La ferrovia dove andremo a finire?

La ferrovia dove andremo a finire?

L’azienda conosce le esigenze dei viaggiatori, ma dopo gli ultimi provvedimenti si poteva sicuramente fare di più e meglio.

In questo periodo, la situazione ferroviaria regionale e soprattutto della situazione dei pendolari, se ne stanno occupando i Mass Media nazionali, tra le Ferrovie Sud est e le Ferrovie del Nord barese, passando con altre linee ferroviarie nazionali ed in concessione. Il rapporto Pendolaria si riporta dati raccolti da Legambiente attraverso un questionario inviato alle Regioni. I dati raccolti da Legambiente attraverso un questionario inviato alle Regioni ci raccontano come ogni giorno, in media, sono  circa 2milioni e 842mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale.

 

Considerando quanto sono limitati i controlli su queste tipologie di treni, si può stimare che siano oltre 3 milioni i pendolari dei treni. Tra il 1999 e il 2000, quindi ben sedici anni fa, il circolo di Legambiente di Corato aveva provato a sensibilizzare il Parlamento Europeo per la situazione delle Ferrovie del nord Barese, conosciute come Bari Nord (FBN), chiedendo interventi in tal senso per il miglioramento del trasporto pubblico locale. Ci fu risposto che la normativa era farraginosa ed estremamente frammentata da non permettere un intervento univoco e risolutivo. Il provvedimento di questo periodo, in particolare, dei convogli (FBN) del limite di velocità di 50 km all’ora, nelle tratte non coperte dal sistema di controllo marcia dei treni hanno veramente complicato le cose soprattutto per i viaggiatori. Queste nuove disposizioni valgono, a livello nazionale, per tutte le linee secondarie sotto il controllo dell'agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Infatti, è stata emanata la direttiva 2010/40/UE sui sistemi di trasporto intelligenti, definiti quali sistemi in cui sono applicate tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nel settore del trasporto stradale, nelle infrastrutture, veicoli e utenti compresi, e nella gestione del traffico e della mobilità. L'Unione europea è, poi, intervenuta con il regolamento (CE) n. 1370/2007, entrato in vigore il 3 dicembre 2009, che disciplina i servizi pubblici di trasporto nazionali e internazionali di passeggeri, su strada e per ferrovia. Il regolamento interviene su tre profili: le compensazioni degli obblighi del servizio di trasporto pubblico; le modalità di affidamento dei contratti di servizio pubblico; la durata di tali contratti. La messa in sicurezza delle reti ex-concesse pugliesi con sistemi ATP è stata deliberata dalla Regione Puglia nel luglio 2014, con uno stanziamento di circa 80 milioni di euro provenienti da fondi FESR. “Quella della riprogrammazione è stata tempestivamente intrapresa quando, a fine 2013, come ha indicato nella sua relazione l’assessore regionale ai trasporti Massimo Giannini – che ha dichiarato nella sua relazione- valutati i vincoli temporali di realizzazione della spesa (31.12.2015) ci siamo resi conto che FNB non sarebbe riuscita a completare gli interventi programmati. Ricevute le proposte dei concessionari ed in particolare di FNB, valutata la maturità e la compatibilità dei cronoprogrammi con i tempi della programmazione in corso, venivano ammessi a finanziamento per FBN tre interventi sulla sicurezza per un importo complessivo di €20.500.000,00. Tra l’altro tali interventi, hanno riguardato: programmazione anche l’intervento denominato “Raddoppio Ruvo-Corato”, ammesso a finanziamento sul PO FESR 2007-2013 con Determina Dirigenziale n. 24 del 16/2/2012 per un importo totale di € 30.000.000,00 (dei quali € 19.122.860,00 a valere sul PO FESR 2007-2013 e la restante parte sull’ Accordo di Programma Stato-Regione”, aggiungendo anche che:” Il tema della sicurezza sconta un quadro normativo incerto e farraginoso”. Dopo l’incidente del 12 luglio tra Corato ed Andria, la situazione è sotto gli occhi di tutti: i lavori attivati, dopo tutti una serie di provvedimenti istituzionali, stanno creando una serie di problemi per i cittadini che viaggiano quotidianamente, tra ritardi e disservizi, in un periodo in cui sono già iniziate le lezioni scolastiche e sono riprese tutte le attività professionali. Non solo: i viaggiatori delusi si sono organizzati mediante car polling ed altre esperienze di condivisione dei mezzi di trasporto privati. A questo punto, l’Azienda doveva pianificare, prevedendo e tenendo in considerazione soprattutto le varie esigenze dei viaggiatori e chiediamo la pubblicità, per tempo, dei vari provvedimenti e non sul passaparola o sul si dice dei passeggeri che riescono a sapere dagli operatori della società di trasporto. Sicuramente così non si può andare avanti, sicuramente l’Azienda di trasporto sta perdendo i suoi pendolari. Non sono solo gli autobus che sono stati carenti, specie nei primi giorni, ma, sicuramente l’aspetto umano delle esigenze dei pendolari, di cui non hanno nessuna responsabilità i vari viaggiatori anzi alcuni di essi proprio il 12 luglio sono deceduti. L’azienda deve comunicare pubblicamente le scadenze certe e le varie fasi dei lavori in atto, includendo le variazioni rispetto al programma. Deve permettere le condizioni migliori per poter svolgere le varie attività senza far ritardo per l’arrivo o partenza, da scuola e/o sul posto di lavoro. In una società civile, sociale e democratica non è possibile permettere condizioni simili per i viaggiatori, che non devono essere visti come semplici utenti- consumatori, ma come persone soggette a varie esigenze e, beneficiari di un tale servizio, il quale è sicuramente strategico per il largo bacino di servizio che copre, per l’intermodalità dei sistemi di trasporti (treno- aereo- bus/automobili- biciclette) nell’area metropolitana di Bari. In questi ultimi giorni, sembrerebbe che il presidente Emiliano vorrebbe dare la manutenzione della linea a RFI (N. d. R: Rete Ferroviaria Italiana SpA è la società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane responsabile della gestione complessiva della rete ferroviaria nazionale), nonché l’acquisizione della Reti regionali date in concessione, sotto il mantello delle stesse Ferrovie dello Stato. Beh, si cerchi di trovare una soluzione compatibile per la soluzione senza rinvii e tentennamenti, cercando una soluzione ed una riorganizzazione complessiva, senza costi aggiuntivi che ricadrebbero sui contribuenti e sui viaggiatori: le ferrovie e le società di servizio di trasporto in concessione, non devono essere periferici, ma strategici e centrali per lo sviluppo delle nostre comunità. Un trasporto rapido, veloce, efficiente è uno strumento irrinunciabile, all’interno di un Sistema Puglia che, nel corso di questi ultimi anni, sta scalando posti nel campo di diversi settori economici, soprattutto nel turismo, di cui la mobilità è un aspetto fondamentale. Purtroppo, speriamo di non dover segnalare e pungolare le istituzioni. Legambiente è una di quelle voci che vorrebbe un ecosistema migliore….

Infatti, ovunque, quando si migliora il servizio (con nuovi treni, puntuali, un servizio efficiente), infatti, il successo è garantito, e lo dimostrano alcune linee pendolari di grande successo: allora perché non farlo?

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