SOS Verde Pubblico

SOS Verde Pubblico

La situazione è difficile e talvolta è veramente critica.

È ormai storica la nostra battaglia per la tutela dei cipressi centenari del viale del cimitero: più volte l’abbiamo segnalato alla pubblica opinione ed alla scorsa amministrazione comunale, senza avere alcun riscontro o risposta, inoltre il fare amministrativo non ha toccato quella parte di verde della città. Infatti, diversi alberi sono morti, sono secchi o veri e propri monconi di legno, ponendo un serio rischio per la sicurezza di cose e persone. Alcuni sono sfregiati e destinati all’attacco di funghi, muffe e parassiti, senza alcun intervento saranno destinati alla morte, pochissimi godono di buona salute. Evidente è la differenza tra lo stato dei cipressi all’interno del cimitero e quelli posti lungo il viale.

 

Sicuramente la strada alberata necessita di una manutenzione straordinaria urgente e dell’interdizione ai mezzi, in modo particolare, agli autocarri particolarmente ingombranti e agli autoarticolati, che passano indisturbati scalfendo e rigando i tronchi, sia nella parte inferiore che in quella superiore.

La situazione all’interno del centro urbano non cambia. Le piante di Leccio (Quercus ilex L.), presenti lungo il corso cittadino, stanno manifestando le conseguenze descritte nei mesi precedenti, come avevamo ampiamente predetto. Infatti, già si cominciano a vedere i primi sintomi di disseccamento dei rami e delle branche di alcune piante e, nei casi più gravi, di interi alberi. Tutto ciò, come ben noto, è il risultato finale della potatura troppo energica e severa, eseguita fuori tempo massimo, lo scorso mese di aprile a gemme schiuse e germogliamento ormai iniziato. In modo improvviso e brusco le piante sono state private di gran parte del loro apparato fogliare, preposto allo svolgimento della fotosintesi clorofilliana ed alla protezione della pianta dall’eccessiva insolazione. Gli alberi si sono perciò rivestiti, in breve tempo ed in modo cospicuo, di numerosi rami e foglie. Conseguentemente hanno esaurito le riserve nutritive accumulate negli anni precedenti, per far fronte all’improvvisa carenza nutrizionale, all’eccessiva insolazione ed alla necessità di riequilibrare gli sbilanciati rapporti con l’apparato radicale. Tutto questo ha provocato un notevole stress per le piante sottoposte a potatura. Molte di esse si presentano deperenti e indebolite, con un avanzato stato di disseccamento in corso, che nei casi più gravi ha portato alla morte di interi alberi, in seguito alla molto probabile penetrazione al loro interno di agenti patogeni (in particolare funghi lignivori causa di carie del legno), attraverso le ampie ferite presenti. Tra l’altro, tali ferite non furono adeguatamente protette subito dopo l’intervento di potatura, con tempestivi trattamenti antiparassitari, aventi la funzione di ostacolare l’ingresso dei parassiti nelle piante stesse e di favorire la cicatrizzazione delle ferite.

A tutto questo, si devono aggiungere i potenziali effetti di riduzione della stabilità meccanica a carico di rami, branche e tronchi che potranno verificarsi in seguito alla degradazione del legno da parte degli agenti cariogeni (con i relativi problemi di sicurezza per i cittadini dovuti ad eventuali crolli e schianti di rami e grosse branche). Quindi, la maggior parte delle piante sono state completamente deturpate dal punto di vista estetico e stravolte nel loro portamento naturale. In particolare, quest’ultima nefandezza risulta notevolmente evidente su uno dei due Lecci presenti lateralmente al monumento di Cavallotti, la cui bellezza e monumentalità è stata del tutto compromessa da interventi cesori dissennati e inutili, l’ultimo dei quali si è consumato recentemente nella speranza di porre rimedio a ciò che era stato già fatto in precedenza, aggravando ulteriormente la situazione.

Anche le palme stanno subendo un attacco da parte del punteruolo rosso e i pini di Piazza Parini dopo una pesante potatura sono stati irrimediabilmente compromessi. Anche qui la situazione è simile a quella degli alberi del cimitero: diversi pini sono morti e sono dei veri propri monconi di legno, altri stanno seccando. In Piazza Savoia poi, un albero è sparito dalla propria vasca, altri sono in estrema sofferenza.

Tutto questo è stato pubblicamente denunciato non solo da Legambiente, ma anche da altre realtà sociali, nel corso di questo tempo, ma chi paga?

L’etica della responsabilità significa dover rispondere e dar conto delle proprie azioni. Per esempio, un governante  a qualsiasi livello, dovrà "rispondere" agli interessi dei suoi concittadini mettendo da parte i propri interessi personali. La stessa cosa per chi offre e fornisce servizi, specie per la collettività. “Quand'è che l'uomo sarà allora "imputabile" per aver risposto responsabilmente a quali chiamate lasciando altre inascoltate”, come affermava il filosofo francese Jacques Derrida. Il filosofo tedesco Hans Jonas nel saggio “Il principio responsabilità”, prendendo in considerazione i temi dell'ecologia e della bioetica, afferma la necessità di utilizzare il principio di responsabilità ad ogni gesto dell'uomo e questi "deve" prendere in considerazione gli effetti futuri delle sue scelte e dei suoi atti.

Per questo motivo, riteniamo che qualcuno debba rispondere di questa situazione, poiché ha lasciato delle tracce visibili nell’ecosistema urbano e non debbano essere i fondi dei contribuenti a pagare. Perché i lavori di manutenzione del verde devono essere affidati a personale privo delle necessarie conoscenze e competenze professionali per affrontare degli interventi così delicati? E devono essere spinti dal solo effimero obiettivo di ridurre i tempi delle operazioni e dimostrare il proprio efficientismo? Ed ancora, perché a pagare le conseguenze dell’incapacità altrui devono essere sempre la collettività ed i cittadini?

Alcuni si chiederanno “…e Legambiente che fa?”: denunciamo pubblicamente queste situazioni da anni, interloquiamo, quando è possibile, con le istituzioni.

Auspichiamo quanto prima che, nonostante le difficoltà amministrative locali, vengano anche attivate le consulte, tra cui la consulta ambientale, una delle azioni incompiute della scorsa amministrazione, strumento formalmente compiuto, ma praticamente mai entrato in funzione.

Ed inoltre che si intervenga il prima possibile per tutelare il verde pubblico che ancora resiste e sta sopravvivendo agli interventi di cui sopra.

Infine, una nota positiva: cogliamo l’occasione per annunciare la prossima “Festa dell’albero” nella nostra città con la partecipazione delle istituzioni locali, le associazioni, le scuole e le parrocchie.

 

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