei casi di leucemia infantile - comunque evidenziato come probabile - non sia oggettivamente tollerabile. Tale valutazione di non tollerabilità delle immissioni in esame è rafforzata dalla possibilità tecnica di ridurne l'intensità, sia pure con costi non irrilevanti». Indicando quali soluzioni possibili l'innalzamento dei tralicci e l'interramento dei cavi «pur nella consapevolezza del costo dell'operazione, tale soluzione appare conforme alla preminente tutela riconosciuta dalla Costituzione sia al diritto alla salute, sia alla persona, in quanto tale, anche nella sua dimensione esistenziale, recentemente valorizzata dalla Suprema Corte. Tale preminente tutela riconosciuta dalla Carta Costituzionale ai diritti della persona priva di rilievo l'osservazione delle convenute circa la preesistenza degli elettrodotti alle abitazioni degli attori, anche in considerazione del fatto che solo recentemente sono stati studiati i rischi connessi all'esposizione ad onde elettromagnetiche. L'indicato contemperamento tra le opposte esigenze delle parti pare, inoltre, in linea con il principio di precauzione di matrice comunitaria, di cui all'art. 174 del Trattato istitutivo della Comunità Europea. Né può obbiettarsi che in tal modo si tutelano mere paure dei proprietari, posto che i timori in questione non nascono da autosuggestione, ma da studi scientifici, significativi per numero e per qualità, tanto da essere stati presi in considerazione dallo IARC nelle sue classificazioni» La Situazione a Corato Il problema dell’elettrodotto si trascina ormai da anni senza che nessuna amministrazione succedutasi nel tempo abbia mai preso sul serio i rischi dovuti all’inquinamento elettromagnetico. Mai nessuna strategia di soluzione del problema è stata messa in campo, esponendo così in modo irresponsabile tutti i cittadini che vivono in prossimità dell’elettrodotto. Il Comitato per la lotta contro l’elettrosmog e Legambiente Corato, si sono sempre attivati sotto l’impulso delle nuove Amministrazioni che – sempre e con grande magnanimità – all’inizio della loro attività amministrativa e politica hanno promesso a queste popolazioni di risolvere radicalmente il problema. Con l’avvento della Amministrazione Perrone nel 2003 la situazione sembrava cambiata radicalmente per la promessa fatta da questa alla cittadinanza di risolvere “nella prassi” i problemi aperti, di voler cambiare rotta e di voler mettersi “dalla parte dei cittadini”, focalizzando meglio le smagliature esistenti nel contesto sociale della città. Grazie all’azione congiunta di Legambiente e del Comitato e grazie alla volontà dell’Amministrazione che ha stanziato i fondi necessari per realizzarlo, è stato effettuato il monitoraggio dell’elettrodotto che ha rilevato un livello di esposizione pari ad 1 microtesla e quindi circa 5 volte superiore alla soglia minima indicata dagli studi scientifici internazionali e dall’ultima direttiva della commissione europea. A fronte di tale evidenza l’interramento dell’elettrodotto è una necessità che ha un supporto scientifico ormai indiscutibile. A seguito delle risultanze del monitoraggio ed ancora una volta grazie alla sollecitazione congiunta di comitato e Legambiente si è riusciti dopo tutta una serie di incontri e di comunicazioni ad ottenere dall’ENEL un progetto di interramento con il relativo preventivo di spesa. A questo punto il lento processo che a qualche risultato aveva portato si è fermato definitivamente dinanzi alla difficoltà di reperire i fondi per la realizzazione dell’opera. A tal proposito facciamo presente che l’impegno a reperire i fondi è stato più volte annunciato dall’Amministrazione Perrone ma mai realmente perseguito infatti, già nella nota del Comune di Corato avente data 1.06.04 prot. 9751, in cui si comunicavano i dati del monitoraggio è scritto che «Questa Amministrazione Comunale assicura il proprio impegno a reperire i fondi per l’interramento dell’elettrodotto…». Da allora tre edizioni dell’estate Coratina e tre Capodanni in piazza sono stati organizzati, con rilavante