Incrociando diverse strade
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- Pubblicato Martedì, 28 Novembre 2006 00:00
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Ho incontrato don Andrea Gallo a Spinazzola prima che ricevesse un premio.
Stava seduto in attesa che l’incontro iniziasse tutto tranquillo, mi sono avvicinato, mi sono presentato ed abbiamo iniziato a parlare. Mi ha impressionato la sua verve di uomo di ormai ottanta anni, senza peli sulla lingua, mi ha detto di essere contento di stare all’interno della Chiesa. Ci siamo intrattenuti parlando di diversi argomenti già prima dell’intervista, prima che gli amici Franca e Mimmo me lo strappassero . Abbiamo spaziato su tutto: la società, la vita, la Chiesa e la comunicazione per citare solo le principali tematiche. E’ un uomo intriso di esperienza di vita. Don Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri, gli emarginati. Attratto dalla vita salesiana, inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Un anno dopo, viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena. Un ‘prete da marciapiede’ che passa le notti accanto agli ultimi: tossici, ex prostitute, ex ladri, transessuali. Ne ha parlato nel corso del suo intervento pubblico di esperienze di vita, ma anche un uomo di Chiesa profondamente convinto di indossare l’abito talare da 46 anni. Figura carismatica, don Andrea Gallo rivela il suo pensiero su temi complessi della nostra società. E’ un sacerdote realista, ricco di un senso pragmaticamente cristiano, sa ascoltare, sa aiutare con una fede cristiana ed, angelicamente anarchica da raccogliere come un piccolo esempio ed una speranza per le giovani generazioni che lo amano e anche per quelle che sono le varie forme di marginalità sociale. Quali sono, dal suo punto di vista i problemi della nostra società? Penso che la realtà italiana è molto, molto oppressa. Recentemente le cifre che parlano di un milione di poveri in Italia di coloro che vivono sotto la soglia della povertà. E’ passata la prima, la seconda repubblica, mi sembra che la produzione funziona, ma la distribuzione non funziona, nel senso che sul piano dei diritti ,mi sembra che molti Italiani non hanno diritto alla casa, salute, alla scuola, al lavoro, soprattutto i giovani. Ecco la presenza dei Cristiani: come dice Gesù di essere lievito ,sale,chicco di grano. Il cristiano deve elevare tutte le varie discipline e le varie culture, per animarle verso un cammino di giustizia. Scoprire il servizio: Gesù diceva che era venuto per servire, non per essere servito. Secondo me, è importante in uan situazione di ingiustizia, non bisogna essere pessimisti: come cristiano e prete sono sempre ottimista ne nome di Cristo, ma la realtà è molto, molto pesante. Nel 1981 il consegno permanente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha prodotto un documento molto importante: "la Chiesa e le prospettive del Paese”",in cui veniva rimarcata l’importanza di ripartire dagli ultimi. La Chiesa povera con i poveri . I cristiani devono annunciare il Regno di Dio,cercare la giustizia e di beneficare tutti coloro che ne hanno bisogno. Quale può essere la soluzione a questi problemi ? Una ricetta può essere il riconoscersi all’interno della famiglia umana. Riuscire a combattere l’edonismo, il materialismo, la competitività , il soddisfacimento dei bisogni sempre all’infinito… I cristiani devono riscoprire la parola : povertà ovvero che ciascuno possa avere i diritti essenziali per vivere; poi, l’amore per i fratelli e soprattutto quell’amore che porta al Vangelo. Il cristiano annuncia la Buona Notizia, con la scoperta della profonda radice della fraternità e,quindi, vivere nella quotidianità il Padre Nostro: noi abbiamo un Padre e noi siamo figli e fratelli. Andando in giro,talvolta, si vedono figli di serie B, C… Don Bosco diceva che la sua politica era quella del Padre Nostro. Quindi, recitarlo significa avere degli impegni di fraternità, di giustizia e di pace. Bisogna riscoprire anche le cause dell’ingiustizia per abbatterle. Per un cristiano il compito è annunciare il Regno, nel nome di Cristo, nella Sua morte e Risurrezione. Poi, è necessario ogni giorno proseguire l’annuncio della giustizia ,della fraternità e soprattutto, in questo periodo, lanciare la testimonianza della cultura della non violenza e della pace. Ci sono tante forme di violenza: dalle persone fasce deboli che non arrivare alla fine del mese a vari e grandi scontri che sono le guerre. Non esistono guerre giuste o preventive ,terrorismi o varie forme di violenze. Bisogna rifiutare ogni forma di violenza ! Parliamo dei giovani: quali potrebbero essere le soluzioni per promuovere una vera cultura di vita alternativa rispetto alle varie sostanze stupefacenti o sulle varie forme di negazione della vita ? Stamattina ho incontrato duecento giovani e mi hanno ascoltato per oltre un'ora e mezza. I giovani si aspettano trasparenza, giustizia, di non essere ingannati, prospettive del futuro. Di fronte ai problemi dei giovani tutte le agenzie educative sono convocate e stimolate : dalla famiglia, alla scuola, dalla Chiesa alle istituzioni, le agenzie di informazione, la televisione, i giornali. La droga significa distruzione. Ai nostri giovani dovremmo essere in grado da togliere da loro l’assenza di un futuro. Se percepiscono una prospettiva che vale la pena vivere pienamente ,si impegneranno. Bisogna stimolarli verso un’etica della responsabilità . Don Bosco diceva: "Volete farvi ubbidire, prima fatevi amare". L’amore è fatto di attenzione e ,quindi, è un atto di corresponsabilità da parte di tutti. Molte volte, temono di essere ingannati. La droga è un segno di tristezza che segna il cuore dei giovani che, talvolta, diventa una lenta e repentina autodistruzione . Il mondo può avere un futuro compatibile con il rispetto della natura e del creato ? Ecco quali sono le tre contraddizioni del nuovo millennio, faccio una sintesi: la minaccia ecologica del nostro Pianeta, documenti ufficiali parlano della malattia del nostra Terra (il buco dell’ozono, per esempio); come mai l’Occidente ricco respinge i fratelli e le sorelle immigrate; il monopolio dell’ informazione che, talvolta, esaspera e crea competitività, invece di pensare cosa posso fare per la mia città, per il luogo in cui vivo, per la mia famiglia. Davanti a queste tre contraddizioni bisogna rispondere con la cultura della non violenza e la cultura della pace. Infatti, nel discorso della montagna Gesù dice "Beati gli operatori di pace". Di questo penso, abbiamo molto bisogno…