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Pubblicato Mercoledì, 21 Settembre 2005 00:00
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A cura di Francesco Tarantini(presidente regionale Legambiente)
Da qualche tempo si registra una grande sensibilità, nell’opinione pubblica, nei confronti degli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute e sull’ambiente. L’espressione “inquinamento elettromagnetico” o “elettrosmog”, che non trae origine dalla letteratura scientifica specialistica, è ormai entrata a far parte del linguaggio comune. Il fenomeno comunemente definito "inquinamento elettromagnetico" è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali (quale ad esempio può essere il campo elettrico generato da un fulmine), ma prodotti da impianti realizzati per trasmettere informazioni attraverso la propagazione di onde elettromagnetiche (impianti radio-TV e per telefonia mobile), da impianti utilizzati per il trasporto e la trasformazione dell'energia elettrica dalle centrali di produzione fino all'utilizzatore in ambiente urbano (elettrodotti), da apparati per applicazioni biomedicali, da impianti per lavorazioni industriali, nonché da tutti quei dispositivi il cui funzionamento è subordinato a un'alimentazione di rete elettrica (tipico esempio sono gli elettrodomestici). Quando ci si riferisce all’esposizione ai “campi elettromagnetici”, si manifesta di solito una tendenza ad additare un rischio generico in un insieme di fattori che in realtà risulta estremamente articolato e complesso, e pertanto non dovrebbe in alcun modo essere trattato semplicisticamente. Una corretta informazione è il primo rimedio per orientare il comportamento individuale e collettivo verso forme più corrette di ricorso agli strumenti che emettono cem. Ma non solo: una conoscenza più precisa dei termini della questione è già un primo fondamentale passo per un corretto approccio nei confronti del fenomeno, e consente quanto meno di evitare stati di preoccupazione ingiustificata connessi agli innumerevoli input informativi (di fonte non sempre attendibile) che ci sommergono quotidianamente inducendo, in alcuni casi, veri e propri fenomeni di psicosi collettiva. Va peraltro considerato che, in particolare nel settore della tutela dell’ambiente e della salute, l’efficacia dell’azione di singoli cittadini, associazioni e Autorità pubbliche è fortemente condizionata dall’ottimale impiego delle risorse disponibili (necessariamente limitate) e a questo scopo è imprescindibile una corretta individuazione delle priorità di intervento. In mancanza, laddove si agisca in base a ondate emotive e non ad una corretta analisi delle priorità, si rischia di ritardare – e di molto – l’attuazione di misure di protezione nei settori ove esse si rendono in realtà più necessarie, nonché di preordinare in modo non razionale i mezzi disponibili rispetto ai fini da perseguire. Queste sono le ragioni che giustificano la pubblicazione di questa guida, che si propone, per l’appunto, di fornire una corretta informazione in ordine ai termini della questione elettrosmog, facendo il punto sugli aspetti tecnici, scientifici e giuridici del fenomeno, attraverso una esposizione il più possibile lineare e comprensibile al vasto pubblico dei non addetti ai lavori. In casa qualche precauzione non guasta La prevenzione nell’ambiente domestico può essere attuata riducendo l’esposizione al minor tempo possibile e nell’allontanando per quanto possibile la fonte di emissione dei campi elettromagnetici con particolare attenzione soprattutto ai bambini. In generale vale il principio che bisogna cercare di evitare tutte le esposizioni inutili. In camera da letto non tenere apparecchi elettrici. Anche la sveglia elettrica meglio se lontana dalla testa e dal letto. Il cordless non metterlo sul comodino e tanto meno tenere il cellulare acceso vicino al letto ad altezza della testa per ricaricarne le batterie. Prima di coricarsi spegnere l’interruttore della termocoperta. Non mettere il computer e televisore nella camera da letto ed eventualmente staccate la spina dalla presa di corrente prima di coricarvi. Non disporre il letto in maniera adiacente ad una parete divisoria nella quale siano posti più elettrodomestici. Non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto e tenere ben distanti le prese elettriche ai lati del letto. In cucina e nel bagno non state in prossimità degli elettrodomestici quando questi sono in funzione: non accendete la lavastoviglie se cucinate lì vicino e, se avete la lavatrice in bagno, non fatela funzionare mentre fate la doccia. La cucina è l’ambiente più a rischio perché si