Una testimone ed una storia
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- Pubblicato Venerdì, 30 Settembre 2005 00:00
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Qualche anno fa accompagnata da suo figlio Silvio era venuta a Corato per parlare di pace nel mese della pace nel 1997, invitata in quella circostanza dall’Arcidiocesi di Trani- Barletta- Bisceglie, insieme con don Tonino Palmese che parlò del pensiero di don Tonino Bello. La sua testimonianza delle torture nei lager nazisti commossero i giovani che parteciparono nella palestra del “Cesare Battisti” a questo incontro. Era sopravvissuta agli orrori ed alla barbarie, portando sulla sua pelle il marchio indelebile di questa esperienza così dura, lei che era così fragile. Aveva visto morire la sua famiglia,ci aveva detto di non dimenticare,non solo per avere il vizio della memoria, affinché determinate efferatezze non potessero più ripetersi nella storia. Dopo la guerra, Elisa sposò un commerciante di Manduria e si trasferì in Puglia. Per circa un quarantennio alzò una coltre di nebbia sul suo terribile passato,ma ,poi,decise di parlare, di raccontare ciò che lei insieme a milioni di ebrei hanno vissuto nei vari campi di concentramento, delle sevizie degli aguzzini,del miracolo della sua vita per trasmettere ai più giovani il mistero e la bellezza della stessa vita. Dagli inizi degli anni Novanta, Elisa Springer iniziò a tenere incontri conferenze , dibattiti ,incontrare i giovani, specie nelle scuole, a riferire dei deliri dell’egoismo dell’uomo, delle aberrazioni e degli orrori della violenza gratuita e della morte cruenta . Scrisse il “Silenzio dei vivi”(edizioni Marsilio 1997), ristampato più volte,per cercare di avvicinare quante più persone possibili ad una realtà di cui lei portava un segno sulla sua pelle di quel numero di matricola.Il suo intervento a “Mixer” accompagnata sempre dal figlio Silvio(N.d.R : medico ,morto prematuramente nel 2001 a soli 53 anni)nella sua natia Vienna a far vedere i luoghi della sua infanzia terminata bruscamente con le persecuzioni naziste. Quel percorso l’avevano per certi tratti commossa , come il suo ingresso ad Aushwitz-Birkenau ,dove descrisse con grande lucidità il “compito” del dottor Mengele che indirizzava con un cenno di mano i bambini nei forni crematori o il dottor Joseph Kramer , detto “l’aguzzino” e la sua aiutante Irma Greese detta anche “l’arpia”. Di questi ricordi, non ha smesso mai di parlarne perché mi disse ,quella volta a Corato, stringendomi la mano:”l’uomo non debba più ripetere quegli errori…!” .Ho apprezzato il senso e il significato che ha dato al silenzio ; come sofferenza nei campi di concentramento; come esigenza sociale vivendo a Manduria in provincia di Taranto; come una testimonianza e come un testamento morale per le generazioni future. Per quest’ultimo motivo, amava l’incontro con i giovani. Quel silenzio è diventato un urlo... Un tumore l’ha spenta a Matera il 19 settembre 2004, ma, forse il suo ricordo ci aiuterà a vivere nel tempo. Elisa Springer, ha visto Dio<; nel fumo di Birkenau, sollevato al cielo le sofferenze del mondo e della diffusione sulla terra l'odore acido di sofferenza. Ho visto il dio, battuto e scoraggiato, sommerso nel fango, piegato sopra, scavante nelle profondità della terra, con le sue mani girate verso il cielo. Allora, lo ho perso, spostato nella nerezza di avversione e di indifferenza, dalla morte del mondo, dalla solitudine dell'uomo e nell'incubo che è caduto su Auschwitz. L’ ho perso. . . insieme al mio nome, transformandosi in un numero bruciato in mia carne, scritto sul cuore con l'inchiostro di diabolico ed intagliato nella mia mente dal peso delle mie rotture. Ancora una volta ho trovato il dio... poichè ha guidato i miei timori oltre i confini della malvagità e lo ha ristabilito a vita con una nuova speranza. ERO VIVA IN QUEL MONDO DI MORTE. DIO ERA LÀ, DOVE HA RACCOLTO LA MIA MISERIA E SI È ALZATO PER PROTEGGERE LA MIA CUPEZZA. ERA LÀ, IMMENSO E SCONFITTO, DALLE MIE CREPE.