L’ecomafia: un mostro dalle tante teste
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- Pubblicato Lunedì, 05 Dicembre 2005 00:00
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La nostra regione deve stare molto attenta sulla questione ambientali. A tinte fosche esce la situazione ambientale della Puglia, secondo il dossier: “Ecomafia 2003” di Legambiente. Nella presentazione di questo documento a livello regionale sono intervenuti l’onorevole Paolo Russo, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ed Enrico Fontana, giornalista, direttore della “Nuova ecologia”, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente. Spesso gli organi d’informazione riempiono le pagine di scoperte di danni perpetrati all’ambiente da abusi edilizi, scempi del paesaggio, scarico illecito di rifiuti e liquami, quando ormai l’atto commesso ha già arrecato un danno all’ecosistema, gli equilibri sono stati già violentemente sconvolti. I rappresentanti delle forze dell’ordine della guardia di Finanza Francesco Saverio Guarini, del Reparto Operativo dei carabinieri di Tutela Ambiente Antonio Menga, hanno evidenziato il ruolo dei propri reparti nella tutela del territorio e dei risultati finora conseguiti. Massimiliano Schiralli, presidente regionale della Legambiente Puglia, ha posto l’accento come il clima di “deregulation” a livello regionale e di norme di salvaguardia sostanziale rischiano di favorire e di pregiudicare un sempre precario sistema ambientale. I magistrati della procura di Bari e Trani Roberto Rossi hanno parlato di quanto sia importante la tutela dell’ambiente e di come la giurisprudenza tende sempre più a depenalizzare . Si ha l’impressione di combattere con la fionda e la clava contro il sistema dell’illegalità sempre più sofisticato, più articolato.La criminalità organizzata, dei clan hanno “fiutato” l’affare dei rifiuti, la potenzialità lucrosa delle discariche abusive, per esempio, 599 in Puglia di cui 440 ancora attive. La caratteristica morfologica della Puglia la rendono particolarmente interessante: piana, ricca di cavità, con zone scarsamente antropizzate, come la Murgia. Inoltre, c’è un incremento del cemento che immerge la nostra regione con un incremento di oltre il venti percento. Il dottor Michele Nardi, G.I.P. presso il tribunale di Trani, ha fatto riflettere come queste forme di criminalità ambientali hanno una forte ripercussione sull’uomo con varie forme di malattie. E’ fondamentale un’attenta vigilanza del territorio non solo da parte dei tutori dell’ordine e della sicurezza, o da inquirenti, ma soprattutto da parte di tutti i cittadini e dagli organi d’informazione, perché chi perpetra danni nei confronti dell’ambiente, non deve farla franca, non solo per ciò che ha compiuto. Spesso i danni consumati si riverberano nell’ecosistema, possono entrare anche nei nostri piatti d’ignari ed incolpevoli consumatori. Giovanni Falcone e Giovanni Borsellino ci hanno detto che la mafia è nata con l’uomo e finirà con l’uomo, ma è compito della comunità democratica sorvegliare e sovrintendere gli interessi comuni e diffusi com’è, per eccellenza, l’ambiente.Crescono anche i maltrattamenti degli animali tramite le lotte clandestine dei cani, utili per un giro clandestino di scommesse, gli espianti abusivi degli ulivi secolari richiestissimi, insieme alle nostre famose “chianche” e la nostra pietra locale, in alcune zone del nord Italia. Le cifre del rapporto “condannano” le nostre abitudini e i nostri stili di vita. Bisogna fare molto per l’ambiente, occorrono sì le leggi, è necessario che gli amministratori locali abbiano una particolare attenzione al territorio che gestiscono, ma un’attenta coscienza democratica dei cittadini ed una consapevolezza del bene comune, del patrimonio, non solo visto in un’ottica di patrimonio personale, ma come un interesse a cui tutti siamo legati potranno limitare i danni e le avarie forme d’attentati nei confronti dell’ambiente.