Isoke e le ragazze di Benin City
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- Pubblicato Sabato, 12 Febbraio 2011 00:00
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Isoke e le ragazze di Benin City
UN contributo per conoscere un fenomeno sociale che un forte impatto, da parte di padre Mauro Armanino, che sarà presente nella nostra città il prossimo 11 marzo. Nei prossimi comunicheremo, i dettagli dell'iniziativa. Vedi anche : http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/530-i-annuncio-incontro-sui-temi-del-sud-del-mondo Introduzione All'inizio c'è la sofferenza. Da questa dovremmo partire e poi sempre tornare. All'inizio ci sono dei nomi, finti per la maggior parte e dei numeri di telefono. All'inizio ci sono storie e volti. All'inizio ci sono sogni, infranti. All'inizio c'è la luna e i falò, a Torino come in val Polcevera a Genova. All'inizio ci sono gli OCCHI, i nostri, che non sanno riconoscere tutta quella violenza. Per questo ci troviamo qui stasera, con Isoke, per rimparare a vedere questa violenza. Non è l'unico ma è il primo passo. Essenziale. E poi c'è una CATENA. Che ha tanti anelli, come il libro 'Schiave', ci ricorda. Le ragazze, colpite più facilmente, perché di questa catena sono l'anello più debole. Catena e anelli che, come uno specchio, rivelano molto dei meccanismi della nostra società. Dimmi che consumi, dimmi cosa commerci e ti dirò chi sei. Commerciamo o siamo 'spettatori' di questo commercio umano. Un business da 32 miliardi di dollari, uno dei più grandi del commercio mondiale. In Italia sono circa 50-70 mila le ragazze, donne trafficate e molte di esse 'prostituite'. Gli anelli della catena iniziano lontano, altrove, tra le corruzioni e le povertà di uno stato ricco, la Nigeria, nel nostro caso. E poi passano attraverso altre filiere, fino a qui. Fino ai commercianti umani. Fino a chi affitta i locali. Fino ai 'clienti'. Fino agli 'spettatori'. I 'bystanders'.Alla rapina di futuro e alla straordinaria violenza che lo accompagna. Ripartiamo da qui. Da una parola di verità, che come dice Isoke, non ha bisogno di tanta 'istruzione' per essere detta. Per questo chi traffica la teme. Ed è questo un secondo motivo del nostro essere qui. L'ascolto di una parola di verità che smascheri, anche per noi, spettatori, la violenza che porta il nome di schiavitù. Isoke dice, nel suo libro 'Le ragazze di Benin City, che la prostituzione è 'uno stupro pagato'...E per questo siamo qui stasera. Anche questa è una parola di verità. E siamo qui per credere, come ci ricorda ancora il World Social Forum di Dakar, iniziato qualche giorno fa che...'un altro mondo è possibile'. Mauro Armanino Isoke Manca l'attenzione. Siamo distratti. Questa violenza passa inosservata. Perché la schivitù non è terminata. E' solo più moderna. Sulle strade e sul lavoro. Sulle donne in particolare. Circa 500 ragazze nigeriane hanno perso la vita, uccise per vari motivi, in Italia in questi ultimi 10 anni. In un Paese, la Nigeria dove ci sono tanti poveri ma anche tanti ricchi. E qui, come là, la persona non esiste. Si arriva qui e qui arriva la condanna. CHI PAGA HA TUTTI I DIRITTI. Solo la donna di diritti non ne ha. Se non quello di finire, a volte, deportata. Oppure di essere costretta ad abortire, spesso, in casa e di tornare in fretta sulla strada. E chi si ribella spesso finisce male. Io stessa sono stata in coma per tre giorni. Colpita al capo e col rischio di perdere l'uso di un occhio...Tanta è la violenza e non la vediamo. '...ho chiuso gli occhi e dentro di me non è possibile. Quando mai finirà questa storia. Quanti anni, quanto dolore, quante morti ci vorranno ancora, prima che la Nigeria smetta di mandare al macello le sue figlie'...(Isoke, Le ragazze di Benin City). E' falso parlare della tratta e metterla sotto il capitolo 'prostituzione'...Le donne sfruttate degli anni '90 sono coloro che sfruttano oggi il processo di sfruttamento. Difficile combattere la tratta perché non è capita. La si 'combatte' come problema di 'ordine pubblico', di 'decoro', o di 'spostare il problema più in là'...! Ma aiutare NON significa 'spostare il problema' più in là. Per questo dicevo, con l'aiuto della persona con la quale abbiamo scritto il libro, Laura Maragnani, che il rapporto di prostituzione è come uno 'stupro pagato'...! ...'Ecco perché per i trafficanti la mia testimonianza è pericolosa:perché dico la verità. Non c'è bisogno di essere degli intellettuali, degli esperti, degli studiosi, per dire la verità. Io la dico da ragazza che non ha studiato, che in Nigeria non ha potuto studiare, perché la famiglia non poteva permettermelo'...