Presentazione del libro cinque nomi di dire Liberia
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- Pubblicato Sabato, 15 Novembre 2008 00:00
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Il 27 novembre presentazione del libro «Cinque nomi per dire Liberia» di Padre Mauro Armanino
per sensibilizzare sulle tematiche ambientali e sociali di un continente che non vuole smettere di sperare.
Il circolo Legambiente Corato per il giorno 27 p.v. organizza con altre realtà associative la presentazione del Volume “Cinque nomi di dire Liberia” di Mauro Armanino, edito dalla EMI. Sono molteplici le motivazioni, che hanno spinto l’associazione ambientalista a promuovere questo evento culturale, che ha un carattere divulgativo nel far parlare un testimone che ha vissuto cinque anni in Liberia (2002-2007), in una situazione geopolitica “molto calda” della zona, la promozione della pace e dello sviluppo in un’area martoriata da conflitti intestini, dove la vita molto spesso vale molto meno del legname e dei diamanti presenti in quella nazione. Mauro Armanino, dopo aver prestato servizio in Costa d'Avorio, Argentina, Liberia, ha condiviso la vita del popolo liberiano per cinque anni,per accompagnarlo, per ascoltarlo e per porre attenzione alle storie di ciascuno, perché le aspirazioni di un popolo non vadano mai smarrite. La Legambiente vuol dare voce ad un testimone oculare dell’Africa che sarà accompagnato da padre Vito Girotto. Lo sviluppo sostenibile parte da una consapevolezza comune e diffusa, perché si accenda in tutti i paesi Africani la lampada della PACE, della promozione umana contro i seri abusi di violazioni dei diritti umani ed umanitarie leggi dalle due parti in conflitto, compresi uccisioni, torture, stupri che ledono direttamente i civili, con i forzati reclutamenti di bambini e dei rifugiati nei campi profughi tra i combattenti. Vogliamo promuovere un nuovo modello di società in cui ci possa essere un mondo migliore per tutti, nessuno escluso. «I diritti alla pace, alla vita ed al futuro - commenta Aldo Fusaro, Presidente Legambiente Corato - passano indissolubilmente attraverso le questione ambientali. Del resto, le crescenti migrazioni dai paesi poveri ci raccontano di un pianeta assolutamente diseguale dove il 20% sfrutta l’80% delle risorse disponibili, dove i cambiamenti climatici stanno scaricando i loro effetti più nefasti, dalla desertificazione alla scarsità di risorse alimentari, creando una nuova tipologia di profughi ambientali, dove si consumano le guerre più sanguinose sotto l’egida dei Paesi occidentali. In questo contesto quindi, è assolutamente necessario costruire un fronte comune nella convinzione che solo insieme sia possibile sperare in un altro mondo è possibile». Presto sarà divulgato il programma definitivo. L’ufficio Stampa