spreco di risorse pubbliche, ma soldi per l’interamento o almeno per aprire in maniera consistente un capitolo di bilancio da destinare a questa necessità non se ne sono mai trovati. Ma se a tutto questo aggiungiamo le dichiarazioni pubbliche del Sindaco che ha sempre definito il problema dell’elettrodotto come una priorità per la città, come ha fatto il 5 Novembre 2004 nel convegno sull’elettrosmog dichiarando che: «Il risanamento urbanistico ed ambientale della Zona 167, l’impegno a tutela della SALUTE dei cittadini, soprattutto di quella dei più deboli – bambini, ragazzi delle scuole e delle palestre – è e rimane PRIORITÀ ASSOLUTA di questa Amministrazione e mia.» (Gino Perrone), allora diventa davvero difficile capire la logica che ostacola l’interramento dell’elettrodotto. Pertanto, nonostante le risultanze scientifiche della pericolosità dell’elettrodotto e considerando che l’esito del monitoraggio è noto dal 1 giugno 2004, e nonostante le 3500 firme raccolte per chiedere l’interramento, tra i cui firmatari figura il sindaco Perrone e quasi tutti gli assessori Comunali, l’elettrodotto è ancora lì in piedi e molto probabilmente è destinato a rimanervi ancora per lungo tempo. In questa direzione vanno gli ultimi atti di questa controversa vicenda, infatti, il 3 maggio il Consiglio comunale con i soli della maggioranza ha prima rinviato al 2009 l’interramento dell’elettrodotto inserendo l’opera nel Piano triennale delle opere pubbliche, poi ha bocciato l’emendamento presentato dal gruppo “Noididestra” che chiedeva l’apertura di un capitolo di spesa dedicato all’interramento da inserire nel bilancio di previsione del 2007. Se prima lo sospettavamo a questo punto siamo convinti che questa opera difficilmente sarà realizzata. La Cronistoria 4 dicembre 2002 – richiesta monitoraggio elettrodotto dicembre 2002 - «Cosa vogliamo – cosa stiamo facendo» – Comitato di difesa dall’elettrodotto 16.6. 2003 Lettera al Sindaco: Ecco finalmente un Sindaco che dichiara di essere “dalla parte dei cittadini” e che intende passare „dalle parole ai fatti“ Come Comitato chiediamo che finalmente venga presa a cuore la situazione di pericolo ambientale per la salute dei cittadini rappresentato dall’elettrodotto nella zona 167… Settembre – dicembre 2003 - Campagna di raccolta delle firme per chiedere al Sindaco l’interramento dell’elettrodotto. 10 Ottobre .2003: Richiesta al Sindaco di una Conferenza dei servizi. 26 novembre 2003 : Richiesta al Sindaco di una Conferenza dei servizi. 5 dicembre 2003: Consegna di oltre 3000 firme di cittadini al Consiglio comunale con la petizione di interramento dell’elettrodotto. Firmatari anche il Sindaco, Gino Perrone e quasi tutti gli Assessori della Giunta.. Dicembre 2003: Elettrosmog in zona 167 – Articolo de LO STRADONE e articolo de IL CORRIERE DI CORATO. 5 Febbraio 2004 : Richiesta al Sindaco di una Conferenza dei servizi Febbraio 2004: Lettera del Comitato: «È tempo di passare ai fatti!» Ricordiamo al Sindaco gli impegni presi di fronte alla popolazione della Zona 167. 24.Febbraio 2004 Lettera del Comitato: «È tempo di passare ai fatti!» Ricordiamo all’Assessore all’Ambiente gli impegni presi di fronte alla popolazione della Zona 167 („Per me l’opera di interramento è assolutamente primaria!) 4 Maggio 2004: Lettera del Comitato al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente: Indicazioni concrete per un piano operativo. 24 Maggio 2004: rinnovata richiesta all’Assessore all’Ambiente a mettersi in contatto con i Comuni italiani (Ancona per es.) che hanno realizzato l’interramento delle linee ad alta tensione. 31 Maggio 2004 Richiesta incontro urgente / Conferenza dei servizi: appello a precisare le trattative con l’ENEL; richiesta ufficiale del preventivo. 