La resilienza della scuola italiana

La resilienza della scuola italiana

Covid: la chiusura e riapertura le attività didattiche ed educative sono sempre in continua evoluzione.

Con la situazione sanitaria Covid e le indiscutibili evoluzioni economiche e lavorative conseguenti alla pandemia con la discussione di come riorganizzare il lavoro e il sistema economico in generale, la situazione della scuola ha avuto un impatto per le famiglie, gli alunni e tutti gli operatori scolastici. La didattica a distanza partita senza sperimentazione almeno qui nel Meridione e a macchia di leopardo ed in ordine sparso è una delle nuove scommesse, dopo che si è passato per anni con tagli lineari a scuola e sanità, ridimensionando questi servizi fondamentali per la coesione sociale di una comunità nazionale. Ora in varie misure per i finanziamenti europei scuola, sanità e sviluppo sostenibile/ecologico nei vari processi economici e produttivi sono le misure che vanno finanziate secondo gli indicatori macroeconomici. Noi siamo per la scuola di qualità che va oltre una buona scuola. Si parlava da anni di inserire nel curricolo l’educazione ambientale. I vari istituti di vari ordini e grado lo fanno, ma in modo disorganico e, talvolta, disarticolato. Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la Nota N. 19479 del 16 luglio riguardante il piano di formazione docenti per l’educazione civica. Nella Nota si fa riferimento alla legge 92 del 20 agosto 2019 che ha introdotto dall’anno scolastico 2020-2021 l’insegnamento scolastico trasversale dell’educazione civica nel primo e secondo ciclo d’istruzione, inquadrate da iniziative di sensibilizzazione ad una cittadinanza responsabile dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria. Il tema dell’educazione civica – si legge nella nota – assume oggi una rilevanza strategica e la sua declinazione in modo trasversale nelle discipline scolastiche raffigura una scelta “fondante” del nostro sistema educativo, partecipando a “formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.

I nuclei tematici dell’insegnamento sono indicati nel comma 2 dell’articolo 1 della Legge: 1. Conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea, per sostanziare in particolare la condivisione e la promozione dei principi di legalità; 2. Cittadinanza attiva e digitale; 3. Sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona. Soffermandoci, in modo particolare, su questo punto, essere cittadini attivi, quando si parla di “ambiente” significa essere in grado di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, non solo con i nostri comportamenti privati e pubblici, ma anche con il nostro intervento competente alle decisioni collettive da forme di cittadinanze attiva fino ai diritti – doveri dei cittadini-consumatori. Vuol dire quindi, imparare a dare contributi progettuali di carattere tecnico-scientifico, supportati da azioni etiche e da decisioni sostenibili. Vuol dire conoscere l’ambiente per rispettarlo, con un nuovo senso di responsabilità con l’obiettivo di generare il benessere individuale e collettivo. Nella sostenibilità ambientale rientrano diverse aree di azione che vanno dalla sostenibilità in riferimento alla produzione e consumo di energia, alla viabilità, alla creazione di smart city, alla tutela del patrimonio paesaggistico, ecc. “ . Sono necessarie da sviluppare nuove competenze metodologiche e didattiche senza dubbio per poter fornire questa nuova consapevolezza.

Altri interrogativi ci sono riguardanti la dimensione culturale, psico- pedagogica e valoriale dell’insegnamento/apprendimento di Educazione Civica e Costituzione allo sviluppo delle competenze di cittadinanza; se ci si fermasse a una interpretazione degli aspetti sociali, relazionali o tecnici ne andrebbe perduta la potenziale valenza cognitiva e culturale. Da un lato, occorrerà puntare a un percorso fondato su valori condivisi su solide basi scientifiche e culturali, su atteggiamenti collaborativi di convivenza civile e di legalità, sviluppando prassi solidaristiche e proattive a varie attività cooperative e una vera conoscenza di tutto il terzo settore, dall’altra su competenze culturali forti di saperi disciplinari e di abilità trasversali che consentano a ciascuno di comprendere, selezionare, organizzare le informazioni per risolvere i problemi e progettare la propria vita facendo responsabilmente le proprie scelte.

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