Don Giovanni D'Ercole
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- Pubblicato Lunedì, 18 Luglio 2005 16:25
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DON GIOVANNI D’ERCOLE, ha lavorato per circa diciotto anni a fianco di Giovanni Paolo II., è un religioso dell’Opera Don Orione,da anni opera nel campo sociale, ai più è un noto volto televisivo.
Ci siamo conosciuti diversi anni fa. Era appena tornato dall’Africa, dopo un decennio di attività missionaria in Costa d’Avorio ,ci siamo conosciuti tramite P. Virginio Rotondi , a “Mondo Migliore”a Castelgandolfo al Movimento Oasi.
Lo ricordo come lo stimava P.Rotondi …. Nel 2000 insieme con un sacerdote missionario P. Mauro Armanino, amico di don Giovanni, missionario in Liberia della SMA(Società Missioni Africane)abbiamo lavorato per il volume “Cercando il volto”-L’umanità nel missionario.
Ora, con don Giovanni D’Ercole ci incontriamo ,di tanto in tanto, ed ,in questa occasione, l’ho sollecitato a fornirci delle delucidazioni su Giovanni Paolo II, in una nuova visuale socio–ambientale. La pastorale del Papa che ci ha lasciato: a favore del creato, dell’ambiente e della pace.
Giuseppe: Non si è parlato molto del Papa ecologista, quali sono stati gli aspetti pastorali che hanno caratterizzato la prospettiva della difesa e della tutela della natura ?
Don Giovanni: Il papa ha sempre contemplato il Bello,la Bellezza, Dio che riflette la Sua Bellezza nella natura e nel creato. Questo è un elemento costante nell’insegnamento del papa. D’altra parte ,il suo amore per la natura, per la montagna,in modo particolare, l’incontro con Dio nella montagna, nel silenzio maestoso ,nella natura sono gli elementi che hanno caratterizzato il pontificato di Giovanni Paolo II.
A questo, si aggiunge l’elemento del rispetto della natura come dono di Dio ,del rispetto come obbligo dell’uomo che non si può considerare padrone della natura, ma custode di un bene di cui Dio l’ha dotato. La natura è un bene al servizio di tutti.
Il problema della difesa della natura è unito a quello della difesa sociale, il tema del rispetto del creato che non sia appannaggio di pochi, ma affinché possa essere un luogo vivibile per tutti.
Questi aspetti pastorali sono costantemente emersi nell’insegnamento del papa ed hanno trovato espressione in alcune sue dichiarazioni importanti, per esempio, nell’incontro con l’UNESCO, nei vari messaggi per la pace e negli incontri con i responsabili delle sorti dell’umanità.
Giuseppe: A proposito di pace, papa Giovanni Paolo II e la pace, che eredità ha lasciato al mondo?
Don Giovanni: Questo Papa ha insegnato costantemente la pace ed ha portato avanti un principio fondamentale: un NO alla guerra, un SI alla pace. Quest’ultima, però, deve essere costruita da tutti come un progetto. Ha svolto su questo tema una catechesi costante, anno dopo anno, seguendo lo stile di Paolo VI, Giovanni Paolo II nel messaggio annuale per la pace, ha sottolineato i vari aspetti come possa essere la sintesi di un impegno complessivo.
Non può essere il frutto soltanto di un impegno politico. E’ il risultato solo della giustizia e della pace condivisa. La pace è una spiritualità, la pace è soprattutto un dono di Dio, come il Papa ha sempre insistito molto. Giovanni Paolo II ha sottolineato come condizione indispensabile la chiama “la pace del cuore”, quindi, una forma di riconciliazione, di liberazione interiore, da tutte quelle forme di schiavitù e di egoismo, del potere, dell’odio, della vendetta che rendono l’uomo più facilmente schiavo della guerra che teso a creare la pace.
Giuseppe: Che Chiesa trova questo nuovo Papa?
Don Giovanni: Giovanni Paolo II lascia una Chiesa in fermento che dal Concilio Vaticano II ,ha portato avanti questa grande apertura ed una grande consapevolezza: di essere una famiglia che cresce, in dialogo con gli altri fratelli cristiani e nello stesso dialogo ecumenico.
Una Chiesa che non teme di confrontarsi con le altre religioni del mondo,la Chiesa che non con le sfide del presente ,deve essere pronta e capace di rispondere a queste grandi sfide : della pace , della giustizia, del progresso sostenibile ,dell’etica del creato queste sono le grandi prove che la Chiesa deve affrontare. Giovanni Paolo II le ha lanciate, ha dato il coraggio alla Chiesa di affrontarle senza paura.
Il nuovo Papa dovrà continuare su questa linea, cercando di costruire, giorno dopo giorno, le risposte con una evangelizzazione che , Giovanni Paolo II, ha chiamato la “Nuova Evangelizzazione”. Nuova non nei contenuti, ma nelle sue forme e nei suoi metodi.
Per saperne di più:
http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9001/900171.htmhttp://www.raidue.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,0^4946,00.html