Oltre la plastica verso la bioplastica
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- Pubblicato Martedì, 07 Maggio 2019 04:43
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Oltre la plastica verso la bioplastica.
L’amido: la materia prima compostabile verso una nuova vita merceologica.
Se la plastica ha rappresentato un’innovazione nella realizzazione di nuovi oggetti, e di varie forme applicative: dal design agli articoli monouso, negli ultimi anni la ricerca nel campo della sostenibilità ambientale si stanno ancora sviluppando nuovi materiali che rivalutano tutte le forme di una nuova sostenibilità: dal riciclaggio alla compostabilità, ad eventuali forme di riutilizzo con altri usi. Dal 2021,secondo la nuova Direttiva Europea, tutta la plastica monouso scomparirà. Questa nuova direttiva prevede anche che il 90% delle bottiglie di plastica debba essere raccolto dagli Stati membri entro il 2029. Inoltre, le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato entro il 2025 e il 30% entro il 2030. Le nuove norme normano l'obbligo di etichette con informazioni sull'impatto ambientale di filtri di sigarette, salviette umidificate, tovaglioli sanitari e similari. In Italia, l'importanza delle bioplastiche è nello sviluppo dell'economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, di cui, il nostro Paese è leader in Europa. Sicuramente, è necessario fare ulteriore ricerca in questo campo per sviluppare nuovi materiali più vicini all’ambiente: con sempre un minore impatto verso il biologico e/o biodegradabile. Da un punto di vista merceologico, l’amido è un polimero naturale costituito da catene complesse di molecole di glucosio. L’amido è un carboidrato –polisaccaride- presente in numerose piante: come mais, patate, grano, ecc., largamente disponibile in natura. Uno di questi sono quelli con la base amido di mais: resistente e compostabile, quindi, ideale per uso alimentare come, ad esempio, le stoviglie monouso come il Mater-bi o il Biolice, composto da farine di grano e mais, quest’ ultima degradabile in dodici settimane. Sempre nel campo alimentare e non, si sta affermando un nuovo cartone con certificazione ambientale proveniente dal riciclo di cellulosa e non dall’abbattimento di altri alberi. L’HempBioPlastic (HBP) – dall’inglese “hemp” cioè “canapa” si desume essere non solo più efficiente rispetto ad altre bioplastiche, ma anche più leggero del 20% e più resistente del 30%. I filamenti in bioplastica da canapa sono ideali per la stampa 3D con la quale vengono realizzati gli oggetti più disparati come occhiali, vasi, giocattoli, ciotole e contenitori. Il PLA è uno dei primi biopolimeri prodotti commercialmente, è disponibile da diversi produttori, dotato di versatilità applicativa con prestazioni paragonabili a quelle dei polimeri petrolchimici. E’, facilmente riciclabile con diverse tecniche: meccanico e chimico, è trasparente, rigido, ha bassa resistenza termica e limitate proprietà di effetto barriera. PHA è opaco, traslucido, da rigido a elastomerico, ha una buona resistenza termica e ha la proprietà di effetto barriera. In questo modo, si ottiene il superamento dell’imballaggio in pellicola di plastica o pvc, verso nuovi materiali biodegradabili, organici, naturali provenienti da piante come provenienti dal bamboo, il coir componente dalla parte esterna del guscio di cocco, la sisal ottenuta dall’agave, o la piña, derivata dagli scarti della lavorazione dell’ananas. Ottenuta da biomassa di scarto e canapa è il Kanésis, una nuova bioplastica. Ci sono, anche, quelli ricavati da origine animale come dalla caseina del latte e/ o di altre origini naturali, ma abbinando più sostanze compostabili. In prospettiva, con un possibile aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi, e la normativa che riduce gradualmente la plastica tradizionale, specie quella monouso, con l’ottimizzazione della filiera, dei processi e con un adeguato sviluppo, i biopolimeri potrebbero diventare competitivi anche dal punto di vista economico. Il progresso dei biopolimeri richiede un adeguamento delle tecniche di compostaggio e un ripensamento delle problematiche di riciclo dei polimeri stessi. Intanto, anche il mondo del commercio si sta aprendo a questi nuovi materiali: catene di supermercati stanno valutando un business plan con un rinnovato approccio sostenibile verso questi prodotti innovativi. In questo caso, un ruolo importante possono averla i mezzi di comunicazione sociale, nello spingere verso questi materiali innovativi e il ruolo sociale che hanno le associazioni come Legambiente: perché l’ecologia non significa sempre privarsi di qualcosa, ma cercare di usare le sostanze naturali o composte in modo sostenibile.