La Crisi Energetica
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- Pubblicato Giovedì, 02 Febbraio 2006 00:00
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In questi giorni è di grande attualità la crisi energetica che sta attraversando il nostro Paese. La causa principale di questa crisi è da attribuirsi al fatto che il nostro sistema energetico si regge per la maggior parte sull’utilizzo di combustibili fossili, per cui in un contesto internazionale dominato dal costante aumento del prezzo del petrolio e dalla riduzione delle importazioni di gas dalla Russia, soddisfare il fabbisogno energetico diventa sempre più difficile. Una risposta a questa crisi va trovata seguendo le due direttrici fondamentali della riduzione dei consumi e quella della sostenibilità della produzione di energia. Quando si parla di riduzione dei consumi faccio riferimento alla necessità di assumere quei piccoli comportamenti quotidiani, quali utilizzare gli elettrodomestici sempre a pieno carico, utilizzare lampadine a basso consumo o più semplicemente spegnere completamente il televisore prima di andare a dormire, che se diventassero uso quotidiano di ciascuno di noi riusciremmo a dare un grande aiuto a ridurre il fabbisogno energetico nazionale. Per quanto riguarda la strada della sostenibilità qui la questione si fa più complessa in quanto attiene all’intero modello di sviluppo economico che dovrebbe scegliere con decisione la strada delle fonti di energia pulite (eolico, solare termico, fotovoltaico, geotermico, idroelettrico e biomasse). Questo passaggio è ovviamente irto di difficoltà per un sistema energetico come il nostro che per decenni ha fondato il suo sviluppo sull’utilizzo di combustibili fossili. Per questo occorre un forte impegno sul piano della programmazione energetica che delineando un percorso chiaro e preciso, sia in grado di permettere al nostro sistema energetico di diversificare le fonti di energia e permettere di affrontare meglio e senza disagi per le utenze le crisi che ormai ciclicamente si verificano. Questo percorso si compone di passaggi essenziali: il primo è di studiare attentamente il fabbisogno energetico nazionale, ossia vedere quali sono le maggiori utenze di energia e capirne gli sviluppi; quindi, verificare quali sono i tipi di fonti energetiche presenti e vedere anche in questo caso quali sono i margini di sviluppo di ogni singola fonte; poi verificare lo stato della rete elettrica per ridurne gli sprechi e le inefficienze; infine quale sia lo stato della ricerca energetica relativamente alla tecnologia delle fonti rinnovabili. Solo attraverso la definizione di queste semplici linee programmatiche è davvero possibile uscire da questa fase di crisi energetica. Oggi, peraltro, la questione energetica non può essere separata dalla necessità di rispettare il Protocollo di Kyoto, che limitando l’emissione di gas serra ci chiede nella sostanza di convertire il nostro sistema energetico orientandolo verso le fonti alternative.