Colt e Swinburne
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- Pubblicato Martedì, 19 Luglio 2005 00:00
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Il tema del viaggio è un tema che attraversa tutto il Settecento, specialmente nella trattazione letteraria e, quindi, anche romanzesca. Gli scrittori inglesi, seguendo la scia di un impero che si stava formando ed articolando in tutte le parti del mondo, si sono lasciati suggestionare ed influenzare dai classici latini per stilare i propri componimenti. Tuttavia, ad esempio, sir Richard Hoare Colt nel 1789 ha compiuto un viaggio nel regno delle due Sicilie, seguendo le descrizioni del poeta latino Orazio, facendo affascinare dai luoghi e dagli ambienti; Henry Swinburne, insieme alla moglie Martha Baker, hanno visitato il Meridione tra il 1777 e il 1779, redigendo un accurato resoconto di ciò che hanno visto, visitato, sentito e i loro commenti dei luoghi, dei personaggi. IL VIAGGIO La Puglia è percorsa seguendo l’itinerario classico delle vie romane, vistando anche diversi centri della Terra di Bari: Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Bitonto, Ruvo, Corato, Castel del Monte, Barletta. "All’interno è magnifica, anche se scarsamente abitata. I numerosi cambiamenti di governo, la cattiva amministrazione e la decadenza del commercio hanno distrutto la prosperità di Barletta. Le sue strade sono ampie e ben pavimentate; le case alte e massicce, costruite con pietre ben tagliate. I propri palazzi e i monumenti ( si devono ) alla politica dei re aragonesi; Ferdinando I si fece incoronare nel Duomo di Barletta. Nella piazza del mercato sorge una colossale statua di bronz l’imperatore Eraclio. La cittadella è spaziosa e domina il porto che è un vero labirinto di moli irregolari. I prodotti esportati sono sale, grano, mandorle e liquirizia". Swinburne riporta anche da dove ha origine il nome della città di Barletta: " …da una torre o osteria che aveva come insegna un barile" (Barletta). Quando le città di Canne e Canosa decaddero, lo sviluppo dei commerci sospinse la popolazione verso la costa. Nel XV secolo, Barletta era considerata una delle quattro fortezze più forti di Italia. Fu data in ipoteca ai Veneziani da Ferdinando II e ripresa da Consalvo da Cordova, che riunì qui le forze ed oppose le sue prime resistenze ai francesi nel 1503". Swinburne, uscendo da Barletta, descrive il suo percorso verso Trani: "…la strada è una delle più aspre, corre in parte attraversi i vigneti, su stretti sentieri chiusi fra muriccioli di pietre a secco". Torva nel corso del suo tragitto anche "…cumuli di rozze pietre (N.d.R. i trulli) coperte di licheni e rovi ( qualcuno), [N.d.R. Li scambiò per tombe romane]". I traesi sono descritti come "gente molto allegra"; inoltre, il viaggiatore si sofferma su alcuni usi e costumi locali: " E’ di regola non lavorare dopo colazione". Tuttavia, si dilunga nella descrizione della situazione economica: "Oltre all’esportazione del grano, non sembra vi siano altre attività. Una provincia così ricca di materie prime potrebbe diventare rapidamente prospera, se il commercio vi fosse capito e incoraggiat Gli ortaggi qui sono squisitamente saporiti. I legumi di ogni tipo sono grandi e polposi. L’uva ha un sapore piacevole e potrebbe produrre un liquore eccellente. E’ occupata da due floridi monasteri ". Swinburne non tanto gradisce lo stile della cattedrale di Trani, tuttavia, parlando del Monastero di Santa Chiara (l’attuale edificio scolastico "D’Annunzio"), lo definisce "sontuoso" e ne esalta le virtù degli "africani", i sacerdoti: "…nelle arti della pace, in molti rami della scienza". Quando si incammina verso Bisceglie, Swinburne nota come: "… una strada molto impervia, consumata dalle ruote e dalla pioggia. – Ma non sono riuscito a scoprire una qualche traccia di una strada