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Alla scoperta della biodiversità

Alla scoperta della biodiversità

La salina e la zona umida sono una ricchezza da condividere  

“Il sale canta, la pelle delle saline canta con bocca soffocata dalla terra metà Fui commosso da certe solitudini ascoltando la voce del sale nel deserto……” Pablo Neruda   E’ una umida a livello internazionale: lunga circa 20 km e larga più di 4, è la più grande salina solare d’Europa con i suoi 4000 ettari di specchi d’acqua . Il lungo ciclo di produzione del sale, che  parte da molto lontano nel tempo e nella storia, intrecciandosi e legandosi indissolubilmente a quella di Margherita di Savoia con i suoi Salinari e a quella della salina, partendo dall’età del Bronzo. Erano,in quel tempo,  semplici conche e cavità del terreno in cui si depositava il mare che evaporando lasciava un sedimento bianco; più l’uomo scopriva i suoi molteplici usi,  più ampliava quelle paludi, quelle lagune fino a farle diventare quelle che oggi si chiamano Saline. Ben più recente, è invece l’origine del nome di Margherita di Savoia. Il primo toponimo del  paese è stato Salinis al tempo dei Romani, ed ,in seguito, Salapia ,poi, intorno all’anno Mille il suo nome divenne Salinelle.  A metà del 1400, i Salinari furono costretti a spostarsi alla vicina Barletta per scampare alla malaria che a quei tempi ed in quei luoghi la faceva da padrona e fu così che il nome si trasformò in Salinelle di Barletta. E’ nel 1879 che, come segno di gratitudine e riconoscenza verso il re Umberto 1° di Savoia e sua moglie la regina Margherita per il loro passaggio in questo paese, dove i poveri abitanti lavoravano come schiavi e morivano di malaria, che il nome fu cambiato in Margherita di Savoia.  Oggi la tecnologia ha alleggerito il lavoro dell’uomo, ma fino alla metà del Novecento, il lavoro del saliniere era davvero duro e faticoso tanto da essere definito lavoro per schiavi. Le squadre “ della rottura “, quelle degli “ zappasale “ e poi dei “ massinesi “, dall’alba al tramonto, lavoravano, con picconi e zappe,  nei campi maturi di sale e tanti di loro anche a piedi nudi su quei cristalli così duri e taglienti, e con le ceste, trasportavano quell’oro bianco a spalla per formare quelle enormi montagne ( le aie di ammassamento ) all’ombra delle quali da sempre vivono i Salinari. La prima vera trasformazione delle tecniche di produzione, di raccolta,di trasporto e di confezionamento risale alla metà del ‘700 ad opera di Luigi Vanvitelli (1700- 1773), il celebre architetto ed ingegnere idraulico che aveva già realizzato la Reggia di Caserta, che progettò il passaggio naturale dell’acqua in tutto il suo percorso attraverso il sistema dei vasi comunicanti. Il ciclo di produzione del sale avviene in un arco di tempo molto lungo: dal momento dell’ingresso dell’acqua del mare alla raccolta passa un lungo, lento anno di tempo durante il quale l’acqua di mare compie ben 200 km prima di depositare i