Rifiuti e resti di macellazione: che fare
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- Pubblicato Mercoledì, 22 Luglio 2015 14:10
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Rifiuti e resti di macellazione: che fare
Buone pratiche ed una serie di piccoli accorgimenti
E’ accaduto ed accade nella nostra città le campagne e le strade di accesso diventano ricettacolo di rifiuti di ogni tipo, di inerti, di scarti di lavorazioni varie e noi questo lo riscontriamo dalle periodiche segnalazioni dei cittadini e nel corso della campagna di Puliamo il Mondo, organizzato in Italia da venticinque anni da Legambiente, tra settembre ed ottobre in cui sensibilizziamo tutti a non far diventare alcune aree deturpando ogni sito dove è avvenuto l’abbandono.
In questi giorni, abbiamo avuto segnalazioni di abbandono incontrollato di lastre di eternit nella zona di San Magno, indicando agli interessati l’istanza per la procedura per la richiesta della rimozione e i resti di natura animale in Via Giappone. Quest’ultimo ritrovamento non è una novità per noi. Circa una ventina di anni fa proprio nel corso di Puliamo il Mondo, i volontari si spinsero dall’incrocio tra via Giappone e via Vecchia Barletta, fino a circa un chilometro, ritrovando tra i rifiuti di varia natura anche dei resti, a quanto sembrava, di un cavallo. Pertanto, non essendo un singolo caso isolato, chiediamo agli organi preposti una maggiore vigilanza del territorio alle istituzioni preposte, ai cittadini, agli agricoltori di segnalare ogni tipo di situazione che possa essere considerata un’anomalia. Il primo controllo del territorio la fanno i cittadini presidiando i vari luoghi della città. Il D. Lgs. n. 193/07 con l’art. 6. c. 1 (Sanzioni) introduce l’unica sanzione penale specifica proprio per il settore che riguarda la produzione delle carni ed in particolare punisce “chiunque, nei limiti di applicabilità del regolamento (CE) n. 853/2004, effettua attività di macellazione di animali, di produzione e preparazione di carni in luoghi diversi dagli stabilimenti o dai locali a tale fine riconosciuti ai sensi del citato regolamento ovvero la effettua quando il riconoscimento è sospeso o revocato”. Il legislatore ha, quindi, voluto introdurre un’aggravante per quelle condotte illecite identificabili come “macellazioni clandestine” o più, in generale, per l’abusiva manipolazione e preparazione di prodotti carnei che potrebbero permettere l’immissione sul mercato di carni pericolose in quanto prive di ispezioni sanitarie. La pena prevista per questo reato contravvenzionale si sostanzia nell’arresto da sei mesi ad un anno o nell’ammenda fino a euro 150.000. Centocinquantamila sono, secondo il rapporto Zoomafia redatto dalla Lav, gli animali da allevamento che spariscono nel nulla ogni anno a causa dell’abigeato, ovvero il reato che configura il furto di bestiame. Anche questa è una delle facce della macellazione clandestina in Italia, un fenomeno ancora trascurato che invece porta con sé importanti effetti commerciali e, soprattutto, sanitarie. Proprio un’importante percentuale di quel bestiame finisce nel circuito delle macellerie abusive, alimentando un business sommerso che è difficile quantificare, anche se qualcuno ci ha provato. Calcolando i numeri sono enormi: solo nel 2008 il giro di affari veniva stimato intorno ai 2,4 miliardi di euro, secondo il rapporto della Fondazione Cloe. Un volume di denaro tale che non può lasciare insensibili le mafie e le varie forme di criminalità organizzata che da decenni s‘impegna creando una vera e propria rete in questo settore: nei combattimenti clandestini, nel traffico di animali e soprattutto nella macellazione abusiva, utilizzando il mercato della macellazione clandestina è florido anche perché porta vantaggi non solo all’allevatore. Le carcasse di animali prive di rintracciabilità si trovano sempre o abbandonate o dandole in pasto nei migliori dei casi ai maiali. L’allevatore di fatto risparmia la spesa per la macellazione regolare: a volte anche poche decine di euro a capo che, però, vanno moltiplicate per il numero dei capi e a cui vanno aggiunti i costi di trasporto e conservazione. La macellazione clandestina conviene a tutti, eccetto che ai consumatori. Ricordiamo che è entrata anche in vigore la legge sugli ecoreati, di cui Legambiente si è fatta un’attenta promotrice, quindi, diventando una fattispecie di reato di natura penale. La legalità è un processo importante da cui nessuno di noi è escluso per la salvaguardia della nostra salute e delle nostre città.