romana". Questo dimostra che il viaggio in Italia per i nobili – intellettuali inglesi del settecento era un’opportunità per verificare le modifiche del territorio alla luce delle testimonianze classiche. Il paesaggio tra Trani e Bisceglie è caratterizzato "dall’ombra degli alberi da frutta, di una misura e di un vigore di crescita, sconosciuti a latitudini più settentrionali. Gli ulivi di questa provincia non sono inferiori nel volume a quelli più grandi di Siviglia. Bisceglie è una città graziosa, situata nel mezzo dei frutteti e ville; le sue mura di pietra e molte alte ". Poi, cerca di individuare alcune antiche costruzioni, senza alcun esito. Inoltre, riscontra la presenza di cisterne in una zona priva " …totalmente di sorgenti. Tre miglia in più sulla stessa squallida strada attraverso gli uliveti ed appezzamenti di vigne, ci portano a Molfetta". Swinburne entrando nella città nota: " un sobborgo ben costruito, alte case antiquate e strette sporche, dodici mila abitanti, qualche commercio di mandorle ed olio. La signoria appartiene agli spagnoli". Dopo Molfetta, si reca a Giovinazzo, a Bari, a Polignano, a Monopoli. LA TARANTOLATA Arrivato a Brindisi, si sofferma sulla descrizione della tarantolata, come Berkeley: " Riuscii a convincere una donna che era stata tempo addietro morsicata (N.d.R. da una tarantola). Dapprima, si mise a ciondolare stolidamente sulla sedia, mentre i suonatori eseguivano una melodia monotona e triste. Dopo qualche tempo, essi trovarono finalmente il motivo capace di far vibrare le corde del cuore ed ella balzò in piedi con un urlo terrificante e prese a barcollare per la stanza come un ubriaco, stringendo un fazzoletto in entrambe le mani e sollevando ora l’una, ora l’altra a tempo di musica. Come il ritmo divenne più vivace, i suoi movimenti si fecero più rapidi e cominciò a saltare con grande energia e varietà di passi, gettando ogni tanto altissime grida. Sono copie esatte delle baccanti". SWINBURNE A TARANTO E A CORATO Dopo aver girato alcuni centri del brindisino e del tarantino, arriva a Taranto, dove visita la cattedrale, dedicata a San Cataldo, che si vuole nato a Canty in Irlanda nel Vi secolo. Il Viaggiatore si rammarica delle manomissioni nella cappella del Santo. Dopo aver visitato altri centri, torna indietro visitando Bitonto e Ruvo. La strada tra Ruvo e "Quarata" è una strada sassosa, con qualche melograno in fiore e lecci coperti da ghiande. Arrivato nei pressi di "Quarata", luogo della disfida tra i tredici cavalieri italiani e i tredici cavalieri francesi, si può vedere il monumento che celebra la vittoria. Abbandonata la strada romana (N.d.R. Parte della ex S.S. 98), Swinburne sale percorrendo delle strade pietrose verso il Castel del Monte "…di stile semplice e solido; le mura di circa tre metri e mezzo di spessore, sono di pietra rossastra e bianche. Il grande portale di marmo, adornodi con intricassimi intagli di stile arabo; sulla balaustra della scalinata poggiano due enormi leoni di marmo dalle folte criniere scolpite con artistica rozzezza; nel cortile al centro dell’edificio v’è una vasca ottagonale con dimensioni sorprendenti". Il giudizio di Swinburne è di un osservatore esterno dal sistema socio – economico e,quindi, in un certo qual modo qualificato. L’analisi parte da un’attenta osservazione e conoscenza, anche dei fatti e degli eventi storici della nostra zona con una ricchezza di particolari,degna di uno storico e di un cultore dell’arte. La società pugliese emerge con le sue contraddizioni, ricca di storia, di testimonianze, della ricchezza del patrimonio gastronomico e culturale in genere, ma poco consapevole delle proprie opportunità. Con questi chiaroscuri, lo Swinburne si inserisce all’esterno e con la sua naturale curiosità ci può dare all’uomo contemporaneo un’istantanea di tre secoli fa.