Quale università, per quale futuro?
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- Pubblicato Lunedì, 05 Dicembre 2005 00:00
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L’ateneo barese è il più antico di tutta la regione, vanta un centinaio di corsi di laurea,oltre duemila docenti e sessantacinque mila studenti che si formano in modo efficace per cercare di ottenere una adeguata preparazione che possa schiudere le porte di una buona occupazione.
Lo sviluppo dell’università ha radici storiche che partono dal 1925 anno della fondazione dell’ateneo barese partendo con solo trecentocinquantadue iscritti, si è arrivati alla università di massa,aperta a nuovi processi di una formazione più aperta a nuovi saperi e ad un nuovo contesto più allargato a nuovi Paesi che si affacciano in Europa. Il magnifico rettore Giovanni Girone parla di vecchie e nuove prospettive dell’ateneo barese anche in prospettiva della nuova istituenda provincia pugliese. Magnifico rettore, come sta cambiando l’università di Bari, come dice lo slogan tra “sapere e saper fare” ? L’università di Bari come gli altri atenei d’Italia stanno cambiando… Non è più necessario un solo sapere, e quindi, bisogna integrarli con il saper fare. Pertanto, i corsi di studi sono diventati più concreti, più applicativi, più professionalizzanti. Questa linea è chiaramente indicata dalla riforma degli ordinamenti didattici che ha istituito la laurea di base e la laurea specialistica. Ormai siamo al terzo anno dalla partenza di questa riforma. Sotto il profilo del saper fare, ci sono una serie di discipline professionalizzanti che consistono nei tirocini, nelle competenze informatiche e telematiche, le abilità linguistiche: questi contenuti mirano alla concretezza degli studi. Vorrei aggiungere che oltre ai docenti ordinari, abbiamo dei docenti a contratto, esterni che irrobustiscono, appunto, il saper fare. Quali contributo vuole offrire l’istituzione accademica per un miglioramento culturale della società pugliese ed, in genere, meridionale ? Credo che l’università è la palestra, dove avviene la diffusione e la promozione della cultura nel senso più pieno della parola. Le attività accademiche e didattiche di alta formazione tendono ad impartire ai giovani quelle conoscenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro nel modo più adeguato. Le attività accademiche di ricerca mirano a fornire un contributo nel campo della innovazione facilmente trasferibile nei processi produttivi , nelle istituzioni, nelle professioni, in modo da far crescere il contributo nella nostra realtà. La Puglia ne trae beneficio nell’avere ben quattro università (N.d.R. Bari, Lecce, Foggia e la LUM ed inoltre il Politecnico di Bari è l’unico nel meridione). Secondo alcune analisi, un terzo degli studenti universitari della nostra regione si iscrive ad altri atenei specialmente del nord Italia, come Lei giudica questo fenomeno ? Guardi, queste notizie sono un po’ datate… E’ una realtà di qualche anno fa della fine degli anni novanta… Ci sono anche giovani dell a Basilicata, della Calabria e del Molise che vengono a studiare qui in Puglia. Questo fenomeno di mobilità va visto sia in uscita che in entrata. Credo che le cifre di quanti dalla Puglia vanno a studiare negli altri atenei sia abbastanza contenuta. Le motivazioni di fondo sono quelle di andare a cercare corsi di studio che non sono presenti in Puglia o quello di seguire realtà universitarie meno affollate della nostra, la scelta di una sede universitaria più tranquilla favorisce una maggiore fruibilità degli studi. Inoltre, la Puglia si sta fornendo da sempre di nuove sedi universitarie autonome. Fino a circa quattordici anni fa, c’erano solo l’università di Bari e Lecce. Nel frattempo si è reso autonomo il Politecnico di Bari, è nata l’università di Foggia, inoltre,abbiamo la LUM, l’università privata. Inoltre, abbiamo realizzato i decentramenti non solo a Foggia,ma anche a Taranto. Ormai, credo che non ci siano motivi sostanziali per andare a studiare fuori dalla Puglia. E’ in eludibile che ,talvolta, per motivi diversi di scelta squisitamente personale si va a studiare in atenei che hanno una tradizione più lunga e per vivere una realtà diversa rispetto a quella che si è vissuto. L’ università nel nuovo ordinamento formativo è considerata la struttura di formazione per eccellenza. In questo nuovo contesto, quali risposte concrete vuole dare a tutti coloro che si apprestano ad intraprendere proficuamente gli studi ? Le risposte concrete sono in linea con la realtà del mondo d’oggi. L’offerta didattica