suoi cristalli; è un percorso lento e spettacolare che attraversa una laguna piatta e dai colori intensi, con argini rivestiti di salicornia e di altre piante grasse alofile: la zona umida  più estesa dell’Italia centro-meridionale su un’area di 3.871 ettari ed attraversa i territori dei comuni di Margherita di Savoia, Cerignola, Zapponeta e Trinitapoli., che grazie alla convenzione di Ramsar (1971) è a vincolo di tutela. Riserva Naturale popolata da più di cento diverse specie di uccelli  tra stanziali, svernanti, nidificanti e migratori, e tra le cui specie più caratteristiche troviamo:  il fenicottero rosa deve il suo meraviglioso colore ad un piccolo crostaceo di cui si nutre chiamato artemia salina., il chiurlottello, colonie di rari gabbiani corallini e gabbiani rosei, varie specie di sterne, cormorani, gru (per lo più di passaggio), spatole, aironi bianchi maggiori e cenerini, garzette, pittime reali, combattenti, migliaia di pettegole, gambecchi, pivieri, piropiro, chiurli maggiori e minori, avocette e cavalieri d’italia. Numerose le specie di anatre svernanti nelle saline, soprattutto volpoche, mestoloni, folaghe, fischioni, e smerghi. Questa straordinaria presenza di avifauna e vegetazione ha conferito alla nostra Riserva  la candidatura, il 18 dicembre 2008, a patrimonio mondiale UNESCO. A dispetto dei nostri tempi, così altamente tecnologici, il mantenimento di questo spazio naturalistico, è reso possibile unicamente dal lavoro dei salinieri, fatto di cura ed accompagnamento, ancora esclusivamente manuale: con il  controllo della densità salina, della quantità di acqua evaporata e se piove, di quella caduta. Prelevata dal mare attraverso l’idrovora Aloisa ( 4500 metri cubi al secondo ), l’acqua  viene immessa nella zona evaporante ( 3500 ettari…) costituita da una serie concatenata di vasche con pendenze e profondità diverse in cui l’acqua riduce il suo volume, grazie all’evaporazione ed aumenta la sua concentrazione passando quindi dai 3.5° Baumè (unità di misura della densità salina) dell’ingresso ai 25°Be. A quel punto, l’acqua, così satura  e tanto trasformata, può entrare nella zona salante (solo 500 ettari ) in cui, proprio come una madre partorisce suo figlio, così essa partorisce i cristalli di sale facendoli precipitare sul fondo dei bacini e lei prende così  il nome di” acqua madre “che si  colora di tutte le sfumature del rosa grazie ad  una microalga contenente betacarotene, la dunaliella salinis, che cresce notevolmente quando l’acqua diventa satura. Quell’acqua madre speciale come tutte le mamme sanno essere, satura e ricca di oligoelementi e sali minerali ha diversi usi  specialmente termale  per curare varie malattie a carattere infiammatorio. E’ possibile conoscere visitare questo luogo della biodiversità per visite guidate zona umida  viale Salapia - Margherita di Savoia (Bat) Telefono: +39.0883.657519 - 335.1381562 http://www.museosalina.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=8 .      

