Libertà politica dei Cristiani

Il giorno 4 Aprile 2006 alle ore 19.30 nella “Sala dell’Amicizia” della Parrocchia San Gerardo Maiella in via Castel del Monte a Corato si è tenuta una Conferenza – Dibattito sul tema:     Ospite della conferenza e relatore principale è stato Don Franco Monterubbianesi, fondatore delle “Comunità di Capodarco” di Roma.  

La Conferenza si apre con l’introduzione di Luisa Varesano, che presenta il Gruppo Organizzatore “Cristiani in dialogo – Forum per il cambiamento solidale”.   Il fine del gruppo è quello di partecipare al dibattito politico mettendo in comune  elementi di riflessione, di critica, di discernimento, tramite uno scambio di idee e di esperienze, così da contribuire alla costruzione, anche tra i cattolici, di una più viva coscienza critica e di una partecipazione alla vita politica più consapevole e libera – evitando proprio quell‘uso strumentale, ideologico e demagogico del Magistero della Chiesa, della sua Dottrina sociale e della fede cristiana che purtroppo  viene troppo spesso fatto nel nostro tempo.   Il Forum intende continuare la sua attività anche, e specialmente, dopo queste elezioni, perché si sente il bisogno – anche tra cristiani – di confrontarsi serenamente  ma in maniera approfondita su temi che negli ultimi anni sono stati messi da parte… Vogliamo sottolineare che il  FORUM è aperto a tutti.   Dopo la breve introduzione di Luisa Varesano, Corrado De Benedittis ringrazia don Franco Monterubbianesi per aver accettato tempestivamente l’invito del nostro Forum  nonostante le difficoltà e i numerosi impegni. Gli siamo veramente grati.   Don Franco Monterubbianesi è il fondatore, assieme a tredici amici “diversamente abili”, della Comunità „Gesù Risorto“ di Capodarco. Il 1966, anno di nascita della prima comunità, segna un’inversione di tendenza nella considerazione della disabilità, che viene vista e vissuta come “abilità altra”, e della persona con handicap come il “differente abile”.   Le comunità di Capodarco rappresentano pertanto le tante istanze di cambiamento che si concentrano nel dovere – soprattutto come cristiani e come Chiesa - di parlare con le diversità, di riconoscerle non come un problema, ma come una ricchezza.   Di qui l’idea del dialogo come dinamica alternativa alla contrapposizione, che contrassegna purtroppo la vita politica dei nostri giorni e che sta spaccando in diversi modi l’Italia. Idea del dialogo che unì  persone e gruppi diversi in quel grande progetto  che fu la Costituzione Italiana e che oggi viene messa in discussione da un’idea unilaterale di riforma;  idea del dialogo che è il filo conduttore della Caritas, dell’impegno a mettere insieme alterità diverse ed a lavorare per interessi che non siano soltanto i propri, ma per interessi superiori che si chiamano solidarietà, giustizia sociale, progresso culturale.   Sulla base delle sue esperienze e della sua fede don Franco  potrà offrirci chiavi di lettura della realtà politica  in cui stiamo vivendo.   Perché abbiamo voluto invitare don Franco? - chiede De Benedittis - lo abbiamo fatto proprio alla vigilia delle votazioni, perché abbiamo avvertito come membri della Chiesa il dovere di  segnare una differenza, di rimarcare un‘autonomia, una libertà della realtà ecclesiale, mettendo in evidenza che la Chiesa con i suoi principi, con i suoi valori non è „collaterale“ ad uno schieramento politico.   Noi pensiamo – prosegue De Benedittis - che la Chiesa – come realtà complessa anche nel suo interno – debba avere la voglia e la capacità di parlare con chi è diverso, con chi la pensa diversamente, di parlare con le „diversità“, di riconoscerle non come un problema – le diversità non sono un problema, ma una ricchezza. La pluralità culturale della Chiesa e della società è una ricchezza per i cristiani di oggi e il dialogo rappresenta una dinamica alternativa alla contrapposizione.   Oggi invece siamo di fronte – non solo su un versante politico, ma su un versante più ampio – ad un’Italia spaccata: un’Italia attraversata dall’odio, dalle contrapposizioni, … un’Italia spaccata da un presunto clericalismo ed un presunto laicismo.   Quando invece, dal Concilio Vaticano II, la Chiesa è chiamata a collaborare a dialogare con la laicità e riconosce nella laicità una grande ricchezza – anche per la fede stessa, perché la laicità è riuscita a rendere la chiesa stessa più libera dal potere e quindi la mette in grado di criticarlo. Se oggi questo valore del dialogo viene meno, noi come chiesa, come cristiani facciamo un passo indietro, che sai dove comincia e non sai dove ti porta.   Il Forum vorrebbe invece richiamare alle coscienze quella  chiesa profetica, quella chiesa della pace, quella chiesa del dialogo, che ha uno dei suoi più luminosi esempi nel nome  di un grande padre della Costituzione italiana, che è anche un grande maestro dello spirito, che è  Giuseppe Dossetti.   