La Chiesa Matrice e il mistero dello ZT
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- Pubblicato Lunedì, 18 Luglio 2005 16:25
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Aspetti di rilievo storico artistico:
il portale a sesto acuto, il cornicione ornato con motivi vegetali e la lunetta del portale, in alto raffigura Cristo, lVergine e un Santo (probabilmente San Giovanni o San Pietro).
Entrando sul lato sinistro possiamo vedere un cinquecentesco, un grande affresco identificato come la Madonna di Costantinopoli, rinvenuto nel 1957 è stato eseguito da un pittore noto sotto la sigla di ZT.
L’altare centrale ha coro ligneo del 1867. Alla sua sinistra, troviamo la cappella del Santissimo Sacramento, e a destra, invece, la cappella dedicato al Santo Patrono San Cataldo. Il fonte battesimale è fissato da una grande conca, sostenuta da un piede in pietra risalente al XI secolo.
Il mistero dello ZT: Un artista, un maestro d’arte dalle origini ignote
ZT è l’acronimo del pittore dell’affresco della Madonna di Costantinopoli conservata in Chiesa Matrice.
Scoperta nel 1957, rappresenta la Vergine con Bambino e due Santi: uno dei due, forse, è San Cataldo, l’altro San Nicola su uno sfondo Medioevale dove si vedono le mura e i caseggiati di quel periodo.
Al di sotto si possono intravedere motivi floreali. La figura dell'artista noto con la sigla ZT è ancora per molti versi enigmatica; ricostruirne e definirne con precisione la personalità e l'attività risulta a tutt'oggi improbabile.
Gli unici dati che si possiedono a suo riguardo ci sono forniti da una tavola con la Madonna di Costantinopoliconservata nella cappella dell'Ospedale di Spinazzola, probabilmente parte di un polittico più vasto.
Nella parte inferiore del dipinto si legge un iscrizione in cui, oltre al nome del committente, compare la data 1500, combinata, in modo incomprensibile, solo da cinque C non precedute dal millesimo, ed il monogramma ZT nel quale si sono volute riconoscere le iniziali del nome dell'artista.
Consentito di affiancare alla tavola un consistente numero di opere rintracciate tra la Terra di Bari e il Salento, che, riferibili più o meno al nostro pittore, ne fanno uno degli interpreti più importanti di alcuni fenomeni della cultura artistica pugliese della prima metà del XVI secolo, dandogli la caratteristica, sia pur tutta provinciale, di maestro di bottega.
La concentrazione di diverse opere tra Gravina e centri ad essa molto vicini ,può far pensare che l'artista avesse bottega proprio nella cittadina delle Murge, feudo all’epoca dagli Orsini. C'è inoltre un'altra ipotesi circa le sue origini. Alcuni aspetti della sua produzione, hanno portato lo studioso M. D'Elia ad indicarne probabili origini non italiane , forse albanesi o dalmate. Questo aspetto lo si rileva anche nell’affresco per alcuni motivi pittorici che non sono tipicamente italiani.