Vita Piazzolla

Giuseppe Faretra      

Per scoprire Trivento

Per scoprire Trivento

Alcune notizie storiche della località molisana  

La Legambiente sta organizzando per il prossimo 25 aprile una gita naturalistica – culturale http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/366-gita-a-trivento-(cb) . Trivento è una località come in diversi angoli dell’Italia , che in un certo qual modo,ha delle  particolarità. Storicamente è stata la  capitale dei Sanniti con il nome di  Pentri. Poi, sotto l'imperatore Augusto, diventò un municipio romano al pari di Larinum (Larino), Buca (Termoli), Histonium (Vasto),agendo, con le stesse leggi di Roma. Trivento è stata   una delle otto contee molisane sotto i Longobardi nel VIII secolo, e  qualche secolo dopo sede di un convento fondato da Papa Celestino V, quello celebre del "gran rifiuto"e celebrato anche da Dante Alighieri. Un luogo importante del centro storico del paese è la cattedrale.     Gli albori della cattedrale sarebbero datati al VI secolo. Secondo altri storici , tra il 680 e il 720,comunque,ci sono testimonianze certe solo dopo l'anno mille, come provano le appassionate ricerche di monsignor Vincenzo Ferrara con la data più attendibile,che si aggirerebbe  al 1076. L'interno della cattedrale è stato più volte ritoccato, causa anche i diversi terremoti che l'hanno lesa. Il simbolico campanile è del Seicento. L'altare maggiore in marmo è del 1740, opera partenopea. La facciata è stata riedificata nel 1905 in stile rinascimentale, anno in cui si sono anche innalzati due enormi pilastri centrali per sostenere la cupola. Tra il 1981 e il 1984 si è continuato alla completa ristrutturazione del presbiterio, all'ampliamento delle navate laterali, alle modifiche degli altari e delle numerose cappelle. Oggi il complesso merita davvero una visita. Motivo di massimo richiamo è soprattutto la cripta, che conserva la natura della chiesa originaria. E' il vero tesoro di Trivento,a  cui tutti i triventini, specie quelli che vivono lontani dal Molise, vanno orgogliosi. E' dedicata a San Casto, vescovo o diacono a Trivento e martirizzato nella vicina Larino. E' stata restituita alla luce solo in tempi relativamente recenti. Alla fine degli anni Venti, grazie al vescovo Adinolfi (riaperta nel 1931), in quanto riempita dai materiali di risulta dei lavori in cattedrale. Nel corso degli scavi sono stati ritrovati anche i resti di un battistero. Per secoli, era stata utilizzata come luogo di sepoltura, probabilmente anche come prigione ai tempi dell'Inquisizione. Le origini della cripta dovrebbero essere romane. Attestate da frammenti inglobati nella struttura che confermerebbero l'ipotesi di una costruzione sui resti di un tempio romano. L'opera è costituita da sette piccole navate (numero simbolico quale riferimento alla creazione, ai sacramenti, ai doni dello Spirito Santo, alle citazioni nell'Apocalisse come numero della perfezione), divise da sei file di colonne circolari e quadrate divise in tre ordini, poste a distanza diseguale, che sorreggono archi a sesto pieno e volte a crociera. Sulla parete di fondo ci sono tre absidi semicircolari.   Gli storici riscontrano analogie con quella di Sulmona, simile anche per la semicolonna, sostegno degli archi terminali delle file estreme, che interrompe a metà il giro dell'absidiola, come sottolinea lo storico Tavani. Un bassorilievo probabilmente del XIII secolo raffigura la Trinità, due angeli e due delfini. Dello stesso periodo sono i resti degli affreschi, purtroppo in pessime condizioni, che potrebbero raffigurare, secondo alcune ipotesi, un diacono con aureola e tonsura e San Benedetto che guarda Gesù crocifisso tra la Madonna e San Giovanni. Il teologo Berardinelli ("La Chiesa di Trivento", Napoli 1845) colloca tali opere nel periodo greco-bizantino grazie alla presenza di lettere greche, oggi non più visibili per scrostamento di parte dell'intonaco. Diversi quindi i reperti d'interesse: il contrafforte delle mura di cinta di epoca sannita; la pietra con l'iscrizione della famiglia Florio, le due lunette di opus reticulatum romanum e la colonna lanceolata di epoca romana; gli affreschi di stile bizantino dell'anno mille; la lunetta duecentesca raffigurante la Trinità. I due pesci raffigurati nella lunetta in pietra richiamano l'uso distintivo che ne facevano i primi cristiani: in greco il termine "Jctus" era l'acrostico di "Gesù Cristo di Dio Figlio salvatore degli uomini". Con questa gita, l’associazione ambientalista intende unire la parte naturalistica con l’escursione naturalistica nel bosco Montagna e con il centro storico di Trivento per unire la parte ambientale con quella culturale. La giornata sarà realizzata con la collaborazione della Pro Loco di Trivento che ci guiderà nel corso dei vari momenti della giornata.   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sosostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Info:  www.missioni-africane.org  Per saperne di più : http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/376-trivento-e-il-trigno

Trivento e il Trigno

Trivento e il Trigno

Una raccolta di links per conoscere in modo virtuale la cittadina e i suoi dintorni.                