(Lettera di Isoke a Combonifem) Il Mercato continua. Che cosa proponiamo?Se pensiamo che questa sia una SCELTA non sarebbe neppure il caso di parlarne. Ma se sono libere..perché devono morire? Infatti sono almeno 500 le ragazze nigeriane UCCISE in questi dieci anni in Italia. C'è un pezzo di Nigeria in Italia e c'è un pezzo di Italia in Nigeria. Ci sono gli 'Italos'. Commercianti umani che promettono l'Italia a tante ragazze che non vedono altro futuro nella loro vita. Questo poi si treasforma in ricatto per loro e la famiglia. Diventano un investimento per la famiglia, sacrificate per il successo economico della famiglia. Vendute ad un pezzo di marcipiede o messe in un CIE per mancanza di documenti. Solo un problema di PULIZIA....Esistono solo per il mercato. Isolare chi traffica è necessario. Come isolare chi è mafioso. Dare autonomia non è solo dare un documento. Ma ridare la dignità a chi è stata resa oggetto, semplice e solo oggetto di consumo. A volte la famiglia delle ragazze non sa quello che le figlie scelgono. Lo sapranno più tardi quando anch'esse, come le ragazze, saranno ricattate! Le mafie collaborano tra loro. Quelle italiane con quelle nigeriane. Spesso, per loro, andare al dispensario è l'ultima 'spiaggia' per molte e si capisce che, senza essere state educate a comunicare, la loro reazione è di paura, chiusura e diffidenza. E' problematico creare un rapporto umano con loro. E' necessario tempo, pazienza e la creazione di un clima propizio. Purtroppo quando queste ragazze arrivano entrano subito in questo processo di riduzione a oggetto. E anche per le nigeriane sembra che nella società italiana si sia 'creato' solo questo ambito. Non è così in altri Paesi! Ricordo, quando mi trovavo sulla strada, quando una signora mi ha salutato chiedendomi come ni sentivo. Mi ha fatto un immenso piacere! Mi ha fatto sentire che c'era ancora un futuro davanti a me. Essere salutate significa non essere condannate... Alcune proposte anche operative . Conoscere e prendere coscienza del fenomeno della tratta e della violenza insita in essa. . Cercare di creare relazioni umane, per quanto possibile. . In una rete di sostegno. . Interazioni e 'adozioni', da parte di comuni cittadini, famiglie e non, in grado di accompagnare le ragazze, dare informazioni, favorire contatti con le reti di sostegno, aiutare per le pratiche burocratiche... . Contribuire a ricreare condizioni per una visione diversa del ruolo e degli spazi sociali per i nigeriani/e. . Per i 'clienti', anche grazie al contributo di Claudio, compagno di Isoke, sono nate reti di 'autocoscienza maschile' e 'maschile plurale', con lo scopo di facilitare un'autocoscienza maschile e far sì che i 'clienti' possano diventare una 'risorsa' per le ragazze. PS. Esistono reti di sotegno e accompagnamento che si avvalgono dell'art.18 della legge sull'immigrazione e che prevede, tra l'altro, la possibilità di ottenere i documenti per le ragazze che denunciano e rinunciano all'esercizio della prostituzione. A Genova in particolare c'è il progetto del Comune, 'Sunrise', che opera da vari anni e che ha permesso di accompagnare 'l'uscita' dalla tratta per circa 1318 persone, quasi cento l'anno. Pochi sono stati i casi di fallimento del progetto. Per 18 mesi le ragazze vengono accompagnate per un graduale processo di autonomia.(vedi l'intervento di Maria Rosa Scala e Angelo del Bene) Anche la Provincia ha un progetto analogo chiamato 'Oltre la strada'. Sulla stessa linea ma con modalità di intervento diversa è l'Associazione 'Papa Giovanni XXIII', che pratica un'accoglienza nelle case stesse dei membri dell' Associazione. ...Mia sorella l'ho salvata, e lei adesso sta salvando le sue amiche. Dice: non partite. Dice: in Italia succede questo. Ogni volta che ci penso le mie spalle diventano più leggere. Penso: ho fatto proprio quello che avrebbe fatto una madre. Ovhoweyemé è morta, ma io no. Sono viva. Sono qui. Io. Isoke. Mi guardo allo specchio e mi accorgo che, di giorno in giorno, assomiglio sempre più a mia madre. E' strano; e ne sono molto contenta. Mi guardo, e la vedo che mi guarda. Puoi essere orgogliosa di me, le dico, nonostante tutto. (Isoke, Le ragazze di Benin City). PSS. Bibliografia essenziale .Maragnani-Isoke, Le ragazze di Benin City, Milano, Melampo, 2007. .Pozzi-Bonelli, Schiave, vendute, prostituite, usate, gettate, donne, Milano, San Paolo, 2010. .Petré-Grenouilleau, La tratta degli schiavi, Bo, Il Mulino, 2006 ….............................