è in sintonia con la riforma dei tre più due (N.d.R. Laurea di base con conseguente laurea specialistica), la più rispondente possibile con le offerte del mercato del lavoro. In ogni circostanza, con l’istituzione di nuovi corsi di studio abbiamo ascoltato le esigenze delle forze sociali, del mondo produttivo, delle istituzioni ,del mondo delle professioni e dei sindacati. Stiamo incentrando la nostra offerta in base ai bisogni rispondenti , non si può creare un corso formativo senza un conseguente sbocco occupazionale. Credo che ci siamo riusciti! Quali sono, secondo Lei , i punti forza e i punti deboli dell’università? I punti di forza della nostra università sono nei nostri duemila docenti, ora ne abbiamo assunti altri novantanove, perché la finanziaria non ci permetteva di assumerne altri ! Ci sono, poi, tra i nostri docenti,elementi di punta sia a livello nazionale che a livello internazionale di grandissimo spessore e di altissimo livello. Un’ altro punto di forza sono anche i servizi, dai trasporti alla casa per gli studenti , alle borse di studio , il part time per gli studenti, alla card per il cinema che si aggiungono all’offerta formativa. I punti deboli sono le strutture. Un ‘università con sessantacinque mila studenti necessita di strutture. Ci stiamo attivando in questo settore. Presto partirà la ristrutturazione dell’ex manifattura dei tabacchi, dove sarà ubicata la facoltà di scienze della formazione. Inizierà a breve per i laboratori biologici al campus , della destinazione del palazzo delle poste centrali che abbiamo recentemente acquistato. Abbiamo realizzato uno student center per gli studenti di medicina e di economia, intendiamo fare la stessa cosa per gli studenti del campus. Molto dobbiamo fare sulla ristrutturazione delle segreterie e nell’area tecnologica. Vi annuncio che presto tutti gli studenti avranno l’indirizzo di posta elettronica. Speriamo che con questi interventi sapremo sopperire ai nostri punti deboli cercando di compensarli definitivamente. Con quali altre istituzioni formative ed attività lavorative, l’università ha istituito un rapporto di partnership per migliorare la propria offerta formativa? Le cinque università pugliesi sono coordinate ed operano tra loro in modo adeguato. Abbiamo delle convenzioni con il sistema produttivo in modo da calibrare l’offerta formativa e per effettuare le scelte di ricerca che sono molto importanti. Un altro aspetto rilevante sono i tirocini formativi per offrire ai nostri studenti questa opportunità, una sinergia con il mondo professionale, con le istituzioni. La nostra università è collegata con tante università straniere specialmente quegli atenei dell’Europa dell’est . Sono centinaia le convenzioni e le cooperazioni che ci permettono scambi di studenti,di docenti, di ricerca in comune,corsi estivi, di apprendimento delle lingue, corsi di alta formazione. La nostra università è totalmente aperta al territorio: abbiamo corsi decentrati a Taranto e a Brindisi per lo sviluppo di quelle province. Con la creazione della sesta provincia considerando la grandezza dell’ hinterland con comuni molto popolosi, l’università di Bari ha intenzione di istituire qualche corso eo facoltà decentrata? L’università di Bari ha una capacità straordinaria di precorrere i tempi! Abbiamo determinato la creazione del sistema universitario pugliese inizialmente con il contributo di alcuni docenti con la creazione dell’università di Lecce. Abbiamo creato l’università di Foggia in un primo momento partendo con alcuni seminari fino alla creazione di una nuova università. Abbiamo cominciato a seminare a Taranto e a Brindisi, scorporando le facoltà di ingegneria ed architettura per dar luogo al politecnico. Con le collaborazioni con alcune università dell’Europa dell’est anticipando i tempi, credo che, in questo caso, avremo un’attenzione particolare a Barletta. Abbiamo istituito proprio quest’anno il corso di scienze e tecnologie della moda , è presente sia Bari che a Taranto. Gli studenti iscritti a Bari svolgono le lezioni teoriche a Bari, le sessioni pratiche a Barletta. Quindi, già qualcosa è stato attivato. Avremo dei master che faremo a Barletta, a Trani, ad Andria e così via. Penso che creeremo una collaborazione molto proficua per la realizzazione dei corsi ,è necessaria una sinergia con le istituzioni. Da parte dell’università di Bari , c’è la volontà di istituirli. Il nostro ateneo ha quasi ottanta anni, è la più vecchia, è generosa sia per gli studenti iscritti che per i docenti abbiamo un ruolo guida: tutto quello che sarà necessario, lo faremo!