La Legambiente-circolo di Corato-  organizza  il 25 Aprile 2009 la gita naturalistica a Trivento (CB). Per conoscere il programma clicca il seguente collegamento http://www.legambientecorato.it/index.php/notizie/366-gita-a-trivento-(cb) . Il seguente elenco di siti presenti in Rete presenta una rassegna rapida con una serie di informazioni che spaziano in diversi ambiti e settori. Si ringrazia la ProLoco di Trivento per la fattiva  collaborazione.   http://www.prolocotrivento.it/  http://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Trivento (Storia sintetica della diocesi,sorta nel IV secolo) http://www.trivento.net/   (Notizie della città)  http://triventoinlinea.ning.com/photo/immagine-paint-shop-004 (foto suggestive della cittadina) http://www.cappuccinifoggia.it/page.php?Id=443&t=Trivento (altre news) http://www.molise.org/territorio/Campobasso/Trivento (Informazioni varie) www.arsia.toscana.it/UserFiles/File/Woodland/Scheda_iconografica_DEMO_WLE_TRIVENTO_ceduo_cerro_del_20102006. ( produzione di biomassa dal cerro a Trivento) http://demo.istat.it/dat81-91/COMUNI/070/T_HTM/070081_T.HTM (dati demografici Istat) http://www.pagus.it/progetto/comuni/trivento/castello/index.htm (informazioni sulla città e su suoi monumenti) http://www.operagastro.com/atlante/molise/forno/cappelliatetrivento.htm (ricetta tipica)  http://www.youtube.com/watch?v=akgFnpYDD7E (video sulla cittadina con foto storiche) http://www.youtube.com/watch?v=fH2zUSk4NOs&feature=related (video amatoriale con scorci della città) http://www.youtube.com/watch?v=iXcjGwLnPwM&feature=related (video amatoriale ) http://www.youtube.com/watch?v=BQjhAZXTKRI&feature=related (video amatoriale con scorci panoramici) http://www.youtube.com/watch?v=ggnzrH1_TOQ (intervista sull’importanza del centro storico di Trivento) http://dizionario.babylon.com/Trivento (Brevi curiosità) www.agriturismolasorgente.it/itinerari/TRIGNO.pdf ( I dintorni) http://www.viaggiomolise.it/P_120_Trivento.html (Utilities per conoscere Trivento) http://www.cittadellolio.it/spip.php?page=regioni_dettaglio_schede&id_article=67&comp=on (Scheda riguardante la città da parte dell’Associazione delle città dell’olio) www.molisevacanze.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=312 (Notizie storiche sulla cittadina) 151.9.181.8/Joomla/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=167 (altre notizie storiche) http://www.prodottitipici.com/prodotto/5065/Ceppelliate-Di-Trivento.htm (ricetta tipica di dolci) http://www.chiesacattolica.it/cci_new/diocesi/trivento.html (aspetti religiosi) http://www.provincia.campobasso.it/ambiente/banca_dati/comuni/trivento.htm (Dati ed informazioni ufficiali) http://www.pp1880.com/nuova_pagina_1.htm (Scorci artistici sulla cittadina) http://www.comunetrivento.it  (Sito ufficiale del comune ) http://italia.indettaglio.it/ita/molise/trivento.html (Notizie, meteo,informazioni e curiosità)   http://www.newstin.it/it/TRIVENTO (News da varie fonti giornalistiche) http://www.diocesitrivento.it/default.asp?sez=1 (Sito diocesano)   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest) accreditandolo  attraverso bonifico bancario per i pozzi in Niger le può effettuare anche sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92 R GENOVA indicando nella causale per progetto Pozzi in Niger, cod S010. SMA Solidale Onlus, via Romana di Quarto, 179 16148 GENOVA  GE. CCP : 94444593, S.M.A. Solidale Onlus, v. S.M.A. Solidale Onlus via Romana di Quarto 179, 16148 GENOVA causale. cod S010. Info:  www.missioni-africane.org  

Gita A Trivento (CB)

                                      

La Legambiente-circolo di Corato-                                                                                 

  organizza Il 25 Aprile 2009 la gita naturalistica a Trivento (CB)    

Per maggiori informazioni e news periodicamente aggiornate: www.legambientecorato.it                                          

