PIOGGIA DI FUOCO SU VILLAGGIO INDIGENO
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- Pubblicato Giovedì, 22 Gennaio 2009 18:10
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PIOGGIA DI FUOCO SU VILLAGGIO INDIGENO: FERMA I BOSS INDONESIANI DELLA CARTA
Firma la petizione per il rispetto delle foreste e dei diritti umani
Lo scorso 19 dicembre il villaggio di Suluk Bongkal è stato attaccato dalla polizia della Provincia di Riau: 500 militi con armi da fuoco e gas lacrimogeni hanno attaccato da terra, mentre un elicottero lanciava ordigni incendiari sul villaggio.
Il villaggio difendeva i propri diritti sulle terre che erano di interesse della PT Arara Abadi, che vuole trasformare campi e foreste in piantagioni di acacia per la produzione di carta. La PT Arara Abadi è legata al colosso indonesiano della carta, Asian Pulp and Paper (APP), che proprietaria dell'elicottero coinvolto negli incidenti.
Risultato dell'assalto: due bambini morti e 400 senzatetto, rifugiati nella foresta. L'elicottero ha in seguito lanciato pietre sulle tende dei rifugiati.
La APP era stata coinvolta in investigazioni per corruzione e taglio illegale legato. Anche le terre contese col villaggio di Suluk Bongkal sarebbero legate a licenze rilasciate in violazione alle leggi. La continua espansione delle piantagioni sta portando alla distruzione delle ultime foreste di Sumatra, una delle regioni più ricche di biodiversità. Il disboscamento e il successivo drenaggio delle torbiere provocano il rilascio in atmosfera di grandi quantità di carbonio. Proprio la deforestazione ha portato l'Indonesia al primato di quarto paese per le emissioni di carbonio, responsabile del riscaldamento globale del pianeta...
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Altri appelli:
FERMATE QUELLA MINIERA NELLE FORESTE DEL GHANA
Aiuta a proteggere le foreste del Ghana dalle miniere, firma la petizione promossa da No Dirty Gold
Il gigante minerario dell'oro, la statunitense Newmont Mining Corp., progetta un impianto minerario nella Riserva Forestale di Ajenjua Bepo, nel distretto di Birim Nord, nella regione orientale del Ghana.
Secondo l'associazione No Dirty Gold, la miniera occuperà un'area lunga 2,6 chilometri per ottocento metri, e creerà un cumulo di terra di riporto alto tra i 60 e i 100 metri. Questo tipo di impianti è il tipico esempio di attività di breve termine con impatti di lungo periodo. Le operazioni di scavo infatti, non si limiteranno alla rimozione della foresta e al rilascio di scorie tossiche, ma finiranno con l'interferire con il sistema dei corsi d'acqua, mentre le strade aperte dalla Newmont Mining Corp. schiuderanno l'accesso alla foresta a ogni sorta di predatori, dai cacciatori di frodo ai taglialegna illegali.
La foresta di Ajenjua Bepo è essenziale anche per molte comunità della regione, che ora temono per il proprio futuro: oltre 8.000 persone rischiano di dover lasciare le proprie case e i propri campi per fare posto alle strutture della Newmont Mining Corp.
Due rapporti rivelano gli impatti sulla biodiversità e sui diritti delle popolazioni dell'area. Il progetto minerario nella foresta di Ajenua Bepo è stato criticato dalla Commissione del Ghana per i Diritti Umani e la Giustizia Amministrativa (CHRAJ), che mette in evidenza le violazioni dei diritti umani degli individui e delle comunità locali...
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LE DONNE PENAN ACCUSANO LE COMPAGNIE DEL LEGNAME DI VIOLENZA SESSUALE.
I Penan sono uno degli ultimi popoli indigeni del Borneo malese. Assediati per decenni dalle multinazionali del legname, hanno difeso strenuamente la propria foresta e le proprie tradizioni.
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IL RAINFOREST ACTION NETWORK CONTRO I SIGNORI DELL'OLIO DI PALMA
rano dodici, nel frattempo sono diventate venti, ma continueremo a chiamarle "quella sporca dozzina". Sono le compagnie multinazionali che alimentano l'espansione della monocoltura della palma da olio nelle foreste pluviali. Tra loro nomi di spicco, come Nestlè, Kellogg's, Chanel, Kraft, Pepsi, Loreal e Procter and Gamble...
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Salva le Foreste
Osservatorio sulle Foreste Primarie