Purtroppo nell’ultimo quinquennio è stata messa in atto – rileva De Benedittis -  una  riforma della costituzione italiana, nei riguardi della quale i vescovi stessi hanno avvertito l’esigenza di intervenire e di dire che questa riforma della costituzione rompe la solidarietà del Paese…   Ora, - continua De Benedittis - questo principio di solidarietà penso che come cristiani e come credenti abbiamo il dovere di ripristinarlo, il dovere di difenderlo, il dovere di dire a chiare lettere che la dignità della gente non può essere in vendita…   Questa che è sotto i nostri occhi è l’Italia della divisione, …l’Italia che soffre, il risultato di politiche liberiste, il risultato dello smantellamento sociale, l’Italia che non ha nulla a che vedere e che fare con la dottrina sociale della Chiesa, con i principi solidaristici, con i principi della difesa della persona umana.   La  parola passa a don Franco Monterubbianesi, il quale introduce affermando che anche lui è venuto per „riflettere“, per riflettere assieme a noi. E per fare questo bisogna riportarsi al Vangelo, che ci apre ad una riflessione più profonda.   Vivendo da 40 anni con i disabili la sua Comunità si è ispirata alla libertà dei figli di Dio che  il Vangelo comunica: credendo pienamente alla Resurrezione di Cristo essa ha valorizzato costantemente la vita dei disabili.  Il Vangelo non solo fa riflettere – afferma Don Franco -  ma ci provoca.   Una prima provocazione: Ci stiamo allontanando dalla profondità del Vangelo. Noi abbiamo la religione, ma non la fede.  Abbiamo rischiato di fare della nostra religione una idolatria, affermando di essere cristiani, e poi fregandocene degli altri!…   La Comunità di Capodarco è partita dai disabili e si è aperta al mondo. Questa è in sintesi la storia di questa comunità, che dalla sua nascita combatte per l’impegno solidale.   Don Franco distingue fra l’uomo religioso e l’uomo di fede. Qual è il vero senso della fede rispetto alla religiosità?  - si chiede e ci chiede don Franco -  Dobbiamo riscoprire la verità del Cristianesimo, dobbiamo ritornare al Vangelo che è una „spada a doppio taglio“…. Il Cristianesimo non è una religione: è l’assurdo di un Dio che muore sulla croce. Nessuna religione ci dice che Dio muore per noi…   La verità del Cristianesimo non è verità di principi, di assiomi. Il Cristianesimo è l’impotenza di Dio, di un Dio che diventa talmente debole da rimettersi al nostro aiuto per salvarci; è la realtà di un Dio che per tutta la sua vita ha preso le distanze sul potere: ciò che contava era la sua umanità, il suo perdonare, l’accogliere i peccatori, la sua risposta non violenta. L’insegnamento di Gesù, l’iniziazione dei suoi apostoli durante i giorni dopo la Pasqua nel suo mistero sta tutto qui:  nel far comprendere loro che egli è un Dio che muore per noi. Egli apparve agli apostoli con le sue piaghe, perché la resurrezione non fosse interpretata come segno di potenza, ma di impotenza.   E qui ricordo gli Indios di America…-  aggiunge don Franco - e con loro tutti coloro che hanno subito violenze ed ingiustizie…Il Signore della Gloria sta dalla loro parte. Ma il Signore della Gloria è il Cristo della flagellazione: Colui che si addossa tutti i mali dell’umanità.   Una seconda provocazione è data dal Padre Nostro: “Venga il tuo Regno”… – è il regno dei cieli che si deve realizzare sulla terra, è il prendere a cuore la testimonianza dei poveri sulla terra. „Deus caritas est“: è la pietà per gli uomini  –  è l’unica strada che il Signore ci addita per risorgere dai mali. La morte in croce è scandalo per gli ebrei e stoltezza per i greci. Noi, che ci diciamo cristiani, in realtà non la viviamo quella croce. Perché rifiutiamo di portare la croce dell’umanità e rifiutiamo i deboli.   Di qui il discorso sui diversamente abili, su tutti quelli che soffrono ingiustizie sulla terra, sugli sfruttati (specialmente bambini: si pensi al turismo sessuale, nel quale gli italiani, dopo i tedeschi, sono al secondo posto nelle presenze!),  sulle ingiustizie perpetrate ai danni dei più poveri e dell’umanità intera  (pensiamo alla lottizzazione da parte dei petrolieri della foresta equatoriale – un grande scandalo…)   Una terza provocazione ci viene dalla famiglia. Famiglia come grande valore cristiano. Vorrei formulare così il problema della famiglia:- dice don Franco - socializzare le famiglie e familiarizzare la società…. Uno dei  valori più profondi della famiglia sta nell’accoglienza – dei figli in primo luogo, ma anche del povero: è il povero che ci arricchisce…Beati i miti, perché possederanno la terra…Un altro valore della famiglia sta nell’educazione verso il futuro, nella capacità di dialogo…   Eccoci arrivati – conclude don Franco - al vostro tema: Cristiani in dialogo – aperti agli altri, alle diverse culture, ai diversi popoli,  ma con esperienze concrete…   Come cristiani stiamo sempre all’opposizione. Nel momento dell’azione però dobbiamo esserci, distinguendo bene l’imparzialità dalla neutralità. Esercitare la nostra imparzialità, ma opporci alla neutralità: la parabola del buon Samaritano ci insegna che non si può essere neutrali. In questi anni non abbiamo lavorato veramente per far maturare le coscienze. È ora che ci mettiamo al lavoro. Il vostro Gruppo potrebbe intraprendere questo lavoro.   Raccogliamo volentieri l’invito e l’augurio di don Franco Monterubbianesi e lo ringraziamo per averci accompagnato con le sue riflessioni.   Cristiani in dialogo Forum per il cambiamento solidale

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