Breve storia di Trivento    

La zona fu abitata sin dall’antichità, anche se la comunità attuale trova le sue origini più dirette nel periodo medievale. Il toponimo antico era Trebintum”; non si conosce l’etimologia ma si sa la sua evoluzione: Trigentum, Trebenhum, Terebento, Terventum. Abbandonata in seguito alle guerre sannitiche, fu ripopolata più tardi da una colonia militare della tribù Voltinia, come si evince dalle iscrizioni lapidee rinvenute nella zona; in epoca augustea fu “municipium duumvirale” e qui fu esiliata la figlia di Augusto. Fece parte del ducato di Benevento nel basso medioevo; notizie sicure risalgono all’età angioina durante la quale fu feudo dei Pipino, per passare poi ai d’Evoli, ai Trinci, ai Caldora, ai d’Afflitto. Lo stemma è uno scudo, sormontato dalla corona comitale, nel quale campeggia la lettera T tra due stelle.                                                      Il bosco MONTAGNA   II complesso boscato denominato "Montagna" è ubicato all'estremità di rientale dell'agro del Comune di   Trivento.I I bosco -Montagna ha un'estensione complessiva di ettari 1090 circa. Posta sulla linea di displuvio che divide il bacino idrografico del Fiume Trigno da quello del Fiume Biferno. L'altitudine media si aggira sui m. 800 s.l.m.. le cime più elevate sono rappresentate da M. Rosso (m. 928), Colle Marasca (m. 924) e M. Termine (m. 919).La specie vegetale arborea maggiormente diffusa è il Cerro (Quercus cerris) che vive associato ad altre querce quali i! Farnetto, la Farnia, la Roverella, agli Aceri. Frassino, Orniello, Carpino nero, Carpinella, Ciavardello. Ciliegio selvatico, Nocciolo. Olmo campestre, e sporadicamente al Tiglio. II sottobosco è ovunque ricco cii essenze arbustive (biancospino, ligustro, beretta di prete, corniolo, sanguinella, sorbo degli uccellatori, prugnolo, colutea, ginepri, pungitopo, asparago, agrifoglio, ginestra odorosa, ginestrella, rosa canina, rovo, ecc), erbacee (ciclamino, latiro, primula comune, orchidee, ranuncoli, gerani, graminacee, ecc.) che lianiformi (edera, lonicera, vitalba, tammaro. ecc.). Popolano inoltre la abbondante lettiera numerosi funghi tra i quali: porcini, russule, amanite, lattali vescie, ecc. Abitano o frequentano il bosco: il Cinghiale, la Lepre, la Volpe, il Riccio, la Donnola, la Faina, il Moscardino, il Ghiro, la Poiana, l'Astore, il Gufo Barbagianni, la Civetta Merlo, il Colombaccio, Ghiandaia.  Numerosi sono i rettili .                                                               Programma della gita   Raduno e partenza : ore 7,00 da piazza Pietro Rosa. Ore 10,00 circa. Arrivo presso Il bosco MONTAGNA,escursione a piedi. Ore 13,30 Pranzo al sacco nell’area attrezzata del bosco. Ore 15,30 visita al centro urbano di Trivento  seguendo il seguente percorso: visita guidata nel centro storico di Trivento percorrendo la maestosa scalinata di San Nicola di 360 gradini che, dalla piazza fontana, porta sino alla piazza cattedrale al belvedere, denominato il piano. Giunti nella parte più alta del paese è possibile visitare la Cattedrale all’interno della quale si trova una antichissima Cripta . Visita al Museo Diocesano ricco di preziosi arredi e vestimenti sacri risalenti al 1600.   Ore 17,30  Ripartenza alla volta di Corato, a pochi chilometri da Trivento, lungo la Fondo Valle del Trigno, una breve sosta al Santurio di Santa Maria in Canneto      Attrezzatura consigliata: abbigliamento per outdoor, binocolo , macchina fotografica , kway ,ecc.   Per informazioni e prenotazioni:   Il martedì e il venerdì dalle 20,30 alle 21,30 presso la sede di Legambiente-circolo di Corato– in via Santorno,11(nei pressi dell’Istituto Tecnico “Tannoia”) entro il 22 aprile o chiamando il 3287053637.     Notizie ed informazioni aggiornate sono indicate sul sito www.legambientecorato.it   .                                 Quote:  per i soci: 20,00   Euro    per gli altri: 22,00 Euro.   Posti ancora disponibili :35.     Il circolo di Corato di Legambiente sostiene la S.M.A. Solidale Onlus via Romana di Quarto 179  mediante la sottoscrizione del ccp  94444593,intestato a  S.M.A. Solidale Onlus, v. Romana di Quarto, 179, 16148 GENOVA GE o mediante bonifico bancario Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92 R GENOVA indicando,in ogni caso,  nella causale per progetto Pozzi in Niger, cod S010. 