concentrano tutti gli elettrodomestici grandi e piccoli. E’ bene che la cucina sia lontana dalla camera da letto: le onde attraversano i muri. Chi, invece, è in procinto di comprare una casa o un appartamento dovrà osservare molto attentamente osservare l’ambiente che lo circonda. Se sono presenti linee elettriche aeree (elettrodotti) nelle immediate vicinanze è bene assicurarsi che siano rispettati i limiti previsti dalle normative vigenti, ma è anche opportuno accertarsi che il campo magnetico sia inferiore anche a quei livelli (0,2 – 0,4 µT microtesla) considerati rischiosi dai diversi studi epidemiologici sulle esposizioni croniche. E’ inoltre importante accertarsi dell’assenza di cabine elettriche di trasformazione MT/BT all’interno dell’edificio. Va verificata, infine, in prossimità dell’edificio se ci sono impianti radiotelevisivi e stazioni radio base per telefonia cellulare. Se presenti, è opportuno verificare, attraverso l’ARPA o altro organismo, il livello di campo elettromagnetico e di conseguenza valutare la presenza di eventuali rischi sanitari. Il buon senso, già di per sé, ci guida ad utilizzare con cautela gli elettrodomestici, evitando di rimanere in loro stretto contatto durante il funzionamento.Elenchiamo alcuni comportamenti cautelativi. Apparecchiature elettriche in generale: impiegarle alla massima distanza utile, non lasciarle accese inutilmente e staccare la presa quando non sono in uso. Evitate di usarle vicino ai bambini. Stare lontano anche dal cavo elettrico. Non concentrarle in un'unica stanza. Phon: abituarsi a tenerlo ad almeno a 20-30 cm dal capo. Meglio sarebbe un asciugacapelli a muro con tubo snodabile scorporato dal motore. Rasoio elettrico: limitarne l’uso alternandolo al tradizionale a lame Termocoperta: evitare di dormire sotto una coperta elettrica in funzione, soprattutto durante la gravidanza; riscaldate il letto e poi staccate la spina quando andate a dormire Televisore: soprattutto i bambini stiano ad almeno 1 metro di distanza. Tener presente però che nella parte posteriore e laterale i campi magnetici possono essere più elevati e quindi meglio non sostare. Alcune regole di comportamento per chi usa il cellulare Dato che l’intensità del campo elettromagnetico diminuisce con l’aumentare della distanza, la prima regola da osservare è di tenere per quanto possibile a distanza il telefonino dalla testa, per esempio usando il più possibile l’auricolare o cellulari con il viva voce. Estrarre sempre l’antenna del cellulare quando si telefona, se il modello lo prevede, ed evitare di toccarla durante la conversazione. Conviene non utilizzare il cellulare per lunghe chiacchierate, bensì limitare la durata delle telefonate. Meglio fare telefonate frequenti e brevi piuttosto. Alternare frequentemente l’orecchio durante la telefonata per distribuire meglio l’eventuale riscaldamento. Raccomandare soprattutto ai bambini di fare telefonate brevi, magari preferendo gli SMS (i cosiddetti “messaggini”) per i quali le radiazioni del cellulare si riducono ai pochi secondi dell’invio. Acquistando un cellulare nuovo, chiedete informazioni sul livello di emissione dell’apparecchio. Non portate il cellulare vicino a cuore o ai genitali Rispettare sempre il divieto di utilizzare il cellulare quando è imposto dai regolamenti. All’interno degli edifici, dato che per via dell’effetto schermante dei muri il segnale si trasmette più difficilmente che all’aperto, il cellulare aumenta automaticamente la propria potenza d’emissione. Pertanto può essere una buona norma telefonare dai luoghi chiusi usando la rete telefonica fissa Guidando l’automobile, telefonare sempre col dispositivo viva voce, e comunque solo in caso di assoluta necessità. È dimostrato che quando si telefona guidando un veicolo il rischio di causare incidenti stradali aumenta. Peraltro, il pericolo non deriva solo dal fatto di maneggiare il cellulare, ma anche dalla stessa telefonata che distrae dalla guida. Infine un po’ di educazione. Anche se oggi è sempre più difficile evitare l’uso del telefonino è opportuno usare la debita discrezione per non disturbare chi ci sta vicino. Urlare non serve e nei luoghi affollati il kit auricolare diminuisce anche i disturbi per noi e gli altri. Quando chiamiamo sul telefonino non sappiamo in che situazione si trovi l’interlocutore, quindi è opportuno preparaci ad una conversazione breve o al limite ad una richiesta di rimandare il colloquio: un po’ di sensibilità non guasta, a meno che non ci venga detto esplicitamente che il nostro corrispondente è in condizioni ideali per conversare. L’uso della messaggistica (SMS) è spesso meno invadente oltre che efficace.