1 Giugno 2004: risultati del monitoraggio. Le rilevazioni effettuate dalla ISPSEL pur non superando i limiti esorbitanti suggeriti dalla legge Berlusconi (3 / 10 microtesla!), segnalano risultati allarmanti, che vanno al di là della soglia di attenzione suggerita dalla Unione Europea e dalle organizzazioni internazionali (0,2 – 0,5 microtesla). In ogni caso il risultato di queste analisi non libera la Giunta Comunale dall’obbligo di applicare – in vista della tutela della salute dei cittadini - il principio di precauzione e di adoperarsi all’interramento dell’elettrodotto, dal momento che un elettrodotto di tale potenza al centro di un quartiere popoloso oggi non potrebbe essere più costruito. Luglio 2004 Lettera del Comitato in risposta alle polemiche apparse su LO STRADONE: «La polemica ‚Elettrosmog‘ continua…» Venerdì 5 Novembre 2004: Convegno su ֿ«Inquinamento elettromagnetico: effetti sulla salute, normativa e aspetti tecnici»- il Sindaco dichiara: «La salute dei cittadini è per me prioritá politica assoluta! Con la mia firma mi sono impegnato di persona per l’attuazione del progetto di interramento dell’elettrodotto che attraversa la zona 167!» 7 Gennaio 2005 Lettera al Sindaco: «Signor Sindaco, dia - anche per quanto riguarda l’interramento dell’elettrodotto - LA PAROLA AI FATTI» 21 Febbraio 2005: Lettera al Sindaco: strategie di riperimento dei fondi 1 Marzo 2005: Lettera al Sindaco: «richiesta conferenza dei servizi» Maggio – Dicembre 2005: estenuanti e reiterati appelli all‘Amministrazione perchè solleciti l’ENEL nella stesura di un preventivo per l’interramento. Dicembre 2005 – Gennaio 2006: calendario per la difesa dall’elettrodotto - omaggio del comitato al Sindaco e alla Giunta Comunale di Corato come stimolo all’azione nel nuovo anno: «Dipende da te, se vorrai usare il nuovo anno come freno o come motore!» 6 Marzo 2006 Richiesta incontro con la Amministrazione Comunale per discutere sulle decisioni da prendere dopo che l’Enel ha inviato un progetto di interramento dell’Elettrodotto. 12 Aprile 2006. Incontro con l’Amministrazione. Chiarimenti per quanto riguarda il progetto (purtroppo non operativo) di interramento inviato dall’Enel. Impegno dell’Amministrazione per ottenere il progetto operativo da parte dell’Enel Novembre 2006. Richiesta di sollecitazione della pratica di interramento dell’Elettrodotto Via Prenestina/Via Massarenti. Novembre 2006 Incontro con il Sindaco. Amare considerazioni del Comitato dopo questo incontro. Vedi foglio a parte. 27. Febbraio 2007: Legambiente lancia sul sito del circolo il sondaggio «A causa dell'elettrodotto della 167,secondo te,sarebbe giusto effettuare una indagine epidemiologica (rilevamento di cancro e leucemia)?» il 77.4% dei visitatori dichiara che l’indagine è necessaria. 28. 3 maggio 2007: il Consiglio Comunale con i voti della Maggioranza inserisce, nel piano triennale delle opere pubbliche l’interramento dell’elettrodotto tra gli interventi previsti nel 2009, e vota contro l’aperutra di un capitolo di spesa da inserire nel bilancio di Previsone 2007, della somma pari a €. 900.000 da destinare all’interramento. 29. 9 maggio 2007: Legambiente Corato ed il Comitato organizzano una conferenza stampa per denunciare la grave situazione venutasi a creare a seguito del Consiglio comunale del 3 maggio. «le persone intelligenti risolvono i problemi … quelle sagge li prevengono» (A. Einstein) Alleghiamo un'accurata sitografia e links per approfondire culturalmente la tematica dell'elettrosmog: http://www.legatumori.it/images/uploads/campimagnetici.pdf http://europa.eu/scadplus/leg/it/lvb/l32042.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Discussioni_categoria:Elettromagnetismo http://www.explora.rai.it/online/doc.asp?pun_id=863 http://www.codacons.it/esmog/elettrosmog.asp http://www.ambientediritto.it/dottrina/Politiche%20energetiche%20ambientali/politiche%20e.a/Elrttromagnetismo.htm http://www.polesine.com/pagine/scienze/mfn/elettromagnetismo.htm http://images.comune.savona.it/IT/f/Ambiente/El/Elettromagnetismo-UE.pdf http://www.scienzaesperienza.it/news/new.php?id=0019 http://www.stelettronica.it/sit2_000007.html http://www.stelettronica.it/sit2_000008.html http://it.wikipedia.org/wiki/Elettromagnetismo http://www.astrea.it/inq_elet/ele_man.htm http://www.arcetri.astro.it/~comore/campiem/radiofaq/faq2.html