Una giornata a Conza

Una giornata a Conza

Sintesi di una giornata tra la natura e storia  

Domenica 14 Settembre siamo pronti per partire dal luogo del raduno presso il parcheggio di piazza Pietro Rosa. Ore 7: alla spicciolata siamo arrivati con una puntualità svizzera, il tempo è nuvoloso e a tratti c’è una leggera pioggerellina che rende incerta l’escursione. Ore 7,30: con l’arrivo dell’autobus finalmente si parte. Ore 8,06: imbocchiamo l’autostrada direzione Foggia. Ore 8,45: ci fermiamo per una sosta (il caffè è un must per i partecipanti !), siamo usciti a Candela ed abbiamo imboccato l’Ofantina; il tempo diventa uggioso con le nuvole che corrono in una gara senza sosta con le tonalità che si alternano dal bianco al grigio fumo.   Ore 9,00: riprendiamo il viaggio, alle 10,00 ci aspetta la guida a Conza. Siamo in perfetto orario! Ore 10,00: arriviamo a Conza e la guida si fa trovare all’orario e al luogo convenuto. La pioggerellina rende un po’ particolare la visita e ci fa cambiare in parte il programma… Andiamo al centro visite del WWF ed il gruppo si scinde in due sottogruppi; il primo gruppo si incammina per andare a vedere le cicogne, l’altro rimane al centro visite per assistere alla proiezione di un un video vengono tratteggiate le caratteristiche dell’area umida con particolari riferimenti alla flora ed alla fauna. Le cicogne sono fantastiche: sembrano delle fotomodelle …!!     Ore 11: spiove, ma è ancora tutto bagnato, purtroppo non potremo mangiare in ogni caso nell’area picnic dell’oasi, peccato !! Iniziamo però la visita dell’area naturalistica: il percorso è indicato da una passarella lignea con periodici pannelli esplicativi. Diventa la festa dei bambini …. Si trovano lumache dappertutto……. La pioggia e la presenza della vegetazione creano un habitat favorevole per le lumache. Ore 12,30: inizia il pranzo, i partecipanti escono dai loro zainetti di tutto e di più: dal classico panino a vari tipi di primi, secondi, frutta di stagione fino al dolce…..manca solo il caffè !! Ore 14,00: lasciamo l’Oasi, destinazione Conza, alias Compsa, città antica dove, nonostante i periodici terremoti, si conservano importanti testimonianze archeologiche e non. Per una sferzata di energia, e prima della lunga passeggiata fra i ruderi della città, tutti alla trattoria da  Michelina per il caffè. Poi, finalmente in visita nell’antica città di Compsa: il foro, la basilica, l’anfiteatro…. Ore 16,30: ci spostiamo per visitare la diga. Il lago dove confluiscono le acque del fiume Ofanto è un po’ asciutto per la grande siccità, ma i tecnici ci mostrano il funzionamento della diga che porta attualmente acqua non potabile in Puglia.    Ore 18,00: si riparte, direzione Corato senza soste per arrivare alle ore 20,00, senza ritardo naturalmente. Ora arrivederci al prossimo anno per il ventennale del Circolo………    

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